Ci risiamo. E’ come riavvolgere un nastro: Matteo Salvini, ministro dell’Interno, finisce nel registro degli indagati per il caso Sea Watch, la nave dell’ong olandese tenuta per 12 giorni al largo di Siracusa e poi fatta sbarcare al porto di Catania. L’accusa è sequestro di persona. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che per le ong non nutre una spiccata simpatia, ha trasmesso il faldone al tribunale dei Ministri, chiedendo contestualmente l’archiviazione per il capo del Viminale. Esattamente come accaduto per Diciotti. Solo che in quel caso gli eventi presero un’altra piega e i tre giudici competenti per i reati ministeriali richiesero l’autorizzazione a procedere al Senato, che poi la negò a larga maggioranza con il contributo attivo dei 5 Stelle. Stavolta, però, Salvini non è solo. Assieme a lui risultano indagati il premier Giuseppe Conte, l’altro vice Luigi Di Maio e il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli. La loro posizione sarà valutata entro 90 giorni. “Io non cambio idea, per il bene degli italiani con me i porti sono e rimangono chiusi” ha ribadito il capo della Lega. “Ho letto dell’indagine a carico di Salvini: ho ricevuto la stessa notifica, sono indagato anche io ma non mi sento Napoleone”, ha invece replicato Di Maio, il cui rapporto con il collega appare sempre più precario.