Stavolta si vede lo striscione del traguardo. Almeno a sentire il vice-ministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri: “A giorni procederemo con l’approvazione del progetto definitivo e a quel punto l’iter che si cerca di concludere da 20 anni sarà completo. Sono contento di poter mettere la firma su questo importante risultato e lo sono da siciliano e da uomo dello Stato”. Il riferimento è al raddoppio della Ragusa-Catania, su cui si lavora senza costrutto da circa un ventennio (se non di più). Sulla ss 514 sono morte 500 persone, i tir rendono impossibili i tempi di percorrenza, eppure la gestazione di quest’opera, che mette in contatto i due capoluoghi di provincia, è stata assai complicata.

L’ultimo atto del governo giallorosso – dopo gli annunci trionfalistici di alcuni ex ministri, rivelatisi un bluff – è stato la revoca del project financing e il cambio del soggetto attuatore: dal gruppo Sarc dei Bonsignore all’Anas (per non far pagare un euro a chi i 70 chilometri della superstrada). Ma soprattutto trovare i soldi per finanziare l’opera: la ministra Paola De Micheli (del Pd) ha rimodulato i fondi di coesione, e tirato fuori dal cilindro 750 milioni di euro. In parte contribuisce anche la Regione. Il costo complessivo sfiora il miliardo.

Oggi si sarebbe dovuta tenere una riunione del pre Cipe, con la partecipazione, fra gli altri, del sindaco di Ragusa Peppe Cassì. Solo che il summit romano è saltato: “Mi hanno appena comunicato che a causa di un’improvvisa indisponibilità del sottosegretario Riccardo Fraccaro, segretario del Consiglio dei Ministri con delega al Cipe, la riunione del Pre-Cipe di oggi, che aveva come primo punto all’ordine del giorno la Ragusa-Catania, è stata rinviata di una settimana – ha detto il primo cittadino ibleo – Tornerò a Roma tra 7 giorni per rappresentare fino in fondo ed in ogni occasione la comunità ragusana, senza proclami e mettendo da parte ogni scetticismo”.

Nelle prossime settimane si attende l’approvazione definitiva del Cipe, il comitato interministeriale per la progettazione economica. Seguiranno la gara d’appalto e l’inizio dei lavori. Sembra tutto trasparente, o quasi. Solo l’anti-corruzione si sarebbe opposta alla cessione “diretta” del progetto dalla Sarc all’Anas. E’ l’ultimo scoglio da superare. Ma, stavolta, appare difficile che l’iter possa segnare un nuovo rallentamento. Con comunicati trionfalistici si sono già espressi il Movimento 5 Stelle, e lo stesso Partito Democratico. Evidentemente non temono figuracce.