La disfida elettorale in vista delle Europee oramai è un carnevale carioca, ogni giorno protagonisti e comparse indossano una boutade diversa pur di farsi notare e tuttavia da qualche giorno sta affiorando una novità più corposa delle altre ed è una doppia novità: alla sinistra e alla destra del Pd stanno crescendo due liste – gli Stati Uniti d’Europa e Sinistra-Verdi – che paiono capaci di rispondere a quell’ansia di voto utile che circola tra diversi elettori “dalle parti” del Pd, elettori che, per opposte ragioni, si stanno scoprendo insoddisfatti dal partito di Elly Schlein. Un doppio appeal ancora da dispiegare, ma se dovesse concretizzarsi, potrebbe cambiare la storia delle opposizioni perché un risultato deludente del Pd, sarebbe destinato ad aprire un terremoto in quel partito. Con possibili effetti sull’araba fenice della politica italiana: il cosiddetto Campo largo.

Certo, Bonino-Renzi e Bonelli-Fratoianni guidano liste che, puntando alla reciproca sopravvivenza, anzitutto mirano a convincere e motivare i “propri” elettori. Per Avs gli elettori di sinistra-sinistra; per gli Stati Uniti d’Europa, gli elettori riformisti. Ma al tempo stesso sono due liste che – per ora senza declamarlo – si propongono anche di drenare consensi dai due fianchi del Pd. I promotori delle due liste non lo dicono, ma sono due i precedenti ai quali si ispirano: da una parte la Lista Tsipras che, anche grazie a candidature popolari, nelle Europee 2014 consentì alla sinistra radicale di superare il 4 per cento: dall’altro gli Stati Uniti d’Europa, con promotori assai eclettici, cercheranno di evocare lo spazio occupato da un altro partito-puzzle, la Margherita, che in concorrenza ai post-Pci dei Ds, raggiunse nel 2001 il 14,5%. Continua su Huffington Post