Questa è la verità dei fatti: Renato Schifani ha vinto e Gianfranco Miccichè ha perso. Con le elezioni di settembre i rapporti di forza dentro il partito di Berlusconi si sono ribaltati: Schifani, già pensionato dalla politica, è risorto; mentre Miccichè – che con la guerra contro Fratelli d’Italia aveva già organizzato come meglio non poteva il suo suicidio politico – è stato costretto a chiudere la sua lunga stagione di splendori e strapotere: lo ha travolto l’inarrestabile treno dei risentimenti e dei rancori accumulati in quasi trent’anni da uomini e ominicchi che lui aveva reclutato e poi emarginato. Ieri è stato il giorno apofantico dell’ascensione e della perdizione, per dirla con Gesualdo Bufalino. Ma non ci sono né Giuda né Bruto, né traditori né congiurati, né colpe né peccati. E’ la politica, bellezza! “La verità viene e va, resta l’errore”, annotava Fernando Pessoa.