Ma si, diciamolo: è stata una domenica bestiale quella vissuta ieri dalla Sicilia. I catanesi si sono trovati di fronte un Matteo Salvini tribunizio, forse anche un po’ sguaiato ma tutt’altra pasta comunque rispetto a un Nello Musumeci che prima di spiccicare una parola la pesa tre volte e quando la dice non si sa mai se l’ha detta piano o con un sussurro talmente debole da non disturbare nemmeno se stesso. Mentre i ragusani si sono trovati davanti un Luigi Di Maio forse più baldanzoso di Salvini ma in ogni caso mille miglia lontano dai politicantucci di casa nostra. Certo, Di Maio può anche dire o urlare una cazzata, tipo “lo Stato siamo noi”; ma se il confronto va fatto, mettiamo, con l’ombroso e conventicolare Gaetano Armao, sincerissimamente non c’è partita: viva Di Maio.