Giuseppe Sottile

Gli uomini farlocchi
del governo che non c’è

Basta un dato per capire quanto sia farlocco e incompetente il bullo di Palazzo d’Orleans. E basta un dato per capire perché il governicchio di Nello Musumeci sia ormai diventato un monumento alla disfatta della Regione. Sono otto mesi che l’Ars non fa altro che occuparsi del documento finanziario; uno strumento senza il quale gli uffici sono di fatto alla paralisi. L’esame cominciò a dicembre dell’anno scorso. Poi il bullo del Bilancio ha portato in aula il collegato ed è stato un macello. Quindi ha presentato i collegati del collegato, inaugurando così quella che Cracolici, uomo di punta del Pd, ha definito una “finanziaria Netflix: ad episodi”. E siamo ancora lì: a rimestare cartacce senza capo né coda, ad aspettare che molti capitoli di spesa possano finalmente sbloccarsi e a..

Vincitori e vinti
tra Stato e mafia

Totò Riina e Bernardo Provenzano, i terribili boss delle stragi mafiose, sono morti in carcere. Dopo averli inseguiti e catturati, lo Stato gli ha inflitto la pena che meritavano: murati vivi dietro le sbarre del 41 bis. Poi si sono fatti avanti i rimasugli della vecchia cupola, da Settimo Mineo al nipote di Michele Greco, detto “il papa”. Ma lo Stato non gli ha dato scampo e li ha decapitati. Poi ci hanno provato i reduci della guerra di mafia, gli Inzerillo, eredi di una famiglia decimata dai corleonesi, che avevano trovato riparo in America. Ma anche il ritorno degli esiliati è finito con una retata tra Palermo e New York. Bene. Quale idiota potrà ancora credere alla favola nera, spacciata dagli irriducibili della Trattativa, secondo la quale lo Stato..

La sublime normalità
di una Sicilia ritrovata

Parce sepulto. Anche le sparute minoranze che non hanno mai amato Montalbano oggi renderanno omaggio ad Andrea Camilleri. Certo, non mancherà il purista pronto ad azzardare un confronto tra la tensione civile che dà corpo e anima ai libri di Sciascia e la levità dei racconti che hanno garantito a Camilleri un successo universale; e non mancherà neppure il critico irriducibile che verrà a illustrarci la distanza letteraria tra Bufalino e il cantastorie che ha fatto di Vigata il centro del mondo. Ma al di là dei dibattiti, va reso a Camilleri un merito certo e irreversibile. Ha sottratto la Sicilia alla retorica morbosa di una lotta perpetua tra il bene e il male, e l’ha restituita alla sublime normalità di una vita fatta di orrori e ammazzatine ma anche..

L’invisibile confine
tra il bene e il male

Se volete essere strafighi potete risolvere la questione con un richiamo a Chateaubriand: “Dove finisce il bene comincia il male”. O addirittura a San Paolo e al suo Mysterium iniquitatis. Oppure ricordatevi, più modestamente, di ciò che è successo ieri ai piedi del carro costruito, tra le mura borboniche del’Ucciardone, per Santa Rosalia, patrona di Palermo. E’ successo che uno dei carcerati, tra quelli di buona condotta, selezionati per spingere il carro della Santuzza durante la processione, ha tagliato la corda ed è scappato. “Ovvio che liberi tutti sarà il tema del prossimo Festino”, scrive con beffarda ironia il mio amico Totò Rizzo. Ma non prendetevela col detenuto evaso. Abbiate pietà di lui. Vi ha dato la possibilità – al di là di ogni tratto teologico – di capire quanto..

Balzac a spasso per tribunali

Ricordate il racconto del soldato che conviveva nel deserto con una pantera? Pensate ai Gip e alle Procure. E' lì che nascono i magistrati da talk show

Toh, c’è un politico
che almeno si muove

Che ci volete fare, è renziano. E come tutti quelli che si arrabattano in politica avrà anche qualche peccatuccio da farsi perdonare. Ma Davide Faraone merita un applauso: non fragoroso, non da spellarsi le mani, ma un timido segno di compiacimento, quello sì. Da quando i suoi avversari interni tentano di metterlo fuori gioco il segretario regionale del Pd batte in lungo e in largo la Sicilia: scoperchia il pentolone maleodorante delle discariche che inquinano il territorio; vola a Lampedusa per dare conforto ai quaranta diseredati della Sea Watch che Salvini tiene all’addiaccio; e lunedì inizierà, sotto il sole di luglio, una marcia di novanta chilometri, da Ragusa a Catania, per dire al mondo che il governo gialloverde lascia la Sicilia a piedi. Mentre il governatore Musumeci si rintana sempre..

