L’arresto di Paolo Ruggirello è la seconda ferita mortale inferta negli ultimi giorni alla politica trapanese. Settimana scorsa, nell’ambito di un’inchiesta che ha portato in carcere il boss delle scommesse, Calogero John Luppino, i riflettori sono stati puntati su Stefano Pellegrino, deputato in assemblea regionale con Forza Italia. All’onorevole è stato notificato un avviso di garanzia e l’accusa a suo carico è corruzione elettorale (senza alcuna aggravante mafiosa, però). In un quadro istruttorio tutto da confermare, Pellegrino si sarebbe accaparrato favori elettorali in cambio di borse della spesa che lo stesso Luppino recapitava a casa dei suoi seguaci. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’ordine di far votare Pellegrino sarebbe arrivato direttamente dal carcere. E il politico, eletto nel suo collegio con oltre 7mila preferenze, avrebbe potuto favorire l’ingresso nelle istituzioni di uomini di fiducia legati al clan che lo avevano appoggiato (così si intuisce da alcune intercettazioni telefoniche che riguardano Salvatore Giorgio, zio e collaboratore di Luppino). Pellegrino, che è presidente della II commissione Affari Istituzionali, si è già sospeso da membro della commissione regionale Antimafia.