Giuseppe Sottile

S’avanza il giudice del popolo

Mentre Mattarella cerca di rimettere in piedi le macerie del Csm, una domanda... Cos'è il merito per un magistrato? Gli esempi di Palermo

Il nuovo Geppetto
e i suoi pinocchietti

Ma questa Regione non è il luogo della politica. E’ un laboratorio di ortopedia dove un nuovo Mastro Geppetto forgia i suoi pinocchietti che, se li guardi, sono tutti lì in fila pronti a salire sul cavalluccio di Matteo Salvini e a strappare un altro fazzolettino di potere. Il Geppetto della favola è lui, il governatore Nello Musumeci. La cui massima aspirazione è diventata quella di costruire in Sicilia la “terza gamba della Lega”: un modo come un altro per mascherare la propria sudditanza al vincitore che arriva dal Nord. E’ un’ortopedia contagiosa quella che si sta sviluppando in queste ore. Subito dopo infatti è arrivato il rampollo dell’onestissima famiglia dei Genovese che, manco a dirlo, vuole formare un gruppo parlamentare e farne “la terza gamba” del progetto inventato da..

Presidente, la Sicilia
non è da esportazione

Ma sì, vada pure in giro per il Sud dell’Italia. Vada per Calabria e Puglia, per Campania e Basilicata a predicare il nuovo Vangelo salviniano, quello di Carroccio e rosario. Vada a catechizzare per le strade del Meridione i neofiti del nuovo potere leghista. Tra tanto slancio stia però attento il nostro amato Governatore a non sbandierare come modelli i fatti e i misfatti del suo governo. Perché dovrebbe parlare di Ester Bonafede e del pateracchio combinato all’Orchestra sinfonica; dovrebbe parlare dei conti che non quadrano e dei tanti carrozzoni di sottogoverno ormai alle soglie del fallimento; dei quattro assessori sotto inchiesta e di un bullo che piritolleggia lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans come fosse il padrone del pastificio. Ci pensi, onorevole Musumeci. Sul suo governo meglio una parola..

La Sicilia affonda
e lui pensa ad altro

Nello Musumeci è un governatore squinternato. E’ a capo di una giunta che non riesce a gestire l’ordinaria amministrazione, figurarsi se può aspirare a quelle cose importanti che si chiamano riforme. Gli mancano due assessori: quello dei Beni culturali e quello del Turismo. E ne ha pure un terzo, al Bilancio, che Forza Italia vuole a ogni costo rimuovere. Come se non bastasse, c’è poi c’è la deriva del sottogoverno: dall’Orchestra sinfonica a Riscossione Sicilia non c’è ente che non sia impantanato fra debiti e clientele. Musumeci però non si preoccupa più di tanto. Ha un sacco di cose da fare e si è messo in testa di girare per le regioni del sud allo scopo di creare un movimento che faccia da terza gamba alla Lega. Ma nessuno è..

La missione ortopedica
di Nello Musumeci

Dev’essere proprio una vocazione catanese, una di quelle passioni impastate di lava e di miele, come le colate che dal cratere dell’Etna scivolano lente e infuocate verso la valle del Bove. Ricordate Raffaele Lombardo, l’uomo che masticava clientele e risme di carta? La sua fissazione era l’autonomia della Sicilia. E su quella fissazione ci ricamò un partito e una stagione di potere a Palazzo d’Orleans. Ora la scopre Nello Musumeci, suo vicino di casa e suo successore, che sogna di fare un movimento suddista da offrire ai nordisti di Matteo Salvini. E’ un’autonomia ortopedica quella immaginata da Musumeci per assicurarsi uno strapuntino alla mensa del truce Conquistador: “Sarà la terza gamba della Lega”, ha detto ieri il Governatore davanti al suo popolo. E così inseguendo vecchie e nuove sudditanze la..

Il delirio fescennino
dei nuovi trasformisti

Guardate con quanta felicità dichiarano che vogliono sottomettersi a Matteo Salvini, con quanto orgoglio sostengono che è meglio diventare sudditi della Lega, con quale delirio fescennino si affannano a cercare una nuova casacca da indossare e una pantofola da baciare. Sono i nuovi ascari, i nuovi amici del giaguaro, i nuovi trasformisti. Alzano le manine in segno di resa, sventolano le bandiere bianche e pretendono pure di turlupinare i loro elettori – che erano elettori moderati e non fascistoidi – dicendo che vogliono semplicemente affiancare alla voce rauca e insultante del Carroccio la vocina labile ed elegante del Sud, dei timidi e purissimi elettori del Sud. Una mistificazione: perché le loro salivose manfrine hanno il solo obiettivo di svendere ancora una volta la Sicilia in cambio di un posticino alla..

Il governo salvato
dagli imbecillotti

Per dimostrare che i Cinquestelle non sanno governare basta vedere come Luigi Di Maio non riesca a risolvere una sola vertenza delle tante che si addensano al suo ministero. Ma per dimostrare che non sanno neppure maneggiare un dibattito basta la cronaca della seduta di ieri all’Ars. Sulla questione morale anche i bambinetti dell’asilo avrebbero capito che bisognava impostare un confronto alto. Ma il partito dell’onesta-tà-tà sa solo ripetere una giaculatoria: che la politica è un reliquiario di corruzione. Ed è passato subito agli insulti. Musumeci ha colto la palla al balzo e non ha avuto difficoltà a dirottare la discussione sul giustizialismo forcaiolo. E’ scoppiata puntualmente la rissa e il Governatore è sfuggito così all’impiccio di aprire una piccola finestrella sui due o tre scandali ben nascosti a Palazzo..

La deriva omertosa
dell’onesto Musumeci

Beh, c’è voluto un po’ di tempo ma alla fine anche Repubblica ha scritto che il silenzio di Nello Musumeci sulla questione morale e sulla deriva clientelare del suo governicchio è imbarazzante. Ora che l'Assemblea regionale ha avviato il dibattito sui temi della corruzione e sui guai giudiziari di quattro assessori, il Governatore della Sicilia qualcosa dovrà pure dirla. Il tempo dell’omertà è finito. Dica l’onesto Musumeci – se ne ha la forza e la libertà – che cosa pensa degli ultimi scandali che hanno investito gli uomini della giunta. E dica soprattutto che cosa intende fare la Regione per alzare finalmente il velo di complicità sullo sporco affare dei 91 milioni pagati in un paradiso fiscale a un clan di avventurieri per un censimento dei beni immobili che nessuno..

Il naufragio di Esterina
e il governo dei Giufà

Quando il governo della Regione mette mano a qualcosa viene fuori quasi sempre un pateracchio. Nel giorno in cui si commemora Sebastiano Tusa, morto in un incidente aereo, Musumeci avvia il valzer dei parchi archeologici e per favorire gli amici silura persone rispettabili alle quali fa sapere del trasferimento attraverso i giornali. Una rozzezza. Ma non ci sono solo questioni di stile. A dicembre dell’anno scorso, l’assessore al Turismo, Sandro Pappalardo, licenzia in tronco il sovrintendente dell’Orchestra sinfonica per piazzare su quella poltrona Ester Bonafede, una scartina di sottogoverno. Dopo sei mesi il consiglio della Fondazione scavalca le candidature più prestigiose e a maggioranza impone il nome indicato dal governo. Dopo una settimana ci si accorge però che la nuova sovrintendente non ha le carte in regola e la nomina..

Gerenza

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