E’ caduta l’accusa di associazione a delinquere, ma Silvana Saguto, l’ex presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, non ha alcun motivo per esultare. Oltre alla condanna inflitta dal Tribunale di Caltanissetta – 8 anni e 6 mesi di reclusione per la gestione clientelare dei beni confiscati alla mafia – c’è un immenso giro di risarcimenti alle parti civili, che raccontano meglio di qualunque altra cosa il “buco” creato dal cerchio magico. Soldi che i giudici hanno deciso di “blindare” subito. In questo capitolo rientra la confisca della casa di via De Cosmi, a Palermo, dove l’ex magistrato, radiato dal Csm, abita con la famiglia. Per un valore di 328 mila euro, secondo la sentenza.

In quell’abitazione al 6° piano, che Provenzano, l’ex professore della Kore, indicava genericamente come un posto “davanti alla scuola Trieste”, era un via vai di persone. Una corte per pochi devoti, di cui nessuno doveva sapere. Ma che gli uomini del nucleo di polizia tributaria sono riusciti a “espugnare” grazie a frequenti appostamenti: si travestivano da operai, studenti e padri di famiglia coi sacchetti della spesa, riuscendo a immortalare i fedelissimi che varcavano l’ingresso del palazzo. Spesso per portare alla giudice delle prebende alimentari: fragole, ciliegie, cantalupi, pomodori…

A Cappellano Seminara, l’amico avvocato dalla Saguto, uno dei più influenti amministratori giudiziari, invece è stato confiscato un immobile in via Roma del valore di 100 mila euro oltre a undici quote della Legal Gest Consulting srl con sede in via Mariano Stabile. Il tribunale presieduto da Andrea Catalano ha disposto risarcimenti per 2,1 milioni in favore della Presidenza del Consiglio. Per “danni non patrimoniali”. La cifra più alta dovrà pagarla la Saguto, 500 mila euro. L’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, 400 mila; l’ex professore della Kore Carmelo Provenzano, 250 mila; il marito della Saguto, Lorenzo Caramma, e l’amministratore giudiziario Roberto Santangelo, 200 mila euro ciascuno; l’ex prefetto Francesca Cannizzo e il colonnello Rosolino Nasca, 150 mila euro ciascuno.