Con una seduta solenne durata circa un’ora, l’Assemblea regionale siciliana ha ricordato la figura di Piersanti Mattarella, l’ex presidente della Regione siciliana assassinato il giorno dell’Epifania di quarant’anni fa a Palermo. Era presente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che l’obiettivo della fotografa Letizia Battaglia, il 6 gennaio del 1980, immortalò chinato sul corpo senza vita del fratello, nel tentativo di estrarlo dall’auto. Dopo l’inno di Mameli, risuonato puntualmente alle 11.30, ha preso la parola il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, che fra le numerose intuizioni di Piersanti, ha evidenziato quella di “una seria politica meridionalista. Mattarella capì che c’era bisogno di unità – ha detto il massimo inquilino di palazzo dei Normanni -. Capì che era necessaria una pressione da parte del Sud capace di avanzare le giuste rivendicazioni per controbilanciare il potere del Nord. Il presidente Piersanti Mattarella voleva una regione con le carte in regola, se gli fosse stato consentito di continuare su quella strada, la Sicilia e il meridione non si troverebbero nelle attuali condizioni”.

Micciché, annunciando che alla memoria dell’ex politico della Dc, delfino di Aldo Moro, verrà intitolata la nuova biblioteca dell’Ars, ha sottolineato le doti dell’uomo e del politico: “Un uomo di fede dotato di grande rigore morale, meridionalista, si batté per sprovincializzare la Regione. Pretese la collegialità delle scelte di governo. Era portatore di una morale esigente verso se stesso e verso gli altri. La sua coerenza tra l’etica e l’azione quotidiana politica fu il suo aspetto più importante”. Dopo Miccichè sono intervenuti tutti i capigruppo, da Giorgio Pasqua del Movimento 5 Stelle, a Claudio Fava del Misto. In conclusione l’intervento del presidente della Regione, Nello Musumeci.

Secondo il governatore, “il merito maggiore del presidente Piersanti Mattarella” è consistito “nell’avere accettato la sfida del cambiamento e dell’innovazione. La mafia, la cui presenza si osava negare, a quei tempi, attivava il suo feroce braccio armato per affermare la sua feroce supremazia”. Per questo, “lui fu chiamato ad agire con coraggio, con riforme essenziali e profonde, con la necessità del risanamento e del cambiamento”. Mattarella, ha detto ancora Musumeci, “fu l’uomo che ebbe il coraggio di tentare di rompere certi equilibri, ma prese atto di una amara verità: nello scontro tra il vecchio e il nuovo è ancora il vecchio a vincere. La regione con le carte in regola da lui sognata fu una condanna a morte per un uomo ormai isolato. Il tragico epilogo ha fatto sì che il suo lavoro restasse incompiuto”. Un incompiutezza che sarà possibile contrastare solo “quando tutti i siciliani vorranno partecipare a un pieno processo di cambiamento”.

FAVA: “IMPOSSIBILE COLMARE IL VUOTO DELL’ASSENZA”

Anche il deputato dei Cento Passi, Claudio Fava, ha preso la parola rivolgendosi al presidente della Repubblica: “Signor Presidente, ricordare oggi, in quest’aula, il sacrificio di Piersanti Mattarella rappresenta, per chi le parla, un privilegio e al tempo stesso una fatica. La fatica di chi sa bene che la misura del tempo trascorso, per quanto ampia, non potrà mai compensare il vuoto delle assenze. E di queste assenze, di quanto mordano ancora oggi la nostra esistenza, abbiamo tutti dolorosa consapevolezza. Certamente io e lei… Ricordare Piersanti Mattarella vuol dire soprattutto ripercorrere l’eredità che ci ha lasciato: il rigore civile, la forza morale, la generosità del suo ottimismo. E mi piace, qui ed oggi, citare un’altra sua qualità, una risorsa umana di cui spesso la politica è orfana: la capacità di saper dire dei no. (…) Questo è un tempo difficile. Oggi qui evochiamo la violenza omicida delle mafie, ma dobbiamo farci carico anche di una violenza culturale prepotente: il tentativo di riabilitare fascismo, razzismo, antisemitismo, di trasformarli in una cifra indelebile, un livido sulla coscienza di questo paese. In questo senso le sue parole, signor Presidente, sono state sempre un monito chiaro, netto, prezioso per tutti noi. Anche la vicenda umana e politica di suo fratello Piersanti si muove nella medesima direzione: il rigetto di ogni mafia e la difesa della verità suonerebbero oggi come la condanna più alta per chi tenta di inquinare lo spirito di questa nazione riabilitando quelle offese e umiliando la nostra memoria. Anche per questo siamo grati a Piersanti Mattarella e a tutti coloro che, cadendo sotto la violenza delle mafie, ci hanno insegnato che non furono eroi ma solo donne e uomini giusti, appassionati difensori della verità. E la verità è la più alta delle nostre risorse per combattere ogni mafia”.

LA COMMEMORAZIONE IN VIA LIBERTA’ E AL GIARDINO INGLESE

Cinque corone di fiori, questa mattina, sono state posizionate ai lati della targa che ricorda Piersanti Mattarella, a quarant’anni dall’eccidio del 6 gennaio 1980. Alla commemorazione di via Libertà, a Palermo, erano presenti i figli e i nipoti dell’ex presidente della Regione siciliana, caduto sotto i colpi della mafia (ma non si ha ancora certezza sugli autori materiali del delitto). C’erano anche il ministro del Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, e le massime cariche istituzionali dell’Isola: dal governatore Nello Musumeci al presidente dell’Assemblea siciliana Gianfranco Miccichè, passando per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Numerose le autorità civili e militari.

“La mafia che ha voluto uccidere Piersanti Mattarella non ha vinto, eppure non ha nemmeno perso perché quella riforma profonda delle istituzioni che Mattarella voleva realizzare in Sicilia, e di cui c’è bisogno in tutto il Paese, è un lavoro che ancora deve essere portato a compimento: le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali”. Così il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, a margine della commemorazione. “Piersanti Mattarella è stato un uomo che ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni. Lascia l’eredità di una politica concepita come uno sforzo altissimo di un impegno civile, lascia l’idea che fosse necessaria per lo sviluppo una amministrazione efficiente ed efficace”.

Al termine della commemorazione di via Libertà, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con una cerimonia, ha attribuito al Giardino Inglese il toponimo “Parco Piersanti Mattarella – Giardino all’Inglese”. All’interno dei giardini è stata collocata una lapide in memoria del politico Dc. “Questa intitolazione – ha detto il sindaco Orlando – serve a fare memoria e conferma l’ammirazione per Piersanti Mattarella. Il parco è in via Libertà dove Piersanti ha vissuto ed è stato ucciso ed è delimitato dal viale Carlo Alberto Dalla Chiesa: è un monito che vale per oggi e per domani”.