Costantino Muscarà

Parole che inquinano. Se questa è la politica per l’ambiente

I tempi per le autorizzazioni ambientali, finite nell’occhio del ciclone, hanno avuto due riflessi: la "rimozione" (attraverso dimissioni) di Aurelio Angelini dal vertice della commissione Via-Vas, con la pubblicazione di un nuovo Avviso per rimpiazzare i suoi componenti; e uno scontro durissimo tra lo stesso Angelini, voluto dall’ex presidente Musumeci, e Renato Schifani. Che, per inciso, ha iniziato a picconare la commissione già in campagna elettorale, evidenziando la necessità di uno snellimento degli iter burocratici e autorizzativi per non danneggiare gli imprenditori (e i loro progetti). Ma la questione è tracimata dai canoni della correttezza e della collaborazione istituzionale, come dimostrano gli attacchi sferrati da Angelini contro i suoi detrattori. L’ormai ex presidente della commissione tecnico-scientifica, in queste ore, ha parlato di “una bugiarda campagna diffamatoria”, condotta dal presidente di..

Renato Schifani, un presidente che cade spesso dal pero

Anche stavolta Renato Schifani non sapeva nulla. Come un mese fa, con la liquidazione della parcella a Pier Carmelo Russo e Francesco Stallone. Così il presidente della Regione ha innescato la retromarcia e imposto al suo assessore all’Energia, Roberto Di Mauro, la revoca della direttiva emanata alla vigilia di Natale, che prevedeva una verifica ad ampio spettro sulle autorizzazioni per gli impianti di energia eolica, fotovoltaica o da biomasse. A richiamare l’attenzione del governatore erano state le proteste degli imprenditori, che dal nuovo governo si attendevano uno snellimento burocratico e non, piuttosto, nuovi freni. Questa volta non c’entra Micciché, “nemico di comodo” a cui è più facile (e anche gratuito) appellarsi. Ma nella catena di comando della macchina regionale, evidentemente, qualcosa non funziona a dovere. Schifani ha appreso con una..

Di tampone in tampone, questa Regione non sa decidere

I provvedimenti più importanti del governo sono proroghe: la prima, che ha abraso i polpastrelli degli addetti stampa per la stesura di note d’entusiasmo bipartisan, è quella che ha allungato di due mesi i contratti di amministrativi e tecnici del Covid, in attesa di un tavolo tecnico in cui si ragioni di futuro; un’altra è quella che concede altri sei mesi di tempo (fino al 30 giugno ’23) ai piccoli laboratori analisi per aggregarsi e raggiungere così le 200 mila prestazioni annue. La prima tranche della sessione finanziaria è andata in archivio così, senza squilli. Ma con due emendamenti aggiuntivi che – da prassi consolidata - non hanno nulla a che vedere con la materia trattata. In attesa dell’esercizio provvisorio, però, il governo ha messo mano alla Finanziaria, trasmessa ieri..

Quando un governo annaspa ecco la cipria di un sondaggio

I numeri più allettanti sono quelli provenienti dai sondaggi, che danno Schifani al 47%. Cinque punti in più rispetto al dato che gli ha fatto vincere le elezioni. Ma funziona così da sempre. Alle prime difficoltà di un governo, ecco che si palesa un sondaggio favorevole, commissionato a un sondaggista "amico", e spazza via le nubi. O almeno ci prova. E' accaduto a Musumeci, nella fase terminale del suo regno, ma non è bastato a strappare il bis a Palazzo d'Orleans; accade, oggi, a Schifani, di fronte alla difficoltà dei bilanci in disordine e della scure dei magistrati contabili. Piuttosto che parlare degli 866 milioni da accantonare nella prossima Finanziaria, è più utile evidenziare che la fiducia nel governatore "resta molta/abbastanza alta per il 49% del totale del campione" selezionato..

Natale con il Bilancio in bianco e un Ponte dietro l’angolo

Non è bastata ‘The bad guy’, la serie andata in onda su Netflix (per l’indignazione di Matteo Salvini), a far desistere Schifani. Che addirittura lo vede: “Il Ponte? E’ dietro l’angolo”, ha risposto il governatore siciliano, che in queste ore s’imbarcherà per Roma – il caro voli è sempre esagerato – per andare a risolvere alcune questioni inerenti al Bilancio. Tra una bocciatura e l’altra, la Regione trova sempre il tempo per pensare alle cose più appariscenti (e meno urgenti). In cima alla lista, da mesi, c’è il collegamento stabile sullo Stretto. Salvini continua a parlarne manco dovessero intitolarlo a lui. Il Ministro delle Infrastrutture, ispirato dal clima natalizio, ha annunciato altri due “tasselli fondamentali” per giungere alla grande opera: uno è il progetto di fattibilità tecnico-economica dei primi 33..

Il fantasma d’Orleans che compra divani e liquida parcelle

Temendo, forse, di diventare oggetto di scherno – la soluzione ‘Schifani & Divani’ era la più quotata – il presidente della Regione ha stoppato il restyling dell’appartamento presidenziale. L’impegno di spesa da 22 mila euro per l’acquisto di una poltrona presidenziale, di due poltrone modello Oxford per gli ospiti e di un divano e altre due poltrone modello Arcadia (tutta roba d’alta classe), è andato a farsi friggere. Anche se nessuno, dentro Palazzo d’Orleans, si spiega chi abbia partorito l’idea. Musumeci? Manco a parlarne. Dalla sua comoda poltrona romana, il ministro del Mare e della Protezione civile ha chiarito che “l’acquisto degli arredi in questione non è mai stato disposto durante il precedente mandato presidenziale”. Anche Schifani si è detto all’oscuro, finendo per stoppare la spesa, ritenuta “inopportuna”. Mentre gli..

Turismo, i flop del Balilla

Ha puntato tutto sui grandi eventi e la pubblicità. Senza risolvere i problemi strutturali della Sicilia

Gerenza

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