“Che senso ha recensire spettacoli che dal vivo possono vedere solo i critici e che il pubblico dovrebbe vedere nel surrogato deprimente che è lo streaming? Ancora di più l’opera lirica in cui la performance di direttori, musicisti, cantanti è mortificata dall’approssimazione degli apparecchi audio”. Lo scrive la regista palermitana Emma Dante sui social. Una presa di posizione dura e in contrasto con quanti, in questi mesi di difficoltà, stanno mettendo in scena gli spettacoli con la formula dello streaming, pur di mandare avanti l’attività degli enti.