A quasi due anni dalla fine della legislatura, Nello Musumeci si appresta a concedere a Forza Italia il “rimpastino”. La decisione sarebbe (quasi) ufficiale. Sancita da un vertice fra il governatore e Gianfranco Micciché martedì scorso alla buvette dell’Ars. L’incontro, alla presenza del “facilitatore” Riccardo Savona, è servito a sbollire gli animi dopo mesi difficili, in cui Micciché ha accusato Musumeci di essere troppo diffidente nei suoi confronti e fidarsi delle persone sbagliate. E dopo aver ribadito, a mezzo stampa, che senza coinvolgere gli alleati non si può fare politica.

Il presidente della Regione, che non ha alcuna intenzione di stravolgere la sua squadra, ha concesso lo spostamento di due pedine. Miccichè, però, non potrà toccare il “nemico” interno Gaetano Armao, che è ancora in quota Forza Italia (hanno partecipato insieme alla convention di Marco Zambuto, ad Agrigento): l’assessore all’Economia gode della stima del governatore, ed è stato indicato da Berlusconi a Tajani. L’altro “intoccabile” è Marco Falcone, assessore alle Infrastrutture, che ormai da mesi rappresenta l’opposizione interna a Forza Italia (è commissario provinciale a Catania) e appartiene al cerchio magico di Musumeci. Restano due opzioni, ventilate da sempre: Edy Bandiera, assessore all’Agricoltura, e Bernadette Grasso, responsabile delle Autonomie e della Funzione Pubblica. La seconda conserverebbe un seggio all’Ars.

In entrata, secondo gli ultimi rumors, ci sarebbero il nisseno Michele Mancuso, vicepresidente del gruppo parlamentare, e Toni Scilla, responsabile del partito nel Trapanese. Il commissario regionale di Forza Italia sostiene da tempo di voler garantire rappresentanza a tutte le province. Il progetto spinge in questa direzione. Ma ci sono almeno un paio di calcoli da approfondire: mentre lo spostamento di Bandiera non presuppone rivoluzioni, l’addio alla Grasso toglierebbe alla giunta di Musumeci l’unica rappresentante donna. Nulla che vada contro la legge, ma qualcuno avrebbe da ridire. Così resta in pista la candidatura di Maria Antonietta Testone, massima rappresentante regionale di Azzurro Donna (il movimento al femminile di Forza Italia). A pagare pegno, in qquesto caso, sarebbe Mancuso.

In alternativa, potrebbe muoversi l’Udc, inserendo Margherita La Rocca Ruvolo – attuale presidente della commissione Sanità – al posto del “tecnico” Pierobon, garantendo in questo modo la “quota rosa”. Ma in questo caso il turnover – destinato a concludersi dopo le Amministrative – diverrebbe un mezzo rimpasto e toccherebbe più equilibri. Musumeci preferirebbe evitare.