E come sempre accade, dal tritacarne manettaro se ne esce dopo anni di incubi ma sempre innocenti. Il sindaco di Lodi ne ha contato 5 di anni, lunghi e sofferti, e ieri ha pianto quando è stato assolto dalla corte di appello di Milano perché il fatto non sussiste.

Ricordo la campagna dei grillini. Era il 2016, Matteo Renzi era il presidente del Consiglio e alla Giustizia c’era Andrea Orlando. Ricordo la furia giustizialista, la rivendicazione di quell’arresto. Avevano scoperchiato ancora una volta truffa e malaffare. Applausi e condivisioni a gogo, urla da stadio.

Avevano una rubrica, l’avevano chiamata “L’arrestato del giorno”, una sorta di bollettino che spammavano sui social che faceva andare in visibilio il loro popolo. Quel giorno appiccicarono la faccia di Simone Uggetti assieme a quella di Matteo Renzi. Simbolo del Pd in fronte, faccia cerchiata in rosso e timbro: «ARRESTATO». E un copy da brivido: «Continua l’epopea di arrestati piddini nelle amministrazioni locali. Oggi tocca al sindaco piddino di Lodi Simone Uggetti, farà carriera nel partito di Verdini! Per il prossimo è già partito il countdown. Il 5 giugno si vota per tornare a respirare: è semplice, basta essere onesti. Onestà! Onestà! Onestà!»

Luigi Di Maio teneva il conto degli arresti e su Facebook scriveva: «Nelle ultime 3 settimane, 3 inchieste con arresti per il Partito Democratico: stamattina hanno arrestato il Sindaco di Lodi per turbativa d’asta negli appalti. E tutto sembra essere partito da un esposto del Movimento 5 Stelle».

Nessuno ripagherà Simone Uggetti, e non so se ci sarà mai qualcuno a pagare per il suo calvario. So soltanto che non dobbiamo dimenticare.

(Davide Faraone è il capogruppo al Senato di Italia Viva, oltre che coordinatore regionale dei renziani in Sicilia)