«Il voto favorevole del Presidente Schifani all’autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli non stupisce. La sua missione, fin dalla candidatura, è stata quella di affossare definitivamente la Sicilia. E la scelta di votare a favore, evitando ancora una volta il confronto con il parlamento, ne è la dimostrazione”. Lo ha scritto in una nota Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, all’indomani della decisione di Schifani di esprimersi a favore del ddl in Conferenza delle Regioni.

“Schifani continua a scambiare il parlamento per il suo scendiletto, evitando di confrontarsi con tutte le forze politiche per decidere come orientare il voto in conferenza Stato-Regione, che non è un organismo di partito, ma rappresenta a tutti gli effetti i territori regionali – scrive ancora De Luca – Il presidente Schifani prima di avventurarsi nel suo ulteriore gesto di “prostituzione politica” nei confronti dei partiti romano centrici che lo hanno individuato come miglior “servo sciocco” avrebbe dovuto pretendere l’applicazione integrale dello Statuto di autonomia siciliana per garantire ai siciliani gli oltre 10 miliardi di euro l’anno derivanti dalla leale attuazione degli art. 36, 37 e 38 dello statuto siciliano”.

Polemica anche dal Pd: “E’ ignobile che la Sicilia si sia espressa a favore del disegno di legge sull’autonomia differenziata – scrive il segretario dem Anthony Barbagallo – Il progetto di autonomia differenziata portato avanti dal leghista Calderoli punta, di fatto, a dividere il Paese in due parti: da un lato in Nord ricco che produttivo, dall’altro il Mezzogiorno povero di infrastrutture e sempre più bisognoso di investimenti utili a colmare questo gap, che invece diventa così impossibile da recuperare. Schifani in questo modo condanna, per mera convenienza politica, la Sicilia a restare povera, senza lavoro, emarginata rispetto alle altre regioni del Settentrione. Di questa posizione espressa oggi il presidente della Regione ne deve dar conto ai siciliani”.

Per il referente regionale dei Cinque Stelle, Nuccio Di Paola, “l’autonomia differenziata rischia scavare una voragine tra il Sud e Nord d’Italia e di essere la pietra tombale sul futuro della Sicilia. È assurdo che la Sicilia, in sede di conferenza delle Regioni, abbia votato a favore. Per una volta si poteva e si doveva dismettere la casacca di partito e indossare quella dei siciliani, di quelli cioè che hanno votato questo governo regionale con l’illusione che potesse fare i loro interessi”.

“Il progetto esitato in Conferenza Stato-Regioni – si difende Schifani – è un primo punto di partenza votato da tutte le Regioni di centrodestra. Sono state introdotte, nel corso di questi mesi di dibattito, grandi modifiche: dal ruolo del Parlamento che dovrà pronunciarsi sui pareri (al posto delle Commissioni), fino all’individuazione dei Lep, che sarà molto piu lunga e articolata, ma sono previste novità anche sui costi standard e sul costo storico”.

“Confidiamo – ha aggiunto il governatore – in un secondo tavolo, che sarà attivato presto. Siamo una Regione a Statuto speciale, che gode già di piena autonomia finanziaria prevista dagli articoli 36 e 37 dello Statuto, non dimentichiamolo. Abbiamo già ottenuto la disponibilità del ministro Calderoli all’istituzione di un tavolo bilaterale per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione nella sua nuova formulazione, con il principio dell’insularità inserito sul finire della precedente legislatura che dà diritto a Sicilia e Sardegna a ottenere sui trasporti un indennizzo per i disagi provocati dalla peculiarità geografica. Abbiamo chiesto inoltre al ministro Calderoli – ha concluso Schifani – di riaprire il tavolo per la riattivazione di quelle prerogative che abbiamo perso, non certo per colpa di questo governo o dei governi più recenti, ma perché le classi politiche siciliane del passato hanno ceduto alle pressioni nazionali affinché queste prerogative venissero spente e permesso che le tasse fossero trattenute dallo Stato anzichè lasciate sul territorio. Sarò tutore dei siciliani, dei loro diritti, delle nostre prerogative, dell’articolo 119 e dell’insularità e non certo un traditore”.