Stop ai prezzi folli. A tanto – a calmierare le tariffe per il continente – è servito il decreto firmato un paio di giorni fa dal Ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, secondo quanto determinato nella conferenza dei servizi. Tecnicamente, è stato definito come il decreto ministeriale “per imporre gli oneri di servizio pubblico su alcune rotte da e per gli aeroporti di Trapani e Comiso”. In soldoni, vuol dire che chi viaggerà da e verso i due scali minori dell’Isola (soprattutto i residenti in Sicilia), a partire dal prossimo 29 marzo, potrà farlo a tariffe agevolate. Lo Stato e la Regione – con un investimento, rispettivamente, di 31 e 17 milioni di euro – sosterranno delle rotte sociali. E’ un primo passo verso il riconoscimento dell’insularità. Che pone l’Isola in condizioni di svantaggio, a causa della sua composizione territoriale, smarcata dal resto d’Italia, in determinati ambiti come, appunto, quello dei trasporti. La “continuità territoriale”, una volta applicata, servirà a placare la speculazione delle compagnie aeree, specialmente nei periodi più trafficati, come le feste di Natale e le ferie estive.

Lo scorso anno, a fine dicembre, persino il governatore Nello Musumeci incappò in una brutta sorpresa: “Sono stato a Roma a spese mie – ebbe a ridire il presidente della Regione – e quando dovevo anticipare il viaggio di ritorno per raggiungere Catania a seguito del sisma mi è stato detto di pagare 540 euro per il volo Roma-Catania della compagnia italiana: 540 euro sono mezzo stipendio di un impiegato e di un operaio”. La situazione non si riproporrà più, a patto che Musumeci, la prossima volta, scelga Comiso o Trapani come destinazione finale. Si tratta di due aeroporti morenti, alla canna del gas, che da tempo provano a incentivare le rotte tramite un progetto di co-marketing, assieme ai comuni del, territorio, che le compagnie aeree, però, non accolgono. La “continuità territoriale” è forse l’ultimo tentativo per rilanciarli.

A sostenere le rotte sociali sono stati soprattutto i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, che hanno accolto l’ok di Toninelli con esultanze da stadio: “Il decreto era necessario per assicurare ai viaggiatori un’adeguata mobilità aerea attraverso linee e servizi, regolari, continuativi e da svolgersi con voli di linea – ha detto la deputata ragusana, Stefania Campo –. Ecco come si passa dalle parole ai fatti, dalle assemblee ai decreti, dall’ascolto del territorio allo stanziamento concreto dei fondi. Continueremo a lavorare bene, insieme al Governo Conte, per l’aeroporto di Comiso e l’utilizzo reale dell’area smilitarizzata, per la Ragusa-Catania, per il Parco Nazionale degli Iblei, per la crescita culturale, economica e sociale di tutto il nostro territorio”.

Ma come funziona questa “continuità territoriale”? Facciamo chiarezza. Sul sito del Ministero dei Trasporti si accenna al fatto che “per ogni singola tratta il vettore dovrà garantire all’utenza frequenze minime, orari e un numero minimo di posti (sono 140, mediamente, per ogni tratta). Il decreto prevede anche le tariffe massime da applicare per tutto l’anno su ciascuna rotta onerata, sia per i residenti in Sicilia che per i non residenti. Per assicurare la continuità territoriale da e per gli aeroporti di Comiso e Trapani – si legge inoltre – si è stimato un fabbisogno finanziario massimo complessivo di 48.373.020,30 euro, di cui 31,057 milioni di euro a carico dello Stato e 17,315 milioni a carico della Regione Siciliana, indispensabile per far fronte agli obblighi di compensazione nell’eventualità si debba procedere all’aggiudicazione del servizio per il triennio tramite gare pubbliche, per mancata presentazione di accettazione da parte di un vettore senza compensazione e senza diritti di esclusiva”. Sulle cifre l’ha avuta vinta Toninelli. Inizialmente la spesa complessiva doveva aggirarsi sui 46 milioni di euro, poi “sforati” a causa di un aggiornamento contabile: cioè che mancava ha dovuto tirarlo fuori la Regione.

I vettori che intendono operare le rotte dovranno presentare, per ogni singola rotta, l’accettazione del servizio presso l’Enac (l’ente nazionale per l’aviazione civile). Nel caso in cui nessuno dovesse farsi avanti, la rotta potrà essere concessa, in esclusiva, con compensazione finanziaria e per tre anni, tramite gare pubbliche. Una volta ricevute le accettazioni, toccherà all’Enac indire i bandi, fornire le informazioni e mettere a disposizione delle compagnie, in modo gratuito, tutta la documentazione correlata alle gare e agli oneri di servizio pubblico.

Da Trapani sono state già individuate sei tratte per Trieste, Brindisi, Parma, Ancona, Perugia e Napoli. Si volerà una volta al giorno per ognuna di queste destinazioni. La tariffa massima, per tratta, assegnata ai residenti è di 45 euro (per Trieste e per Parma), di 35 per tutte le altre mete. I “non residenti”, invece, si troveranno a pagare fra le 50 e le 60 euro. Anche a Comiso arrivano i super saldi: ci saranno due voli al giorno per Roma Fiumicino (la tariffa massima per i residenti è di 38 euro, ma può variare fino a 57 in determinati periodi dell’anno) e uno per Milano Linate (a/r da 100 a 150 euro). Il calcolo è da considerarsi al netto dell’Iva e delle tasse aeroportuali. In attesa del bando, resta da espletare un ulteriore passaggio che dovrebbe, però, essere soltanto una formalità: ossia la validazione del decreto da parte della comunità europea.

Questo marchingegno, sperimentato da anni in Sardegna, dovrebbe garantire una ripresa dei flussi e spostamenti più agevolati ai siciliani, che non possono contare su altri mezzi di trasporto veloci e all’avanguardia per raggiungere il resto della penisola. Lo scalo di Comiso, che di recente è stato prelevato dalla Sac di Catania, che spera di realizzare un sistema perfettamente integrato fra i due aeroporti, ha subito un crollo verticale del numero dei passeggeri: a maggio di quest’anno sono stati 30mila, rispetto ai 45mila di un anno fa (-34,8%). Complice la cancellazione del volo per Londra operato da Ryanair. La Blue Air, che nell’ambito del co-marketing per l’incremento turistico si era aggiudicata la rotta per Torino, non ha mai operato dallo scalo comisano.

A Birgi va persino peggio, con l’aggravante che la società di gestione dello scalo, Airgest, è in quota Regione: l’aeroporto, che in passato era riuscito a totalizzare addirittura 2 milioni di passeggeri l’anno, adesso è deserto. L’addio di Ryanair ha provocato danni a non finire. Solo d’estate si opera con qualche charter (il 22 luglio parte il collegamento con Sharm el Sheikh), ma è poca, pochissima roba rispetto alle abitudini di un tempo. A fine giugno Musumeci ha convocato un tavolo tecnico con tutti i parlamentari siciliani per proporre soluzioni alla crisi: ne è scaturito l’impegno a richiedere un altro tavolo tecnico, a Toninelli stavolta, per fare il punto e definire le possibili strategie di rilancio. Un po’ poco per chi dice che i problemi vanno risolti in fretta.