L’affondo del Movimento 5 Stelle in aula, a palazzo dei Normanni, ha dato il suo primo esito: ossia la convocazione in commissione Antimafia dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Il protagonista di un paio di stagioni politiche che riguardano lo scandalo di Sicilia Patrimonio Immobiliare e di un censimento – si credeva da 91 milioni, ma è stato accertato che è di 110 – che nessuno ha mai visto. La notizia è un’altra: che il censimento esiste e non ha alcun senso utilizzarlo. Sono passati troppi anni e la valutazione non è più attuale. Eppure questa storia non finisce qui.

Il presidente Fava ha annunciato nuovi colloqui e Antonio De Luca, uno dei grillini più combattivi all’Ars, nonché componente della commissione regionale Antimafia, ha già chiesto di calendarizzare alcuni appuntamenti: “Vorrei sentire l’ingegnere Giglione, che era il presidente del comitato di sorveglianza di Sicilia Patrimonio Immobiliare, ma anche il presidente della commissione d’inchiesta che nel 2010 seguì la vicenda; e, perché no, tutti i protagonisti di questa vicenda che inizia con la giunta Cuffaro e prosegue con le giunte di Lombardo e di Crocetta, fino all’attuale. Inoltre – continua De Luca – è necessario acquisire tutta la documentazione, compresi i contratti di collaborazione a progetto di chi materialmente ha svolto quel lavoro”.

Sono arrivati così tanti spunti da Armao?

“Abbiamo fatto una ricostruzione ampia. Con l’assessore ci eravamo confrontati in aula, anche se in maniera più blanda. La richiesta di convocarlo in commissione Antimafia è nata dal suo atteggiamento un po’ troppo titubante. Mi reputo soddisfatto di com’è andata. Armao ha collaborato e fornito elementi per poter chiedere ufficialmente al presidente Fava di aprire un’inchiesta”.

Perché il verbale dell’audizione è stato secretato?

“Perché nel suo rendere le dichiarazioni, Armao ha fatto nomi e cognomi che, a suo modo di vedere, è giusto al momento non rivelare. Di certo c’è solo il grande spreco di denaro pubblico. Questa storia meritava di essere approfondita molto tempo prima”.

Perché, secondo lei, non è avvenuto?

“Se non avessimo insistito noi, e non avessimo chiesto ripetutamente ad Armao dov’era finita la password, secondo voi sarebbe venuta fuori oppure no? In politica la determinazione di un’azione fa la differenza. Gli strumenti sono dell’assessore, non miei, che faccio il deputato di opposizione. Io valuto i fatti: questa password è uscita dopo il nostro intervento in aula. Mi chiedo tuttora com’è possibile, dato che oggi un quattordicenne è in grado di hackerare il sito della Nasa”.

Un altro capitolo è rappresentato dal costo abnorme di questo censimento.

“Il punto è come la Regione si sia cacciata in questa situazione, come una roba che doveva costare 13 milioni ne sia costati 90 o 100. Ma ora il censimento è accessibile e ho presentato richiesta di accesso agli atti per vedere cosa contiene. Ci sono catalogati 4 mila fra immobili, boschi, terreni e praterie. E mi interessa vedere come è stato realizzato: una perizia di valutazione non è composta da mille elementi, ma da cinque o sei che devono esserci obbligatoriamente”.

Altri dubbi?

“Devono ancora spiegarmi come in una società partecipata al 75% dal pubblico e al 25% dal privato, la direzione spetta al privato e non al pubblico. E a tal proposito ho notato alcune anomalie…”.

Quali?

“Leggendo lo statuto di Sicilia Patrimonio Immobiliare, sembra che la sua stesura sia avvenuta in modo tale da lasciare al privato la possibilità di prendersi la governance. Lo statuto prevede, inoltre, la possibilità di allargare l’oggetto dell’attività. In varie fasi di questa storia si dice che il prezzo del censimento sia aumentato: mentre in un primo tempo si pensava di verificare il patrimonio della Regione in senso stretto, poi l’oggetto del contratto è stato allargato a Iacp, Asp, aziende ospedaliere etc… Ma questo era già previsto dallo statuto: quindi, devo capire se è nato così, e allora chi l’ha scritto aveva la vista lunga, oppure se si tratta di uno statuto diverso. Ci sono tanti spunti di riflessione e non possiamo ancora pronunciare la parola fine. Dall’audizione di ieri nasce un interesse per la commissione, il parlamento e la Regione di approfondire”.

Ci può almeno dire se Armao ha riconosciuto le proprie responsabilità?

“I verbali sono secretati, ma alcune cose le aveva già dichiarate pubblicamente. Lui dice di aver ricoperto l’incarico di assessore quando i pagamenti a Spi erano materialmente avvenuti. Assieme all’ex governatore Lombardo, si dichiara l’artefice del fermo. Come se tutta questa storia fosse riconducibile a Cuffaro e a chi c’era prima”.