Giuseppe Maria Del Basto

Non chiedeteci di sognare, ci bastano gli incubi che viviamo

Certo, gli auguri ce li faremo. E, se ci va bene, brinderemo pure con le bollicine. Ma – sia detto con la più desolante sincerità – in cuor nostro non coltiviamo nessuna speranza. D’altra parte, quale fiducia può ispirare una classe politica, come quella siciliana, che non riesce a cogliere la forza delle emergenze; che non aveva neppure notato la tragedia di oltre seicento strutture convenzionate della sanità che stavano per essere stritolate dal decreto del ministro Schillaci sulle tariffe; che per oltre due mesi ha litigato e tramato esclusivamente per arraffare una mancia di fine anno; che è scattata sull’attenti solo quando è stata convocata per regalare tre milioni di euro a Mediaset; che si precipita a Catania per reggere il turibolo a Federica Panicucci e al carrello dei..

Lettera a Babbo Natale? No, la Sicilia è già un incanto

Anch’io, nel mio piccolo, volevo scrivere una letterina a Babbo Natale. Siamo nell’era dell’omologazione e dei social, perché sottrarmi? Anch’io volevo stilare la lista dei desideri per il Nuovo Anno. Ma poi ho letto le dichiarazioni di Renato Schifani, di Gaetano Galvagno, di Roberto Lagalla e sono stato immediatamente disarmato. Chi sono io per contrastare il solare ottimismo del presidente della Regione? “I risultati ci sono, la Sicilia sta crescendo”, ha detto il Governatore, augurando Buone Feste agli uomini e alle donne che da due anni lo affiancano a Palazzo d’Orleans: l’emergenza della siccità è stata risolta con uno schiocco delle dita; la sanità è un fiore all’occhiello che inorgoglisce tutti i membri del governo; gli scandali del turismo sono stati di colpo cancellati dalla sublime esibizione dei tre tenori..

Dalla Regione gran regalo di Natale al boss dei pagnottisti

“Ma lei che ci fa alle donne?”, gli chiedevano elettori e ammiratori del paesello incastonato ai piedi dell’Etna. “Ci faccio l’assegno”, rispondeva, con un sorrisetto beffardo, il vecchio senatore del Movimento sociale, amico e compagno d’armi di Giorgio Almirante. Mettiamo da parte i dialoghi – ah, quanto costruttivi – della prima Repubblica e parliamo dei giorni nostri. Che ci fa alle donne e agli uomini di Palazzo d’Orleans il boss dei pagnottisti, quello spregiudicato operatore della comunicazione che, dietro contratti sostanziosi, garantisce “copertura mediatica” – e non solo – ai feudatari, ai sovrastanti e ai campieri che formano il cerchio magico di Renato Schifani? Non passa giorno che questo opaco personaggio non affonda le mani nel denaro pubblico. L’esame delle sue ultime imprese – tutte in regola, va da sé,..

Sudditanze. Cortesie non richieste della Rai verso Mediaset

Mercoledì della settimana scorsa gli avevano contrapposto un pallido documentario su Domenico Modugno, “l’italiano che incantò il mondo”. Ieri le cortesie di TeleMeloni nei confronti di Mediaset sono andate addirittura oltre: per contrastare la corazzata “This is me” condotta da Silvia Toffanin, Rai Uno ha schierato una barchetta spelacchiata, un filmetto di quarta serie - “Riunione di Famiglia” - che a stento ha superato il 9 per cento. Lasciando, ovviamente, spazio aperto al trionfo della Toffanin e di Maria De Filippi, produttrice del programma. Si potrebbe richiamare a questo punto la saggezza di Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato…”. Ma probabilmente bastano i dati Auditel di Modugno e del filmetto sconosciuto per sollevare il sospetto di una ruffianeria di viale Mazzini nei confronti di Pier Silvio Berlusconi e..

Pure la reggia di Palazzo dei Normanni ha il retrobottega

Sulla parentopoli dell’Assemblea regionale siamo ancora alle indiscrezioni giornalistiche e alle denunce che i candidati esclusi dal concorso dicono di volere presentare all’autorità giudiziaria. Se sono rose fioriranno. Lo stesso dicasi per un’altra indiscrezione: una società riconducibile a Carlo Auteri, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia finito nei guai per le minacce al collega La Vardera, avrebbe ricevuto contributi – quattro soldi rispetto alla valanga di denaro pubblico che gli è arrivata dal Turismo – anche dal Presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, suo compagno di partito. Il quale, manco a dirlo, dispone di un fondo riservato, molto consistente, al quale attinge per sovvenzionare liberamente, e senza alcun controllo, parrocchie, sagre paesane, carnevali di ogni genere e qualità, feste e festicciole, convegni e congressi; con particolare attenzione – va da sé –..

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