Orlando 1 – Musumeci 0. E’ finito così il primo round della disfida al Tar fra il sindaco di Palermo e il presidente della Regione sulla questione rifiuti. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo ha infatti sospeso una parte dell’ordinanza del “commissario” Musumeci che intima ai sindaci dei Comuni che non raggiungono il 30% di differenziata di stipulare entro il 31 luglio accordi per “esportare” i rifiuti con una delle quattro società che hanno riposto alla chiamata del commissario.

Il Tar non s’è pronunciato nel merito ma ha trasformato il bazooka puntato di Musumeci sui sindaci in un mazzo di violette da cui ovviamente i primi cittadini ora sono terrorizzati. Perché il presidente, conoscendo i suoi polli, aveva inserito nell’ordinanza che chi non avesse rispettato il termine del 31 luglio sarebbe stato dichiarato decaduto. Cioè saltavano sindaco e consiglio comunale, come quando non si approva il bilancio. E quale parte ha sospeso il Tar? Ma ovviamente quella in cui si prevede la decadenza delle amministrazioni inadempienti. Ai sindaci riottosi, a Leoluca suo, Musumeci può intimare aspramente: Orsù birbantello non esser birichino!

E così adesso nella regione più “fitusa” d’Italia, nel senso che la monnezza emana cattivi odori se non trattata e portata a spasso sui camion per la Sicilia e poi scaricata in discarica (e intanto a Bellolampo si prepara la settima vasca che fra poco Malagrotta a Roma in confronto sarà un piccolo impianto modello); nella regione che ha il record italiano del peggior smaltimento dei rifiuti; la magistratura amministrativa ha deciso di togliere al Commissario governativo l’unica arma di pressione nei confronti dei sindaci.

Non ci vuol molto a immaginare che nei municipi isolani, quando chiameranno dalla Regione per chiedere di adempiere agli obblighi regionali, nazionali ed europei sulla spazzatura, riecheggeranno reazioni alla Alberto Sordi nei Vitelloni (“Lavoratori…”).

Vabbè, tanto ora viene agosto e la Sicilia farà la sua porca figura anche con i turisti, poi arriverà settembre e magari piove, magari il governo manda l’esercito, magari il Tar a fine settembre nell’udienza di merito dirà che sì, i sindaci si possono cacciare, lo sapete come sono fatti i giudici, e allora “tutti a casa”.

Intanto però Orlando al mare se la ride, Musumeci con la monnezza per strada se la piange. Perché pure i commissari piangono. Perfino quelli in orbace.