Potrebbe durare meno del previsto l’avventura di Ester Bonafede alla guida della “sua” Orchestra Sinfonica. Il presidente della Fondazione, l’avvocato Stefano Santoro, ha convocato un Cda per lunedì prossimo in cui sarà discussa la revoca dell’incarico. La Bonafede non avrebbe esibito al Cda documenti sufficienti a scongiurare gli effetti del contenzioso che vede la Fondazione chiederle indietro 40 mila euro per acquisti fatti durante la sua passata sovrintendenza (varia mobilia di pregio e un’autovettura). Nei giorni scorsi la Finanza è ripassata in sede per acquisire nuova documentazione.

Ma prima di congedarsi, l’ex assessore del governo Crocetta si è presentata in conferenza stampa, all’Ars, con la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto. Che ha messo nel mirino Santoro: “Le accuse su Ester Bonafede sono infondate e non più tollerabili – ha attaccato la Lo Curto – Siamo qui per rivendicare la sua nomina e difenderla. Non capiamo le ragioni che abbiano portato Santoro a convocare un Cda per revocare l’incarico facendo riferimento a cause ostative che non sono previste dalla legge. Non saremo noi a chiedere le dimissioni del presidente della Foss, Stefano Santoro: ma se le darà dimostrerà uno scatto di dignità; se non lo farà pazienza, non siamo noi i responsabili della nomina di Santoro, che è politica, ma non litigheremo mai con il presidente Nello Musumeci, che abbiamo sostenuto e sosteniamo, e con Forza Italia”. Santoro, il cui telefono risulta a lungo occupato, trova il tempo per risponderci.

Avvocato, l’onorevole Lo Curto l’ha invitata a dimettersi da presidente della Foss.

“Lo Curto chi?”

Il capogruppo dell’Udc all’Assemblea Regionale.

“Ho letto un’agenzia in cui mi si vorrebbe indurre alle dimissioni, o in alternativa alla firma di un contratto con la Bonafede, ancorché contro legge. A questo punto, rivolgo al mittente la seguente domanda: con quale dignità un deputato del parlamento siciliano si rivolge in questi termini all’amministratore di un Ente in pieno controllo pubblico, criticandolo per non aver firmato un contratto in mancanza delle condizioni di legge e previste dal Cda?”.

Lunedì si procederà alla revoca dell’incarico?

“Se la maggioranza assoluta dei componenti del Cda votassero la revoca della nomina, questa sarebbe operativa”.

E’ questa la sua volontà?

“Questa è la mia proposta, che si fonda sulla decisione del Cda si subordinare la sottoscrizione del contratto alla produzione, da parte della Bonafede, delle dichiarazioni sull’insussistenza di conflitto d’interessi e attestanti l’estinzione di ogni procedimento pendente. Queste dichiarazioni sono mancate. La conseguenza è la proposta di revoca della nomina”.

Ma prima di procedere alla nomina, non eravate al corrente del contenzioso tra la Fondazione della Sinfonica e la Bonafede?

“Il tema è un altro. Durante la discussione in Cda, è emersa la pendenza di alcuni procedimenti tra la Fondazione e la Bonafede, ma poiché i dati erano risalenti nel tempo, la prudenza amministrativa del Cda ha fatto sì che nella delibera di nomina si prevedesse il rilascio di quelle dichiarazioni. Onerando la parte di raccontarci, comunicarci, dichiarare se fossero pendenti o meno alcuni procedimenti, della loro estinzione e della insussistenza di un conflitto d’interesse. Dico di più. Dalla delibera di nomina ad oggi, è intervenuto un fatto importante: cioè l’acquisizione da parte di militari della Guardia di Finanza, su delega dalla procura nazionale della Corte dei Conti, di documentazione relativa al periodo in cui la Bonafede era già soprintendente della Foss. Ciò ha dimostrato per tabulas che il procedimento o l’istruttoria dei giudici contabili è tutt’oggi in corso”.

Si aspettava che la nomina del soprintendente potesse essere una operazione così complessa?

“Assolutamente no. Quando ho accettato il prestigioso incarico di presiedere il Cda, immaginavo di amministrare un teatro dove l’unica aria che si respirasse fosse quella della cultura, della musica, della sinfonia. Pensavo fosse una bella cosa, un piacevole amministrare”.

Teme che gli orchestrali, come annunciato qualche giorno fa, scelgano di scioperare, mettendo a rischio la “prima” della stagione estiva?

“Non credo proprio. Se ho compreso a fondo l’animo degli orchestrali, so che si tratta di professionisti, di gente che ama la musica, la fondazione e il teatro. Mi viene difficile pensare a uno sciopero, o che questo possa tradursi in fatti”.

Si sente solo in questa fase?

“Sì. Ma ciò che mi importa è la fiducia dei cittadini”.

Anche Gianfranco Micciché, a margine di una seduta d’aula all’Ars, ha spiegato che “Stefano Santoro è stato scelto dalla politica: se lui non si assume la responsabilità delle scelte che la politica gli chiede, è meglio che faccia un passo indietro”. Il suo commento?

“Il presidente lo dice ma non lo pensa”.