L’ansia di utilizzare – o strumentalizzare – il clamore mediatico suscitato dagli immigrati d’Africa da parte di un personaggio che è balzato al centro della questione di interesse pubblico, non fa ben valutare quali sono i risvolti ambigui del caso che potrebbe portare a chi lo assume un vantaggio elettorale. Il gioco perverso di specchi tra immagine elettorale e scelta delle candidature non andrebbe però a conclusione se non intervenisse la potenza mediatica, oggi più che mai decisiva attraverso la Tv e i social. Nessuno può negare che se non vi fosse stata la promozione di ben noti talk show televisivi e di qualificate testate periodiche, il signor Soumahoro sarebbe rimasto a svolgere la sua attività di organizzatore sindacale degli emigrati. Continua su Huffington Post