Costantino Muscarà

Bilancio, una corsa contro il tempo per correggere i bluff

Servirà una sforbiciata collettiva ai capitoli per i precari, a quelli per i Consorzi di Bonifica e le associazioni antiracket, e persino ai conti per le bollette, per giungere - entro fine anno - all'approvazione di una "manovrina" che pesa sulle casse di Palazzo d'Orleans per 310 milioni di euro (circa). Le variazioni di Bilancio, che la giunta ha approvato giovedì scorso, hanno preso corpo soltanto ieri con le tabelle aggiuntive trasmesse all'Ars. Il ddl, per legge, si sarebbe dovuto chiudere entro il 30 novembre. Ma non c'è stato abbastanza tempo. Ora la deadline è fissata a fine anno. Ma servono come il pane i 66 milioni di euro 'promessi' da Roma con il Dl Fiscale in via d'approvazione. Armao si è già preso la briga di accantonarli. Al netto..

Una regione amica dei pochi turisti e nemica dei siciliani

La questione, così posta, è al limite del patetico. Mentre un siciliano che vuole rientrare a casa per le feste, dovrà pagare 400 euro un Torino-Catania (o dovrà fare doppio scalo a Varsavia e Kiev – sì, avete capito bene – per risparmiare più della metà), un turista che arriva nell’Isola, grazie al programma SeeSicily, potrà acquistare un biglietto aereo al 50%, a patto che si rivolga a un’agenzia di viaggio convenzionata e presenti contestualmente la prenotazione per l’albergo. Dove, se gli va di lusso, potrà anche pernottare una notte gratis. Sembra una presa in giro, e in effetti lo è (per i siciliani): da dicembre, infatti, entra a regime l’ultima parte della misura pensata dal prode Manlio Messina in sede di Finanziaria 2020, quella di cartone, e costata alle..

Macché bis. Il governatore trova solo porte chiuse

Quasi in sordina Nello Musumeci s’è presentato al cospetto di Matteo Salvini – dopo che settimane fa aveva lanciato alla Lega una specie di ultimatum per uscire dal “suo” governo – a chiedergli un impegno dei ministri del Carroccio su alcune cause siciliane (come la disponibilità della città di Catania a ospitare lo stabilimento Intel, proposta in parte scartata dal ministro Giorgetti). Fin qui la versione ufficiale. In realtà, nel vertice di ieri al Senato, s’è parlato d’altro. Anche se la discussione, scivolata velocemente sul tema della ricandidatura, è abortita di fronte alla diffidenza di Salvini, che del governatore siciliano non si fida più. Altrimenti non avrebbe proposto un candidato della Lega per palazzo d’Orleans. E non avrebbe ‘ingaggiato’ uno dei suoi detrattori più importanti, come Luca Sammartino. L’atteggiamento spregiudicato..

“Diventerà Bellissima” alla ricerca del tempo perduto

Quattro ore di riunione serrata, al PalaRegione di Catania, non sono bastate a Diventerà Bellissima per far venire i nodi al pettine. Nella nota ufficiale consegnata alla stampa lunedì sera, erano da poco passate le 21.30, non c’è un solo accenno alla sconfitta di Caltagirone, e, più in generale, all’esito (reale) delle Amministrative, che per il movimento di Nello Musumeci fanno segnare un paio di risultati in doppia cifra, la buona prestazione di Vittoria e, poi, l’abisso. Né si fa riferimento – per restare in tema Caltagirone – alle ventilate dimissioni di Gino Ioppolo, fino a ieri sindaco (non ricandidato) nella città calatina, e da oggi traballante segretario regionale del movimento. Resta in sospeso anche il progetto di federazione con Fratelli d’Italia, l’ultimo partito nella lista dei ‘papabili’ in vista..

Tre uomini, tre disastri: i fedelissimi del governatore

Il cerchio s’è ristretto fino a diventare un tridente. Ad alleviare le giornate di Nello Musumeci, mentre gli alleati scalciano, sono rimasti i fedelissimi. Ruggero Razza, Gaetano Armao e Manlio Messina. I complici del disastro. Gli uomini del presidente non lo mollano di un millimetro; sperano in una benedizione dall’alto (l’assessore al Turismo ha un canale aperto con la Meloni) per riaffermare il suo diritto di governare a tutti i costi. E nonostante tutto. La Sicilia è impantanata nei problemi di sempre: i rifiuti ammantano le strade di Catania (la Lucarelli ha rilanciato la questione dalla sua casetta di Milano, ma l’eco si è affievolito rispetto a Ferragosto); i bilanci sono paralizzati da un contenzioso stucchevole fra la Corte dei Conti e l’assessorato all’Economia; la sanità aspetta di riprendersi dalla..

Non solo volgare,
anche pallonaro.
Storia di un balilla

L’assessore Manlio Messina avrebbe bisogno di un bel bagno d’umiltà. Secondo il responsabile del Turismo, è merito del governo Musumeci e “dell’efficacia degli incentivi e delle azioni di promozione messi in campo con il progetto See Sicily”, se la Sicilia risulta fra le prime destinazioni estive (a luglio +6% di arrivi rispetto al 2019). Ma di questo Messina non ha prove. O se la ha, non le cita. Con le dovute premesse del caso – ben vengano i turisti in Sicilia – il fenomeno meriterebbe un’analisi più ampia e più veritiera: chi arriva nell’Isola, da un paio d’estati a questa parte, lo fa perché altrove non può andare. In molti Paesi (gli Stati Uniti, ad esempio) è ancora in vigore il Travel Ban: cioè il divieto di viaggiare. Mentre per..

Il turismo e il grande lascito di Musumeci: le biciclette

L’unica cosa utile di questo Giro di Sicilia che si riaffaccia nell’Isola a due anni dall’ultima edizione (ch’era anche la prima di una nuova serie, ed era costata alla Regione un bel gruzzoletto) è che per l’occasione avremo le strade perfettamente asfaltate e, anche se nessuno lo dice, libere da rifiuti. Il primo provvedimento è nero su bianco, annunciato settimane addietro dall’assessore Falcone. L’arrivo della carovana ha convinto la Regione a procedere con un intervento di manutenzione “in tempi record” lungo le arterie di sei province che saranno attraversate dalla corsa. Costo dell’operazione: sei milioni di euro. Almeno un risultato l’abbiamo portato a casa. Ma il resto è tutto da valutare. Questa edizione del Giro di Sicilia – dal 28 settembre all’1 ottobre - rientra nel pacchetto originario, poi stravolto..

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