Giuseppe Sottile

La giostra che incanta
tutti i turisti del mondo

I gerarchi superiori – Giorgia, Arianna, Lollo – premono per candidare il Balilla alle elezioni europee. Vogliono premiare la sua immagine di politico puro e duro, di camerata senza macchia e senza paura, di uomo d’ordine in grado di raccogliere consensi ovunque. Soprattutto vogliono ringraziarlo per tutto ciò che, da assessore al Turismo, ha dato in termini d’immagine – solo d’immagine, ci mancherebbe – al glorioso partito di Fratelli d’Italia. Certo, c’è stata pure qualche spregiudicatezza o addirittura qualche galanteria, come lo shooting delle bellezze di Sicilia in quel di Cannes. Ma vuoi mettere? Nessuno, prima del Balilla, aveva speso tanto. Si è inventato una giostra il cui spettacolo ha già incantato i più grandi editori di giornali e televisioni; e che in estate incanterà i turisti di tutto il..

Conflitto da bottega
o da retro bottega?

Sembravano gemelli siamesi. Erano amici per la pelle: fraterni, complici, sodali. Occupavano la bottega e il retro bottega di Palazzo d’Orleans. Nessuno avrebbe potuto immaginare il guazzabuglio di incomprensioni, malintesi o colpi bassi esploso a proposito del primo termovalorizzatore da costruire in quel di Catania. Ma tant’è. Di fronte al ricco affare l’uno, Sua Maestà il Presidente, ha messo in mostra la sua inconsistenza e la sua incapacità di controllare quel che si muove nelle segrete stanze della Regione. Mentre l’altro, Sua Altezza Reale il Principe Consigliere, ha rivelato la sua natura – opaca, sfuggente – di avvocato d’affari impegnato nella scelta dell’impresa più idonea per la realizzazione di un impianto da ottocento milioni. Il cortocircuito era inevitabile. Resta da capire se il conflitto tra i due è scoppiato nella..

Se la buona politica
si ricordasse di Spartaco

"Ah, se gli schiavi si contassero", gridava Spartaco con la disperazione di chi, vestito di stracci, lanciava una sfida al ricco, immenso e granitico impero romano. Noi invece, che di sfide ne lanciamo quasi una al giorno, ci limitiamo a sussurrare un timido appello: “Ah, se la corda pazza che da sempre aleggia misericordiosa su quest’Isola riuscisse a legare insieme, per le elezioni europee, Stancanelli, Sammartino, Lombardo, De Luca e Cuffaro: tutti rivali tra loro, tutti nemici implacabili e tutti in cerca di alleanze”. Sarebbe l’unico modo per contrastare la scalata del gerarca catanese che si è fatto Balilla e ora marcia sulla Sicilia con l’arroganza di un Caudillo. I soldi, le complicità e le coperture romane non gli mancano. E non gli manca nemmeno la spregiudicatezza. Fermarlo sarebbe un..

Il lungo dibattito
della vigliaccheria

Dopo insopportabili doglie abbiamo partorito soltanto vento. Il salmo è del profeta Isaia ma si attaglia perfettamente a quanto è successo ieri a Palazzo dei Normanni dove gli onorevoli nullafacenti della maggioranza hanno preferito chiudere nella maniera più desolante la partita sui manager della sanità. Per oltre un mese i membri della prima commissione dell’Ars hanno discusso, dibattuto, approfondito, sviscerato, auspicato. Ma alla fine, quando c’era da dire al governo che alcune di quelle nomine erano a dir poco scellerate, i gagliardi deputati di Fratelli d’Italia e gli intrepidi parlamentari di Forza Italia sono fuggiti. Coraggiosamente. E’ mancato il numero legale e, di conseguenza, il pastrocchio proposto da Schifani & C. ha ottenuto il via libera in base al principio del silenzio assenso. Cialtroneria o codardia? Vigliaccheria o viltà? Scegliete..

Lì dove volano
i nostri asinelli

Sono circondati da esperti pagati a peso d’oro. Hanno a disposizione uffici tecnici, uffici legislativi, plotoni di ragionieri. Eppure ovunque ti giri trovi pasticci, calcoli sbagliati, sciatterie. Ed è difficile stabilire quale dei due palazzi sia maggiormente dotato di ignoranza. Palazzo d’Orleans, regno di Renato Schifani, non ne combina una giusta. L’ultimo pateracchio è quello dei manager della sanità: un conflitto di interesse, del quale nessuno si era accorto, rischia di fare saltare tutte le nomine. Ma neanche Palazzo dei Normanni, regno di Gaetano Galvagno, conosce la via dell’accortezza: la Finanziaria e, soprattutto, il Collegato sono un colabrodo di errori e orrori. Contro i quali Palazzo Chigi prepara una sfilza di impugnative. Il presidente della Regione e il presidente dell’Ars tuttavia non si scompongono: all’asineria hanno già fatto il callo.

Schifani distratto
da Oscar Farinetti

Arriva a Palazzo d’Orleans quel genio mediatico di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, e lui corre a riceverlo, lasciando in asso un gruppo di mamme preoccupate per l’imminente chiusura della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Per carità, il cerimoniale e le relazioni esterne sono importanti ma non possono essere il problema centrale di un presidente della Regione. C’è la questione della Cardiochirurgia che a luglio se ne andrà in Calabria. E c’è l’angoscia della sanità convenzionata: dal primo aprile ai laboratori di analisi e agli specialisti verranno applicate tariffe che non potranno garantire la sopravvivenza. Le strutture, e soprattutto i pazienti, precipiteranno in un baratro dal quale sarà difficile tirarsi fuori. Ma Schifani ieri ha avuto occhi solo per Farinetti e per quella vaga promessa che suona sempre così: “Voglio investire..

Non costringete Schifani
a scegliere un avvocato

Gentilissimi Bonelli e Fratoianni, la vostra battaglia contro il Ponte sullo Stretto ha motivazioni nobili ed ecologiste; ed è pure condivisibile la vostra proposta di dirottare quei miliardi sulla sderenata sanità siciliana. Ma per favore evitate, se potete, di incanalare la vostra protesta sulla via dei tribunali. Avete ascoltato l’imperioso monito di Renato Schifani? Il presidente della Regione non si farà piegare: “Siamo pronti a costituirci parte civile contro chiunque tenti di rallentare l’opera”, ha detto con tono perentorio. E voi sapete bene, rispettabili compagnucci della sinistra estrema, che a Palazzo d’Orleans la scelta di un avvocato, anche di parte civile, non è mai facile. Magari spunta l’offerta dello studio Pinelli Schifani e per il governatore sarà un tormento. Perché in quello studio ci lavora il figlio e i figli,..

Gerenza

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