Non è una questione di partito, ma di priorità: dare risposte alla Sicilia. In questa logica dice di operare Orazio Ragusa, nuovo deputato regionale della Lega e, da un paio d’anni, presidente della terza commissione Attività Produttive all’Ars. Sabato si è recato a Bologna, con Nino Minardo e i nuovi colleghi di partito (il catanese Bulla, il messinese Catalfamo e la palermitana Caronia), per conoscere Matteo Salvini. Si sono visti nella saletta privata di un hotel, dopo che l’ex ministro dell’Interno aveva tenuto un comizio a Maranello, patria della Ferrari. Il leader del Carroccio aspetterà febbraio per tornare in Sicilia, ma nel frattempo s’è intrattenuto coi suoi nuovi rappresentanti a palazzo dei Normanni, raccomandando giudizio e impegno. “Non si è affrontato un tema specifico. E’ stato un incontro sulle linee programmatiche della Lega in Sicilia – ha esordito Ragusa – L’impatto è stato positivo. Mi sorprende l’impegno di Salvini in mezzo alla gente. Lavora per le persone. E’ il lessico della politica del passato, che dovrebbe riprendere vita anche nel presente”.

Ma cosa ci fa un ex centrista come lei alla Lega? Perché ha lasciato Forza Italia.

“Qui c’è un equivoco di fondo. Io non sono andato via da Forza Italia. Abbiamo affrontato un ragionamento come si fa da persone intelligenti. Vogliamo rafforzare il centrodestra? Vogliamo fare in modo che la Lega approdi anche in Sicilia? Bene, facciamolo attraverso una forma di partecipazione politica che ci consenta di essere presenti in tutte le dinamiche più importanti”.

Cosa vuol dire?

“La nostra prospettiva politica va verso un allargamento della piattaforma del centrodestra, perché è chiaro che un centro destra rafforzato e organizzato può spendersi al meglio per il territorio siciliano. Così abbiamo individuato una serie di punti programmatici da cui partire…”

Prima di affrontare i temi, parliamo di Forza Italia. Sarà anche vero che volete allargare il centrodestra, ma Forza Italia di questo passo finirà fagocitata. Dei 14 deputati iniziali, all’Ars ne sono rimasti soltanto 9.

“L’area moderata del centrodestra trova in Forza Italia un punto di riferimento importante, con soggetti politici spiccatamente presenti nei territori e un coordinatore regionale, Gianfranco Micciché, che affronta sempre con grande generosità e intelligenza, da vero condottiero, le migliori opportunità che la politica offre per la propria terra”.

L’opportunità politica, in questo caso, sarebbe l’ingresso in scena della Lega?

“Certo. L’avvio di un nuovo percorso, che ci vede come protagonisti, è da inquadrare in un’ottica ben definita, quella del rafforzamento della coalizione di centrodestra che sostiene l’attuale governo regionale. La necessità di fare squadra, di muoverci tutti lungo la stessa direzione, passa attraverso una priorità indiscutibile: dare risposte ai territori e ai cittadini”.

Ma è vero che aspira a diventare il nuovo assessore all’Agricoltura?

“Sinceramente non avverto quest’ansia. Ricopro un ruolo talmente bello – quello di presidente della commissione Attività Produttive – che sono concentrato su quello. Tuttavia ragiono su un fatto: Ragusa, da cui provengo, è la provincia più agricola d’Italia. Mi pare assurdo che non abbia un rappresentante nel comparto che più la rappresenti da un punto di vista economico, cioè l’agricoltura”.

La Lega, al momento, è fuori dal governo, anche se si colloca nella maggioranza. Secondo lei, in questi due anni di legislatura, il governo Musumeci poteva fare meglio?

“Il governo Crocetta ha raso al suolo tutte le prospettive di crescita e di sviluppo sociale, quindi Musumeci ha preso in mano una Regione messa male. Lo ha dimostrato quando, dopo le vacanze estive, fece quella lettera bloccando il collegato alla Finanziaria, dicendo che non c’erano le risorse per esaudire le richieste dei territori. Seguita da un’altra lettera in cui spiegava che la presenza di un disavanzo così profondo, richiedeva la sua presenza a Roma per ottenere una spalmatura del debito, cosa che poi è avvenuta. Pian piano stiamo cercando di risanare le casse. Nel momento in cui il processo si completerà, e il Bilancio sarà attivo, potrà ripartire la macchina. Dai commenti che leggo in giro, è come se fossimo al governo da cinquant’anni. Ma ne sono passati appena un paio. Credo che la Lega sia la piattaforma ideale per preparare il futuro”.

Con Salvini sarà messo a punto un manifesto programmatico da sottoporre a Musumeci. Quali sono i temi per cui la Lega vuole spendersi?

“Intanto il miglioramento delle infrastrutture e del comparto agricolo, che oggi vive un momento di grande difficoltà. Poi vorremmo riportare la Sicilia al centro del Mediterraneo, non solo da un punto di vista geografico. I nostri porti dovrebbero diventare punto di riferimento per i container che sempre più spesso migrano verso il nord Italia. Anche il mare deve diventare un’occasione di sviluppo”.

I dati sulla produttività dell’Isola sono preoccupanti. Anche il Pil ha fatto registrare un passo indietro, e le aziende sono ferme.

“Oggi essere aziende in Sicilia vuol dire partire penalizzati. Per portare un chilogrammo di ciliegino al Nord, ti devi sobbarcare una spesa notevole. Noi dovremmo chiedere allo Stato di sostenere le imprese siciliane che vivono quotidianamente con questo gap. Bisogna superare il pregiudizio culturale che fa apparire la Sicilia come una regione di secondo ordine. Oggi è il Nord a pretendere l’indipendenza fiscale ed economica. Avremmo dovuto farlo noi, chiedendo la piena applicazione dello Statuto”.

Quale deve essere la prerogativa infrastrutturale?

“Non è da sottovalutare l’idea del ponte sullo Stretto, che potrebbe diventare un mezzo di comunicazione rapido e veloce per una Regione che vuole accrescere le proprie possibilità economiche”.

Onorevole, abbiamo le autostrade a pezzi e ancora pensate al Ponte? Cosa pensa della polemica fra Musumeci e l’Anas?

“E’ sotto gli occhi di tutti che servono manutenzione e organizzazione perché le nostre autostrade sono impresentabili. Non solo cospetto dei siciliani, ma anche di quei cittadini che provengono da fuori e che vanno via portandosi dietro un’idea non del tutto positiva della nostra terra”.

Quali altri impegni potreste chiedere di sottoscrivere a Musumeci per entrare nel governo?

“Una sanità riprogrammata, rivista, potenziata, aiutata e sostenuta, per far sì che terminino i viaggi della speranza nel resto d’Italia. E di mettere in sicurezza le scuole: il sistema scolastico siciliano va rilanciato attraverso la collaborazione e l’integrazione con le nostre università”.

Visto il risultato portato a termine per la Lega in Sicilia, proporrà di far diventare Nino Minardo il segretario regionale del Carroccio?

“Qui la mia posizione è di parte. I miei rapporti con l’onorevole Minardo abbracciano la sfera della politica e quella personale. Ma s’immagina a quali benefici andrebbe incontro anche la mia provincia con un deputato che diventa dirigente del primo partito della maggioranza?”.