C’era una volta – e c’è tuttora – il Brass Group, un’istituzione culturale conosciuta in tutto il mondo che ha portato a Palermo i più grandi e inarrivabili miti del jazz, da Chet Baker a Dee Dee Bridgewater; che ha insegnato a centinaia di giovani il valore della musica e il rigore necessario per elevare ogni suono a livello di armonia. Il suo cartellone è stato, da sempre, un firmamento di stelle lucenti e immortali. Immaginate dunque la delusione di chi, cresciuto alla scuola di Ignazio Garsia e Fabio Lannino, abbia visto sulla locandina dell’ultima stagione il volto di un palchettista – a che serve fare il nome? – che non sa andare oltre le tarantelle siciliane. Dicono che la raccomandazione sia partita dall’assessorato al Turismo. Tra i danni fatti dalle faccette nere arroccate alla Regione c’è anche quello di avere appannato l’immensa storia del Brass.