Il tema è un vero e proprio sollazzo per i retroscenisti isolani. E non potrebbe essere altrimenti. E si riassume in estrema sintesi nell’interrogativo: arriverà una spruzzata di giallo-verde anche sulle Istituzioni siciliane? Domanda legittima alla luce del terremoto dei Palazzi romani, che hanno sdoganato l’insolita alleanza Salvini-Di Maio con il battesimo del governo Conte. Come tutto questo possa ripercuotersi sulla Sicilia ovviamente nessuno oggi può saperlo, ma le suggestioni non mancano. E così da qualche giorno sulla stampa regionale si parla di pontieri all’opera, di ipotetici assi nascituri, di possibili stravolgimenti all’Ars. Individuati anche gli ambasciatori del dialogo, come il grillino alcamese Ignazio Corrao, uno che dalle parti dei pentastellati sotto voce viene visto come un potenziale governatore di dopodomani, e l’assessore Ruggero Razza, delfino di Musumeci. Che in realtà un appello alla collaborazione all’Ars lo ha già rivolto ma a tutte le forze politiche.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo la linea dura di Giancarlo Cancelleri, che col governatore proprio non si prende. E la tendenza connaturata al MoVimento di fare opposizione dura. Insomma, che l’asse grillini-destra da Roma contagi Palermo ancora è un’ipotesi alquanto prematura. Un altro paio di maniche è il discorso relativo alla Lega. Che da comparsa in Sicilia può diventare protagonista. Il Carroccio attrae non solo pezzi di elettorato ma anche di classe dirigente in cerca di ricollocazione.

Dopo i dispiaceri legati all’inchiesta su Salvino Caputo, che ha lambito i dirigenti isolani salviniani, c’è da scommettere che i leghisti saranno assai cauti nel reclutare riciclati. Eppure, non è da escludere che il plotone salviniano all’Ars, oggi un esercito di un sol’uomo ossia Tony Rizzotto, possa ampliarsi. In avvicinamento a tavoletta c’è Vincenzo Figuccia, eletto nell’Udc, ma sempre più in sintonia con Salvini. Gli altri? Si vedrà, qualcosa potrebbe arrivare. Nel gioco della scomposizione e ricomposizione del centrodestra farà la sua parte anche il movimento di Nello Musumeci, che domenica ha parlato a lungo con Salvini in un pranzo a base di tonno.

Diventerà Bellissima ha al momento un link robusto con i Fratelli d’Italia della Meloni, ma vuole diventare grande. Il quotidiano La Sicilia nel weekend additava come modello il Partito Sardo d’Azione che ha stretto un patto con Salvini in chiave regionale. Se sono rose fioriranno. Intanto, la priorità per Musumeci è di sbloccare lo stallo asfissiante dell’Assemblea, una volta chiusa la sessione di bilancio. Un atteggiamento meno barricadero dei venti grillini di Sala d’Ercole sarebbe già manna dal cielo per il centrodestra. Una spruzzata giallo-verde da Roma aiuterebbe eccome.