Sornione ed eclettico. Polemista e riflessivo. Opposti che si attraggono, ed emergono. E pur non conoscendolo bene, ci permettono di definirlo. Questo è Pif, al secolo Piefrancesco Diliberto, l’ex Iena che ha intrapreso nella vita una marea di strade. Tutte particolarmente sconnesse. Ma è riuscito a percorrerle, adattando il suo volto e la sua vena artistica a una passione conclamata: il racconto.  Il racconto televisivo, cinematografico e letterario si intrecciano. Così, alla veneranda età di 46 anni, è arrivato anche il primo romanzo. Da cui Pif, palermitano, non lascia fuori quanto ha appreso finora dalle mille fasi della sua carriera.

“… che Dio perdona a tutti” è la storia di un uomo, Arturo, che a 35 anni non è ancora fidanzato. Poi, spinto dalla gola, si innamora della figlia di un pasticciere, che nel giro di poco tempo lo mette di fronte a una delle sue manchevolezze: il rapporto con la religione e gli insegnamenti cattolici. Che quasi disconosce. Per tre settimane, spinto dalla sua dolce metà, cambia regime e segue fermamente la parola di Dio. Sarà la rivoluzione di una vita. Dal romanzo – divertentissimo – emerge il significato di alcune parole ormai desuete: solidarietà, uguaglianza e verità.

Pif, quello vero, si avvicina molto all’esperienza del suo Arturo. Cominciando dalla vita privata: sono scapoli entrambi. Lui, l’attore ed ex Iena, non ha ancora trovato un’anima gemella dopo la separazione dalla giornalista Giulia Innocenti. E ha anche provato a darsi una spiegazione: “Il mio problema è che si è creato un equivoco: le donne pensano che essendo un uomo di spettacolo io faccia una vita da star. Gli ultimi 15 anni ho lavorato sempre, passando ore a montare quello che avevo filmato. Una vita bella per me, ma triste per una ragazza”. Ma aspetta ancora quella giusta, con cui si dice pronto a fare un figlio.

Nel frattempo porta avanti una carriera scintillante. Del fatto di essere una Iena della prima ora si è detto abbastanza. Come del suo esordio alla regia: “La mafia uccide solo d’estate” (in cui è anche l’attore protagonista) sarà motivo d’ispirazione per l’omonima serie. Realizza un lungometraggio, “In guerra per amore”, con il quale approda al Festival del Cinema di Roma. Irrompe negli ultimi mesi del governo Crocetta in difesa dei disabili “bistrattati”, con un’arringa che costringe l’ex governatore ad accoglierlo a palazzo d’Orleans nel tentativo, mal riuscito, di placarne l’ira. Baluardo dell’antimafia, con la sua voce “sociale” ben incardinata nelle espressioni artistiche dei nostri tempi, ora si intenerisce un po’. La sua penna scorre facile in questo romanzo d’amore, che fa filtrare i soliti spifferi di polemica (contro il cattolicesimo). Seguendo un’ispirazione regina: quella di Ettore Scola. “La leggerezza, per me, è l’unica forma possibile di approccio col mondo” dice Pif.