Sito dell’Inps in ‘tilt’, non solo per le migliaia di domande arrivate per ottenere l’indennità di 600 euro per i lavoratori autonomi, ma anche, hanno spiegato il premier Giuseppe Conte e il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, per colpa degli hacker. Il sito è tornato accessibile nel pomeriggio, ma ci sono rallentamenti per aprire i servizi delle prestazioni per coronavirus che da molte postazioni risultano ancora bloccati. Sul sito dell’istituto erano giunte fino a 300 domande al secondo. “L’Inps – ha spiegato Tridico a Rainews24 – ha ricevuto 339.000 domande per l’indennità dei lavoratori autonomi che hanno dovuto interrompere la loro attività a causa dell’emergenza coronavirus”. Tridico ha ribadito che non c’è un ordine cronologico per il pagamento della prestazione di 600 euro e che i pagamenti cominceranno il 15 aprile e proseguiranno per tutto il mese.

Numerosi utenti, inoltre, hanno segnalato che dopo aver fatto login con i propri username e password, riuscivano ad accedere alle domande effettuate da altri con i relativi dati personali (anche informazioni molto sensibili, come le situazioni di invalidità). Non solo il blocco, anche la violazione della privacy.

“Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi, e anche stamattina, violenti attacchi hacker. Questa mattina si sono sommati ai molti accessi – aveva spiegato in mattinata il presidente dell’Inps – e il sito non ha retto. Ovviamente nei giorni scorsi – ha aggiunto – abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti”. Ma la questione è subito sfociata in polemica. Tra i commenti più pungenti quello del capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone: “Iban non Inps: quattro lettere che fanno la differenza. L’Inps ha tutti i dati dei suoi utenti: bastava comunicare l’Iban nel cassetto fiscale. Ci voleva un minuto, ma come al solito ha vinto la burocrazia”. Mentre su Twitter, fra le migliaia di commenti inviperiti di chi non ha potuto accedere al sistema, l’hashtag #inpsdown è subito finito fra le tendenze.

Il Garante per la Privacy ha avviato un’istruttoria sulla violazione dei dati personali legata alla ‘falla’ che si è aperta ieri nel sito dell’Inps, “allo scopo di effettuare opportune verifiche e valutare l’adeguatezza delle contromisure adottate dall’ente e gli interventi necessari a tutelare i diritti e le libertà degli interessati”. L’Autorità sottolinea anche l'”assoluta necessità che chiunque sia venuto a conoscenza di dati personali altrui non li utilizzi ed eviti di comunicarli a terzi o diffonderli, ad esempio sui canali social”. Le domande fin qui pervenute sono un milione e mezzo.