La descrizione dei grillini compiuta da Merlo su Repubblica è piena di metafore, e abbraccia il fondatore: “Sono anime vaganti nell’Italia infettata dalla pandemia, sono un’umanità politica esausta scagliata come schegge dall’esplosione del vaffa di cui portano i segni. Nel loro smarrimento e nella loro confusione c’è infatti più Grillo di quanto loro stessi credano e di quanto ce ne sia negli archivi della Rai. Non lo sanno, ma sono irrilevanti perché è diventato irrilevante il loro fondatore. Il partito di maggioranza relativa è insignificante perché è insignificante l’uomo che li ha inventati e che ha cambiato la politica italiana. Sono convinto che il destino di questi vincenti di insuccesso sia indissolubilmente legato a quello di Grillo, al loro grande capo, il solo comico italiano che ha smesso di far ridere. Nessuno meglio di lui conosce e teme la ferocia della pernacchia, che in Italia è quel che in Francia fu la ghigliottina”.