Si è parlato di turismo, e del decreto che assegna quasi 4 milioni (senza bando) a una società del Lussemburgo per la realizzazione di una mostra fotografica, in dodici scatti, al Festival di Cannes. Ma la vera gallina dalle uova d’oro, su cui la Regione ha cominciato a puntare da pochi mesi, è il cinema. L’ha fatto grazie a una figura di prestigio, buona per tutte le occasioni: cioè Nicola Tarantino, ex ufficiale della Guardia di Finanza, nonché funzionario regionale; ma soprattutto dirigente della Sicilia Film Commission e, dato che non vogliamo farci mancare nulla, commissario straordinario della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, che negli ultimi due anni è letteralmente naufragata.

E’ Tarantino l’anello di congiunzione fra l’assessorato al Turismo e la Absolute Blue; è lui, come emerge da alcune carte finite sui giornali (ancor prima che sul tavolo di Schifani) a imbastire un contatto redditizio con Patrick Nassogne, amministratore unico della società lussemburghese con appena tre dipendenti a carico; è lui, da responsabile unico del procedimento, a ‘vistare’ il decreto del 20 dicembre scorso che getta nel panico Schifani, ben lieto di ricevere l’aiuto della Corte dei Conti per fare luce su “provvedimenti che sono sfuggiti alla sottoposizione della giunta”. Tarantino, scelto e voluto fortemente dall’ex assessore al Turismo Manlio Messina, è soprattutto colui che – nella ricostruzione del Fatto quotidiano – “dà una forte sterzata agli appetiti hollywoodiani dell’Isola”.

Significa, sostanzialmente, garantire lauti incentivi ai produttori che decidono di insediare il set (tv o cinema poco importa) in Sicilia. Accade con un primo investimento da 3 milioni nel 2021, e con il successivo (da 10,8) ufficializzato alla fine di novembre da Palazzo d’Orleans. “Bene il cofinanziamento a 18 progetti cinematografici e audiovisivi, dobbiamo continuare su questa strada e rendere la Sicilia attrattiva per le grandi produzioni internazionali – dichiarava Schifani -. Puntiamo a incentivare l’industria del cinema realizzando veri e propri set che possano esaltare il nostro patrimonio culturale e architettonico, al contempo riuscendo ad offrire centinaia di posti di lavoro”. Non è chiaro, come nel caso dei 6 milioni assegnati alla Absolute per le due edizioni della mostra sulla Croisette, qual è il rapporto costi/benefici. Chi stabilisce, e con quali strumenti, il principio di causa ed effetto tra i milioni spesi dall’allegra comitiva e l’incremento del turismo? Chi misura l’eventuale ricaduta sui flussi dei visitatori e sull’indotto economico? Domande fin qui inevase.

Eppure Schifani coltiva l’idea di un perenne red carpet sin dalla campagna elettorale, quando, oltre ai temi più gettonati (il Ponte sullo Stretto e la semplificazione amministrativa), non perdeva occasione per ribadire le opportunità offerte dall’industria del cinema. Un principio messo nero su bianco durante le dichiarazioni programmatiche all’Ars, in cui il presidente, adducendo come pretesto gli eventi di natura privatistica intrapresi da imprenditori o magnati della finanza (ma basterebbe l’esempio del matrimonio dei Ferragnez), suggerì di “trasformare questo interesse in produzioni cinematografiche che, senza intaccare la tutela dei monumenti, possano invogliare grandi case cinematografiche a realizzare film di loro interesse anche in Sicilia. Come? Creando un minimo di infrastrutture tecniche che le invogli a scegliere la Sicilia” dove “magari possano trovare una campagna di promozione pubblicitaria da parte della Regione” o “una struttura mobile” che “invogli chi vuole produrre un grosso film”.

Nessuno aveva informato i siciliani che a occuparsi di tutto, però, sarebbe stato Nicola Tarantino. Il pluricommissario. Diretta emanazione di un partito, Fratelli d’Italia, che già a ottobre aveva palesato una precisa volontà: o la delega sul Turismo o facciamo saltare tutto. Al suo fianco doveva arrivare un “fedelissimo”, che i patrioti illuminati di via della Scrofa hanno individuato in Francesco Paolo Scarpinato, ex consigliere comunale di Palermo, bocciato alle Regionali, ma successore ideale di Manlio Messina. Graditissimo anche a Lollobrigida, il cognato della Meloni. Sembrava procedere tutto per il verso giusto, fino a quel dannato decreto che l’assessore non ha trovato il coraggio di spiegare: “Prima ne parlo con Schifani”. Ma che, tuttavia, col trascorrere delle ore, prende forma su giornali e siti online, ampiamente documentato da atti ufficiali di cui il governatore, nelle ore dello scandalo, aveva chiesto la trasmissione. Non aveva precisato “in via prioritaria e confidenziale”.

Ce n’è uno, firmato dallo stesso Tarantino, in cui si “chiede di conoscere se per il 2022 sussistano in capo alla Absolute Blue profili di esclusività nell’organizzazione, anche sotto il profilo logistico, degli eventi di comunicazione e promozione da svolgersi nell’ambito del citato festival” di Cannes. L’esclusività è l’espediente grazie al quale è stato possibile sorvolare sull’avviso pubblico e affidare l’incarico della realizzazione di ‘Sicily, Women and Cinema’ attraverso una semplice procedura negoziata. E’ la Regione che cerca ventura in Lussemburgo, e non il contrario. Mentre in un’altra lettera che parte dal dipartimento al Turismo, si comunica al signor Nassogne (che peraltro è la stessa persona di Moja, curatore dello shooting fotografico) “l’avvio dell’istruttoria, inerente alla procedura di affidamento dai servizi necessari alla realizzazione del progetto”.

Per Schifani sarà difficile archiviare questo scandalo come se niente fosse: “Abbiamo chiesto chiarimenti all’assessore per acquisire il fascicolo e per le valutazioni sugli aspetti di questi fondi utilizzabili per la promozione turistica – ha ripetuto ieri a ‘SkyTg24’ -. Nel rispetto dell’autonomia assessoriale, avrei preferito avere una cognizione preventiva”. E ha rimarcato: “Attendiamo questi documenti per una valutazione complessiva di carattere tecnico e politico, per verificare se la Regione con questo contratto stipulato abbia acquisito le proprie tutele nei confronti di eventuali inadempienze da parte di questa società. Società sulla quale faremo anche delle verifiche per conoscerne la consistenza patrimoniale. In tutta sincerità si tratta di un fatto che avrei preferito non fosse successo”.

E’ un fatto che lascia inevitabili strascichi, e che pone un problema sull’intera catena di comando. Che, vale la pena ricordarlo, Schifani non ha selezionato personalmente. Ma ha, più o meno, subìto. Non avrebbe voluto Scarpinato come assessore al Turismo, ma è stata l’arroganza di Fratelli d’Italia a imporglielo; e tanto meno aveva scelto Tarantino, deus ex machina e decisore dei processi artistici di Palazzo d’Orleans, il cui contratto alla guida di Sicilia Film Commission è stato rinnovato a ottobre scorso (quando Schifani s’era appena insediato) fino al 2024. Forse l’hanno scambiato per Quentin, il celebre regista di Hollywood. Invece è un Nicola qualunque.