“Come promesso, oggi a Roma ho consegnato a Matteo Salvini il “dossier Sicilia” in cui il gruppo di lavoro della Lega Sicilia ha messo nero su bianco la nuova visione strategica di sviluppo della nostra regione con il Recovery Plan”. Lo scrive in una nota il deputato della Lega, nonché segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo. “Assieme a ciò vi sono le richieste immediate di ristoro per le categorie sociali ed economiche più in difficoltà. Il segretario nazionale della Lega mi ha assicurato il massimo ascolto e la massima condivisione ancor prima di incontrare il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, a cui stiamo dando fiducia ma a cui, ovviamente, chiediamo risposte concrete per l’Italia e gli Italiani, per la Sicilia e per i siciliani. Il “dossier Sicilia” nei prossimi giorni si arricchirà di ulteriori spunti in base alle specifiche esigenze dei territori che tutta la classe dirigente della Lega Sicilia sta analizzando; già ora, in nome della massima trasparenza, ne rendo pubblica una sintesi. Grazie Matteo, ora rimbocchiamoci le maniche tutti insieme”.

La sintesi del dossier Sicilia. “Ci sono sostanzialmente due linee su cui correre in Sicilia – spiega Minardo -. La prima è quella dei ristori immediati: ci sono centinaia di migliaia di siciliani allo stremo e in particolare piccoli e medi imprenditori e autonomi. La seconda è quella di una visione nuova e coraggiosa per il futuro”. E contempla:

Recovery Fund. La parte destinata alla Sicilia servirà in primis a creare lavoro. Nella mia Sicilia il cuore pulsante della creazione di lavoro si allargherebbe nei cerchi concentrici dei Beni Culturali, dell’Agroalimentare, del Turismo e di una nuova industria. Infrastrutture, nuovi modelli produttivi e fiscalità di vantaggio per il made in Sicily sono altri tre punti imprescindibili, tre “cerchi” fondamentali in questa nuova visione. E se saremo bravi potremo sanare anche vecchie pendenze, ferite e criticità, penso al precariato, al sistema dei rifiuti, ad una burocrazia che, al di là delle buone intenzioni e promesse, diciamocelo onestamente, è ancora avvitata su se stessa, poco reattiva, obsoleta, lenta. Lockdown, smartworking e altro in alcuni casi hanno peggiorato la situazione e ingolfato ulteriormente la Pubblica Amministrazione.

– Fiscalità di vantaggio. Sblocchiamo l’iter di approvazione della legge costituzionale, richiesta con legge voto dell’Ars, che introduce nello Statuto siciliano le norme per il riconoscimento degli svantaggi derivanti dall’insularità. Per 10 anni, al fine di attuare un reale rilancio dell’economia attiva, e non assistenziale, l’intero territorio regionale dovrebbe essere dichiarato zona franca, sul modello di quanto avvenuto in Irlanda all’inizio del nuovo secolo. Un’area aperta agli investimenti nazionali ed esteri, a tassazione ridotta e procedure semplificate, in alcuni settori ben determinati: turismo, tecnologia e ricerca, farmaceutica, mobilità alternativa.

– I Beni Culturali devono essere il cuore pulsante della nuova visione di sviluppo siciliano. Un piano per i restauri e la messa in sicurezza dei siti problematici, un altro piano per l’ulteriore valorizzazione di quelli già funzionali e accessibili.

– Il sistema turistico siciliano dev’essere ulteriormente stimolato e con una promozione mirata e divisa in due fasi. La prima nell’immediatezza per il turismo interno regionale e quello nazionale visto che, almeno per i prossimi mesi, immaginiamo l’assenza o perlomeno il perdurare della drastica diminuzione di turismo estero. La seconda ad ampio raggio, per presentare e rendere appetibile il marchio “Made in Sicily” in Europa, in Asia e nel continente americano. Rilancio anche una mia proposta di legge che mira alla creazione di un “Marchio Turistico Regionale”.

– Lo sviluppo dell’agricoltura e la crescita del comparto devono essere sostenuti dalla capacità degli imprenditori, coinvolti nelle singole filiere, di consorziarsi con la precisa funzione di tutelare le produzioni agroalimentari soprattutto quelle con i marchi di qualità Dop e Igp. Un lavoro in parte già fatto ma non ancora sufficiente.

– Sanità. La Sicilia è un miscuglio indistinto di grandi eccellenze e di criticità da terzo mondo. Bisogna rendere omogeneo, moderno e funzionale il nostro sistema sanitario. Abbattimento delle liste d’attesa: lavoreremo anche in Sicilia per sposare il progetto veneto degli ospedali aperti di notte per permette di fare esami diagnostici fino a mezzanotte, il sabato e la domenica. Per il resto il gruppo di lavoro della Lega Sicilia sta preparando un piano specifico su cui indirizzare l’ampia quota di Recovery Fund destinata alla sanità.

– Scuola. Per il settore sappiamo che complessivamente sono previsti circa 7 miliardi di euro per l’edilizia scolastica e 14 miliardi per tutti gli altri capitoli fra cui accesso all’istruzione, potenziamento della didattica e percorsi professionali. Ampie porzioni del territorio siciliano sono ad elevatissimo rischio sismico, in particolare l’area del sud est. La Lega Sicilia ha pronto un piano specifico per indirizzare la quota spettante all’edilizia scolastica siciliana all’adeguamento di tantissimi istituti obsoleti e pericolosi oltre, chiaramente, agli altri investimenti in personale e potenziamento della didattica.

– Ponte sullo Stretto, un volano economico fondamentale ma anche garanzia per un reale affrancamento per i siciliani dal giogo di una mobilità feudale che fa dipendere il diritto a circolare liberamente sul territorio nazionale dai capricci delle compagnie aeree, o, peggio ancora, dai prezzi folli imposti dagli oneri di traghettamento.

– Immigrazione. Tema delicatissimo. Un nostro appoggio al governo Draghi non possa che passare anche per la fermezza sui respingimenti e sulle limitazioni massime all’immigrazione illegale. La Sicilia e i siciliani contano su di te.

– Un asilo nido per ogni Comune. Molti piccoli comuni fanno fatica oggi a trovare le risorse per costruire, o solo garantire, una struttura, come l’asilo nido, che fornisce un servizio essenziale a molte famiglie e che costituisce un avamposto di welfare familiare indispensabile. Per tale ragione lo Stato potrà, e dovrà farsi carico, di un’iniziativa che preveda, a suo totale impegno economico, la costruzione di un asilo nido in ogni comune sotto i 10.000 abitanti, di due nei comuni tra 30.000 e 50.000, di tre fino a 100.000 abitanti e di uno in ogni quartiere nei capoluoghi e nelle aree metropolitane.

– La tele sorveglianza come misura di prevenzione del crimine. Tutti i dati in nostro possesso ci dicono che laddove i centri urbani sono interessati ad un serio ed organico progetto di perimetrazione sorvegliata con telecamere, l’incidenza dei reati è in picchiata fino ad azzerarsi. Ogni città siciliana con più di 50.000 abitanti, ovvero le città più piccole, ma interessate da fenomeni di criminalità organizzata e microcriminalità diffusa, dovrà essere dotata di un sistema di video sorveglianza con collegamento in tempo reale sia con le Questura che con i comandi provinciali e locali dei Carabinieri. Per consentire l’attuazione di tale progetto il Ministero dell’Interno e quello della Difesa dovranno garantire l’assunzione straordinaria di un numero adeguato di personale specializzato.