Ci voleva l’autorevolezza del professore Paolo Emilio Carapezza e di un suo intervento pubblicato su Repubblica per dire alla politica che così non si può andare avanti, che all’Orchestra sinfonica, debbono prevalere le ragioni artistiche di Strawinski, che la diresse per la sua ultima tournée, e non la logica maleodorante del Cencelli, il manuale che sovrintende alla spartizione del sottogoverno. Lo sanno pure le pietre che l’accordo tra i partiti di maggioranza alla Regione prevede l’arrivo di Ester Bonafede, che ha già guidato la Fos in quelli che Carapezza chiama “i suoi anni bui”. Ma la sovrintendenza affidata a un architetto, per di più graffiato da una fastidiosa ombra giudiziaria, finirebbe per apparire come un predicato molesto non solo nei confronti di chi alla Sinfonica ci lavora, ma anche e soprattutto della Sicilia. L’onesto Musumeci dovrebbe saperlo.