Il mega progetto galattico del centro direzionale della Regione, voluto da Musumeci e Armao, si farà. Un volume d’affari da mezzo miliardo di euro, grazie a una norma presente nel “collegato” alla Finanziaria, porterà spediti alla realizzazione di una cittadella, stile Pirellone-Lombardia per intenderci, dove saranno ospitati tutti gli assessorati a 4.4000 dipendenti. Tre torri dovrebbero sorgere invia Ugo la Malfa, a Palermo, sulle ceneri dell’attuale assessorato al Territorio, che sarà smantellato e demolito. Due di venti piani e una di trenta, a simboleggiare la Trinacria.

Un’operazione immobiliare che sembra avere ben poco a che fare con la congiuntura economica del momento, ma soprattutto che cozza con le esperienze – negative – del passato. A partire da quella di Totò Cuffaro, che nel 2006 cedette una dozzina di palazzi regionali per prenderli in affitto il giorno dopo (e pagarli di più). Anche se il progetto faraonico da 280 milioni (sulla carta) cui si aggiungeranno alcune opere compensative come la realizzazione dello svincolo autostradale, è sostenibile secondo l’ingegnere Tuccio d’Urso, a cui è stato affidato il progetto di massima dal governatore e dall’assessore all’Economia: “I soldi li metterà la Regione, che oggi paga quasi 40 milioni d’affitti all’anno e con questa cifra può tranquillamente accendere un mutuo da pagare in vent’anni. Faremo un bando internazionale e metteremo a gara il progetto definitivo, la realizzazione dell’opera e una concessione per la gestione dell’impianto fin quando la Regione non avrà coperto tutto il mutuo” prosegue D’Urso.

In una manovra Finanziaria asfittica, dove gli appetiti di alcuni assessori vengono a galla con forza, che rischia di condannare il Parlamento e infinite sessioni per discutere 800 emendamenti, c’è spazio per un’opera faraonica. Che potrebbe, dall’alto dei suoi grandi numeri, oscurare il resto. Forse conviene.