Le persone rifugiate nei piani alti delle case, mentre l’economia di Mazara del Vallo affonda. La Sicilia è terra di emergenze, così, ad appena sei giorni dalla tragedia di Casteldaccia, ecco un’altra alluvione. Cambia la forma, resta la sostanza. Stavolta ad andare sott’acqua è Mazara del Vallo, nel Trapanese. Nella notte sono caduti 80 mm di pioggia e il primo effetto è stato lo straripamento di un fiume, il Mazaro, che ha rotto gli ormeggi di alcuni natanti e li ha fatti affondare, provocando la disperazione dei pescatori del posto. Anche la parte basse della città risulta allagata. Non ci sono per il momento danni a persone – è l’unica nota lieta – anche se da un punto di vista economico questa situazione rischia di segnare l’economia cittadina, votata prevalentemente alla pesca.

Il sindaco Nicola Cristaldi ha già lanciato un grido d’allarme, e delle accuse specifiche: “Emerge una particolare situazione critica sul fiume Mazaro, dove alcune piccole imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi e purtroppo alcune sono affondate. Grazie all’intervento immediato degli uomini della Capitaneria di Porto alcune, compresa la Chiatta, sono state recuperate senza apparenti danni”. “Quanto accaduto – ha aggiunto il primo cittadino – fa emergere ulteriormente la gravità della situazione sul fiume Mazaro per il quale da 8 anni aspettiamo che la Regione autorizzi i lavori per l’assetto idrogeologico dello stesso. Sono chiare ed evidenti – ha concluso Cristaldi – le responsabilità di chi si trova ad adottare quei provvedimenti che dovrebbero autorizzare i lavori che ancora non stati effettuati”.

A Mazara stanno operando quattro diverse squadre di vigili del Fuoco ed una quinta è in arrivo da Palermo. Il comando provinciale di Trapani ha inviato anche la sezione soccorritori acquatici. Per tutta la giornata di sabato la Protezione Civile aveva emanato uno stato d’allerta arancione. Una città, fulcro dell’integrazione, conosciuta ovunque per la sua festa del Cous Cous, che s’interroga sulla sua tenuta. Messa a dura prova dal solito acquazzone che in Sicilia non sembra più lasciare scampo.