Nello Musumeci, nelle insolite vesti di assessore regionale ai Beni culturali, ha presentato ieri il piano per la sicurezza del patrimonio artistico siciliano, che prevede l’adesione a un bando internazionale per mettere in rete tutti gli spazi espositivi, sia pubblici che privati, e creare un sistema di sorveglianza capillare, anche nelle strutture minori come chiese e oratori. L’occasione, però, è tornata utile per sondare gli umori del presidente riguardo alla successione di Sebastiano Tusa. L’archeologo, scomparso tragicamente sette mesi fa nell’incidente aereo di Addis Abeba, non è mai stato rimpiazzato. Musumeci ha tenuto l’interim e non lo ha più mollato, complice l’incertezza e le resistenze da parte degli alleati. Anche l’ultima suggestione, rappresentata da Daniele Malfitana, direttore dell’istituto beni archeologici e monumentali del Cnr, originario di Linguaglossa, è tramontata dalla sera alla mattina. Troppi catanesi in giunta. Ecco che Musumeci, a cui idealmente i gruppi della maggioranza avevano concesso assoluta libertà per la nomina, è tornato sui propri passi e ha annunciato di tenere per sé la delega fino all’anniversario della morte di Tusa, cioè il prossimo 10 marzo.