Da qualche giorno l’ex ministro della Semplificazione (col governo Letta) Gianpiero D’Alia, è stato nominato dal governo Draghi consigliere della Corte dei Conti. Un incarico di grande prestigio per l’avvocato messinese, che è in scadenza nell’altro ruolo assegnatogli dopo l’addio alla politica attiva, nel 2017: quello di membro del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, che aveva ottenuto grazie al voto dei suoi ex colleghi alla Camera dei Deputati. D’Alia, che è stato sottosegretario dell’Interno col governo Berlusconi, tre volte deputato a Montecitorio, e una senatore a palazzo Madama, avrebbe avuto il nuovo riconoscimento grazie alla segnalazione – scrive il Fatto Quotidiano – di Pierferdinando Casini, col quale condivise lo strappo con l’Udc nel 2016, a seguito del fallimento della riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi, che vide incrociare i guantoni fra lo stesso Casini e l’attuale segretario nazionale, Lorenzo Cesa. D’Alia è sempre rimasto in buoni rapporti con Casini, che adesso gli avrebbe fatto da sponda con Draghi, il quale ha sentenziato: nulla in contrario.

Ma al di là del personaggio, sorprende l’usanza. Sono tanti i politici siciliani capaci di riciclarsi negli affari di giustizia. Prima di D’Alia era toccato a Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale dal 2012 al 2017, durante il governo di Rosario Crocetta. L’esponente dell’Udc, che alle ultime Regionali ha fallito la rielezione con una lista a supporto di Fabrizio Micari, nel marzo 2019 è stato nominato componente del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, sezione giurisdizionale. Il cosiddetto Cga, che rappresenta una sorta di Consiglio di Stato alla siciliana, l’organo a cui appellarsi contro le decisioni del Tar. Del Cga fa parte in qualità di membro laico anche l’avvocato Nino Caleca, ex assessore regionale all’Agricoltura.

Poi c’è Titti Bufardeci, altro laureato in Giurisprudenza che ha ceduto alle sirene della politica. Dopo aver fatto due volte il vicepresidente della Regione – l’ultima con Raffaele Lombardo, tra il 2008 e il 2010 – il capogruppo del Pdl all’Ars e il sindaco di Siracusa, è stato ripescato da Crocetta, cui si era affiancato nella campagna elettorale nel 2012 dopo l’addio a Micciché e a Forza del Sud. Fallita l’elezione all’Ars, il governatore di Gela lo reclutò come membro del Cga, dove ha trascorso un settennato. Da poche settimane Bufardeci è il nuovo consulente giuridico e amministrativo del sindaco di Avola: il meloniano Luca Cannata.

Qualche giorno fa, per la cronaca, il Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa, a Roma, ha stoppato la nomina dell’avvocato Nino Lo Presti, ex deputato di Alleanza Nazionale, alla sezione giurisdizionale del Cga: la richiesta del governatore Musumeci non è legittima, dal momento che lo stesso Lo Presti, in passato, aveva fatto già parte della sezione consultiva. L’avvocato civilista del Foro di Palermo ha trascorso quattro legislature alla Camera dei Deputati in quota An, Popolo della Libertà e Futuro e Libertà (il defunto movimento fondato da Gianfranco Fini).