“Me ne occuperò”
il motto del non fare

"Me ne occuperò": è la sola bandierina di carta che il presidente della Regione riesce a sventolare ogniqualvolta lo si mette di fronte a un grave problema della Sicilia. Riguardate le cronache. Si interrompe la ferrovia tra Messina e Palermo, creando disagi ai turisti e ai siciliani che tornano per le vacanze? Musumeci cade come sempre dal pero e liquida la questione col nuovo motto: “Me ne occuperò”. La monnezza soffoca città e periferie, le discariche infettano il territorio, le strade franano, gli incendi devastano i boschi, mancano i forestali, le fiamme aggrediscono persino le spiagge? Nessuna paura: “Me ne occuperò”. La corruzione dilaga, la questione morale esplode, dalle casse della Regione sono spariti novantuno milioni? Alt. Su questo tema la musica cambia: il Governatore copre il suo bullo di..

Il basso impero
di palazzo d’Orleans

Il bullo, che pirotelleggia da mesi tra i corridoi di Palazzo d’Orleans, sente di avere le scarpe strette e cerca di trovare un rimedio: una password, appunto, che gli consenta di uscire dallo scandalo dei 91 milioni pagati dalla Regione al suo amico Ezio Bigotti, avventuriero di Pinerolo, per un censimento dei beni immobili che nessuno ha avuto la fortuna di vedere. Claudio Fava, presidente dell’Antimafia ha già preannunciato che avvierà le audizioni anche su questo sporco affare. E per il bullo non sarà facile uscire indenne da una storiaccia che lo ha visto tra i protagonisti: dieci anni fa come consulente e sponda politica di Bigotti; oggi come arbitro al quale un governo senza pudore, presieduto da Nello Musumeci, ha delegato il compito di risolvere i guai creati da..

Il governo e l’illusione
del giardino d’Oriente

Ma che serve spendere undici milioni di euro perché il prossimo Giro d’Italia parta dalla Sicilia? A che serve concedere il Tempio della Concordia a due fantasiosi stilisti – un po’ chic e un po’ kitsch – se poi il turista che andiamo inseguendo troverà una Sicilia senza strade e le città ammorbate dalla monnezza? Nello Musumeci, con encomiabile gesto di ospitalità, ha cantato ieri le lodi di Dolce & Gabbana. Ma non si può sempre vivere nell’illusione che qualcuno del Nord venga a spargere, a suon di milioni, un pugno di cipria e lasciare poi le strade in totale abbandono o una grande città come Palermo sepolta dai cumuli di rifiuti. Serve un governo che governi; non un Governatore, abbagliato dal luccichio degli strass, che scriva un articolo su..

Troppi gli scandali
nella Sicilia dei silenzi

Scusate, ma siamo confusi nel bene. Qual è, sincerissimamente parlando, lo scandalo più scandaloso dei tanti che in queste ore attraversano la Sicilia? C’è quello putrido e maleodorante della monnezza, con diecimila tonnellate di rifiuti lungo le strade che nessuno sa ancora come rimuovere. Ma c’è anche lo scandalo di Lampedusa, di un’isola flagellata dai giochi proibiti di Matteo Salvini e delle Ong sulla pelle dei disperati. E poi c’è la grande, mastodontica vergogna della corruzione che sistematicamente travolge e coinvolge partiti e uomini di governo, avventurieri e organi di controllo, burocrati e clan mafiosi. Verrebbe da urlare. Dov’è il Governatore che aveva fatto dell’onestà-tà-tà la sua bandiera? Dove sono le mezzecalzette che promettevano un mondo di perle e di rose e che oggi affogano pure loro in un cumulo..

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