Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha nominato l’avvocato Ruggero Razza assessore regionale della Salute. Si tratta di un ritorno. Razza aveva rassegnato le dimissioni il 30 marzo, in seguito all’inchiesta aperta dalla procura di Trapani (ora trasferita a Palermo) dove è tuttora indagato per falso. La freddezza di alcuni alleati (su tutti l’Udc) sembrava aver convinto Musumeci della necessità di aspettare ancora alcuni giorni. Ma il governatore, un po’ a sorpresa, ha rotto gli indugi e comunicato la sua decisione nel tardo pomeriggio del 2 giugno. Alla vigilia, fra l’altro, di un importante appuntamento istituzionale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“In queste settimane di interim – ha detto Musumeci – ho potuto toccare da vicino la qualità degli operatori della sanità siciliana, la loro abnegazione e l’impegno da tutti profuso nel corso di questi lunghi mesi di pandemia. Non mi hanno meravigliato gli appelli rivolti da molti operatori e rappresentanze sindacali, certamente non tacciabili di vicinanza con il nostro governo, che hanno chiesto di riprendere il percorso amministrativo avviato con l’assessore. Dal primo momento ho detto che le indagini giudiziarie e le responsabilità politiche devono essere separate, nel pieno rispetto per il lavoro della magistratura e dei princìpi che regolano la nostra vita democratica. Per questo ho insistito con Ruggero Razza affinché potesse riprendere il ruolo che gli  avevo assegnato nel novembre del 2017. Ho fiducia che questa scelta possa contribuire positivamente a concludere un percorso amministrativo avviato in questi anni con i risultati che tutti conoscono”. Nel corso di una conferenza stampa indetta con l’assessore Baglieri, il presidente ha sfidato pure i magistrati: “La legge stabilisce con chiarezza le incompatibilità, e fino a quando non arrivano a quelle leggi io, che non sono di sinistra, ma notoriamente di destra, sono garantista. Fino a un eventuale terzo grado di giudizio per me una persona è innocente. Chi non la pensa come me è forcaiolo”.

Mostra soddisfazione il gruppo parlamentare di Diventerà Bellissima: “Il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato regionale alla Salute – ha detto il capogruppo Alessandro Aricò – è certamente una buona notizia, non a caso auspicata in queste settimane da sindacati e operatori del settore. Ciò consentirà, infatti, di portare a compimento il percorso di riqualificazione e potenziamento della Sanità siciliana che dal suo insediamento ha già raggiunto tappe fondamentali, come la nuova rete ospedaliera, migliaia di assunzioni e stabilizzazioni, decine di cantieri negli ospedali e notevoli risultati nel contrasto a una terribile emergenza globale come il Coronavirus”.

Ma la scelta di Musumeci, che appare lungimirante per se stesso e il suo movimento – Razza potrà garantirgli un supporto politico non indifferente in vista della ricandidatura a palazzo d’Orleans – ha preso un po’ alla sprovvista gli altri partiti di centrodestra. Che non hanno inviato alcuna nota di supporto, rivelando una certa freddezza per il ritorno del suo “delfino”. Anche se la versione di Musumeci è un’altra: “Una richiesta di rinvio a giudizio non è una condanna. La maggioranza ha applaudito a questa notizia. Siamo tutti felici di avere una persona perbene al suo posto”. E ancora: “Lui non voleva rientrare, ma siccome ho commesso io l’errore di accettare le sue dimissioni ho chiesto di tornare per riparare”. Gli altri partiti, comunque, non si aspettavano questo contropiede. Anche se Musumeci in un certo senso li aveva già abituati: qualche settimana fa, in un vertice bilaterale con Forza Italia, aveva chiesto uno scambio di deleghe fra Razza e Falcone (Miccichè ha risposto picche), lasciando di stucco gli alleati, che avevano appreso del summit una volta consumato. La Lega e gli Autonomisti, infatti, non parteciparono al vertice di maggioranza allargato, convocato per la sera stessa.

Sul fronte delle opposizioni, invece, fioccano le critiche: “C’erano e ci sono molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere a decidere il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’Assessorato alla salute – dichiara Claudio Fava, deputato dei Cento Passi e presidente della commissione Antimafia -. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della Regione. Il tutto dopo aver lasciato, nei mesi più caldi della campagna vaccinale, l’assessorato e la macchina regionale senza una guida”. Per Fava, “alla vigilia di una nuova stagione di nomine, unico vero collante del governo regionale, Musumeci doveva dimostrare di essere ancora alla guida di una coalizione che nei fatti non esiste più, con un governo che produce solo spartizione di poltrone e non un solo singolo atto nell’interesse dei siciliani”.

Durissimo anche il Pd: “La staffetta Musumeci-Razza alla Salute – dice il segretario regionale Anthony Barbagallo – si chiude nel peggiore dei modi nel giorno in cui si festeggia la Repubblica: il delfino è infatti tornato sulla tolda di comando dell’assessorato alla Salute dopo settimane di sussurri e campagne social abilmente orchestrate. Il Partito Democratico è sempre stato critico sulla gestione della sanità in Sicilia da parte di Ruggero Razza a prescindere dall’indagine giudiziaria in cui è coinvolto e da cui gli auguriamo di uscire indenne. Sono decine – prosegue Barbagallo – gli atti parlamentari presentati per denunciare le inefficienze del sistema sanità in Sicilia voluto da Razza, di cui abbiamo anche chiesto la sfiducia nel suo primo mandato. Le nostre perplessità – aggiunge – si sono rinvigorite durante l’interim di Musumeci che non si è mai degnato di venire all’ARS a rispondere e confrontarsi sulle falle registrate nella gestione dell’emergenza covid ma anche negli ospedali con interi reparti ordinari abbandonati a loro stessi, senza medici e poco personale sanitario. E’ solo una questione di potere e poltrone: la Sicilia affonda ma con ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”.

Non si risparmia il Movimento 5 Stelle: “La rinomina di Razza? Indecente: l’ennesimo atto di egoismo di Musumeci che mette in primo piano i propri interessi e quelli della sua ricandidatura davanti a quelli della salute pubblica e dei siciliani. Questo suo atto di arroganza conferma, ove ce ne fosse bisogno, che quando il presidente si muove fa solo danni. Ci verrebbe da dire, meglio quando è in catalessi, come al solito”. Lo affermano il capogruppo Giovanni Di Caro e i componenti 5 stelle della commissione Salute, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca. “Premesso – dicono i deputati – che l’assessore rientrante andava messo da parte anche prima dell’inchiesta della magistratura per la sua manifesta incapacità, tanto da fare presentare alle opposizioni una mozione di censura nei suoi confronti, non comprendiamo cosa sia cambiato dal momento delle dimissioni ad oggi. A questo punto ci chiediamo perché Musumeci le abbia accettate, facendo ora questa retromarcia che sa dell’ennesima beffa ai siciliani. Razza in ogni caso rimane l’assessore che era consapevole del fatto che veniva artatamente alterato il denominatore del rapporto tra tamponi positivi e tamponi effettuati. Alla luce di questo, quale credibilità può avere un assessore simile?”.