Massimo e Michela hanno rispettivamente 66 e 55 anni. Sono una coppia torinese che ha deciso di trascorrere il primo anno della pandemia lontano da casa, a Panarea, nell’arcipelago delle Isole Eolie. Sulla loro storia si è soffermata l’Agi. “Abbiamo vissuto in libertà dai primi di giugno – spiega la donna – e non abbiamo intenzione di muoverci per ora, non ci piace la vita che vediamo ‘fuori’ anche se abbiamo voglia di rivedere i nostri cari e speriamo di poterlo fare presto, appena le cose si sistemeranno. Sono rimasta colpita dal fatto che, prima del nostro arrivo, così mi è stato riferito, per qualche tempo alcuni abitanti hanno assunto un atteggiamento ‘antico’, quello di difendere l’isola da possibili nemici in arrivo con l’aliscafo. Se anche uno di loro andava e tornava da Milazzo veniva percepito come pericolo e si guardava con sospetto agli ‘sconosciuti’ che approdavano”. “Poi però”, prosegue, “non so cosa sia successo nella testa di chi vive qui, circa 300 persone, ma è come si siano dimenticati di tutto e il Covid è diventato tra loro un argomento di discussione molto marginale”.

A fare la stessa scelta di Michela e Massimo un’altra ventina di persone. “Ci frequentiamo in modo fisso in un gruppo di sei, siamo diventati come una famiglia”. E ancora: “A Panarea i carabinieri sono ‘stagionali’, ora non ci sono e a volte sono un po’ preoccupata se penso che possa succedere qualcosa. Viene una farmacista una volta alla settimana, abbiamo un medico di base. Il giornalaio non c’è, mi informo con la radio. Una volta sono andata a fare la spesa a Lipari – prosegue Michela – e ho avuto una crisi per le distanze che mi sono sembrate difficili da mantenere. Ho deciso di non andarci più”. Nei mesi scorsi – ricorda l’Agi – sono stati registrati due casi di Covid, che hanno riguardato altrettanti operai, i quali hanno scoperto di essere positivi appena sbarcati grazie a un test fatto in precedenza. Sono stati subito isolati, “se poi il Covid sia girato durante i mesi estivi non si sa”, dicono gli isolani all’Agi.

Il bollettino di mercoledì in Sicilia

Sono 695 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia su 22.360 tamponi processati con una incidenza di positivi di circa il 3,1%, in discesa rispetto a ieri. La regione è settima nel contagio di oggi. Le vittime sono state 29 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.757. Il totale degli attualmente positivi è 37.587, con una diminuzione di 934 casi rispetto a ieri. I guariti sono 1.600. Negli ospedali continuano a diminuire i ricoveri che adesso sono 1.278; ovvero 59 in meno rispetto a ieri e diminuiscono anche quelli in terapia intensiva che sono 170 (-6). La distribuzione nelle province vede Palermo con 218 casi, Catania 197, Messina 93, Agrigento 58, Siracusa 38, Trapani 33, Ragusa 23, Caltanissetta 22, Enna 13.

Vaccini anti-Covid, superate le 100 mila prenotazioni in Sicilia

Sono oltre centomila i siciliani del target over 80 che hanno prenotato il vaccino anti-Covid attraverso il sistema telematico nazionale della struttura commissariale per l’emergenza, gestito da Poste Italiane, a cui ha aderito anche la Regione Siciliana. Si tratta di circa il 30 per cento della popolazione che rientra in questa fase della campagna vaccinale. Intanto, a seguito di approfondimenti tecnici, è stato disposto l’annullamento della prenotazione effettuata da cittadini che, pur non rientrando nell’attuale target, avevano inoltrato al sistema telematico la procedura di adesione alla campagna vaccinale anti-Covid. Per evitare il ripetersi di tale anomalia, riconducibile prevalentemente alle sole prenotazioni mediante call center, il sistema ha provveduto a garantire l’accesso ai soli cittadini del target over 80.

Lega: zona gialla e ristoranti aperti fino alle 22

“Con la premessa che è indispensabile che i cittadini osservino tutte le cautele e le disposizioni di sicurezza sanitaria, sono convinto che i numeri sul calo dei contagi nell’ultima settimana possano essere il viatico per la richiesta e l’ottenimento della zona gialla in Sicilia”. L’ha detto il segretario regionale della Lega, Nino Minardo. “Condivido l’ipotesi lanciata dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di ragionare sulla possibilità di entrare in zona gialla già domenica 14 febbraio in maniera da dare un po’ di fiato ad alcune attività commerciali per San Valentino e per i successivi giorni quando ci si avvicinerà a Carnevale. Se ci muoviamo con equilibrio possiamo da un lato evitare nuovi picchi di contagi e dall’altro rimettere in moto alcuni comparti produttivi davvero allo stremo. E’ essenziale, con i protocolli di sicurezza, garantire da subito riaperture ed orari più elastici alle attività di ristorazione e somministrazione, culturali, sportive e ricreative. Faccio solo un esempio: al punto in cui siamo mi pare ovvio e giusto consentire ai ristoranti di lavorare fino alle 22”. “Sul piano delle vaccinazioni – aggiunge Minardo – ho notato l’iniziativa della Regione Veneto: proprio in queste ore il presidente Zaia ha avviato i contatti per verificare la possibilità di acquistare dosi in autonomia pur nel rispetto delle norme nazionali ed europee. Credo che anche il presidente Musumeci possa avviare un percorso simile, quantomeno di esplorazione e verifica dei costi per aumentare il numero di vaccini per i siciliani”.