Salvatore Merlo per Il Foglio

Talk-show truccati. La segretaria del Pd li amministra così

“No, no. Lascia perdere Nardella”, si sente dire l’autore televisivo del talk-show Rai che cerca candidati del Pd alle europee da inserire in trasmissione alla mattina e nel pomeriggio. “Pigliati invece Eleonora Evi oppure Marco Tarquinio”. La voce telefonica è quella dello staff di Elly Schlein, la segretaria del Pd che già il 17 maggio, a Bergamo, salita sul palco accanto a Giorgio Gori candidato alle europee gridò, con impudica schiettezza: “Votate Cecilia Strada”. E immaginatevi la faccia di Gori in quel momento. Il fatto è che ella, cioè Elly, insomma Schlein, si è accorta che i candidati del Pd sono troppo forti. O meglio si è accorta che quelli troppo forti sono tutti quelli che non la supportano e, nel partito, la sopportano. Gente come Gori, appunto. Come Dario..

Saviano censurato? Macché, se la prenda con i suoi editori

Nessun editore italiano, nessuno tra quelli che lo pubblicano, ha inserito Roberto Saviano nella lista degli autori proposti per partecipare al Fiera del libro di Francoforte. Punto. Interrogati dal Foglio, Mondadori, Feltrinelli, Bompiani e Solferino rispondono tutti nello stesso modo: non l’abbiamo inserito. Il che significa che nessuno lo ha potuto depennare. Nessuna censura di regime. A differenza però di moltissimi altri grandi scrittori italiani che non sono stati inseriti in quella lista perché al momento della compilazione proprio come Saviano non avevano nuovi libri in catalogo, e a differenza di tutti gli scrittori come Paolo Giordano e Francesco Piccolo che stanno rifiutando l’invito a Francoforte in solidarietà con Saviano, ecco a differenza di loro Saviano ci sarà comunque a Francoforte perché invitato dai librai tedeschi. Lui sì, loro no...

Show e meme di Lollo, ministro con delega al varietà

Una ne dice e cento ne spuntano. Lollo altrimenti detto Lollobrigida, Francesco all’anagrafe è lo statista fatto meme. E viceversa: il meme fatto statista. Twitter e Instagram ne fanno ormai epica. L’abbiamo osservato parlare con le mucche, gli abbiamo sentito dire “quante guerre si sarebbero evitate con delle cene ben organizzate”, poi in Parlamento l’abbiamo visto mentre spiegava che “per fortuna quest’anno la siccità ha colpito il sud e la Sicilia”, e infine ieri lo abbiamo ascoltato in un video vecchio e inedito ritornato virale che circola su internet e nel quale egli si spinge a un’analisi degli anni di piombo. Una disamina diacronica. Accurata. E he si conclude con questa esatta frase: “... fino all’episodio di Aldo Moro che fortunatamente grazie al suo sacrificio creò un allarme democratico che..

Giorgia ha un problema grave
troppi imbecilli attorno a lei

Giorgia Meloni si è mossa egregiamente sul piano internazionale, ha accreditato l’Italia in Europa e negli Stati Uniti, ha difeso la democrazia in Ucraina, ha convinto i socialdemocratici tedeschi a seguirla sulla politica migratoria, ha centrato gli obiettivi del Pnrr, ma c’è ragione di credere che non abbia letto il famoso saggio sulla stupidità di Carlo M. Cipolla. Sarà forse per questa ragione che, dopo due anni circa di governo, la presidente del Consiglio si trova davanti a un guaio gigantesco che ipoteca il futuro e la possibile evoluzione di questo fenomeno politico a destra: è circondata da troppi imbecilli. Cipolla diceva che le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, diceva questo spiritoso e coltissimo economista, i non stupidi dimenticano costantemente che in..

Da Bossi a Grillo. Il catalogo dei padri nobili decaduti

Padri nobili o nobili decaduti e rompiscatole? Ecco il dilemma. Forse mai come oggi, con il vecchio Umberto Bossi che rimprovera il giovane Matteo Salvini e con il giovane Matteo Salvini che risponde stizzito al vecchio Umberto Bossi, ritorna attuale quella massima di La Rochefoucauld che recita così: “I vecchi ci danno dei buoni consigli per il dispetto di non poterci più dare dei cattivi esempi”. Umberto pensa che Matteo non sia adatto a fare il segretario della Lega e che vada sostituito. La sua disapprovazione, che prima s’esprimeva con lo scuotere del capo, con un pallido sorriso rassegnato, adesso viene espressa senza mezzi termini. Eppure non sortisce alcun effetto. Apparentemente, almeno. Delle parole di Bossi non si parla seriamente nella Lega, un novecentesco dibattito non si apre, proprio come..

“Via dal Tg1”. L’ultima mossa geniale della segretaria del Pd

Ieri mattina i più stretti collaboratori della segretaria del Pd hanno comunicato al Tg1 che se non la smetterà di fare troppi servizi enfatici sugli scandali di Bari e Torino, e sulla compravendita dei voti, si può scordare le dichiarazioni dei parlamentari del Pd nel corso del telegiornale. Tié. Niente più pastone. Basta. Niente più telecamera sparata sul faccione del deputato anonimo. Fine. Niente più microfono aperto sul dibattito del nulla. Abbiamo chiuso. Ecco. La minaccia, come ben si comprende, è di quelle serie. Niente più Pd in Rai. Sicché da ieri i parlamentari di Schlein si fermano sbalorditi. Sul volto degli uscieri del Nazareno, abitualmente impassibili, si disegna un arrossito stupore. E tutti si fanno intorno ad ella, cioè ad Elly, insomma a Schlein, domandandole con ammirazione e con..

L’illustre zio di Sicilia che sul caso Bari inquieta il Pd

Altro che commissione imparziale, dicono. Ha ragione il sindaco Decaro a piangere e strepitare. A valutare infatti ciò che è accaduto a Bari dopo gli arresti per mafia, il Viminale ci manda, assieme ad altri due, anche un prefetto in pensione, Claudio Sammartino, che nientemeno è lo zio di un parlamentare regionale siciliano della Lega che si chiama Luca Sammartino. Lo abbiamo letto l’altro giorno su Repubblica. Ma come? Lo zio di uno della Lega! Ma ve ne rendete conto? E questa la chiamate imparzialità? Sicché domenica, Andrea Orlando, l’ex ministro del Pd, ha twittato: “Se non è un omonimo, il prefetto Sammartino nominato nella commissione di accesso a Bari, che ho conosciuto come un ottimo funzionario, è lo zio di un esponente della Lega in Sicilia. Non c’era nessun..

Il ritorno dei contiani viventi

Da lunedì notte l’ex ministro è tornato a parlare, Grillo a twittare in sardo, il governatore del Lazio si è rianimato su Instagram

Schlein e la Rai. La lottizzazione logora chi non la fa

Ella, cioè Elly, l’ha detto con chiarezza: “Il Pd non starà a guardare” la destra che lottizza la televisione di stato. Ecco. Giusto. “Organizzeremo un sit-in alla Rai per difendere la libertà di stampa e il valore di un servizio pubblico che non può essere TeleMeloni”. Il 7 febbraio. Dunque: girotondo attorno al cavallo (morente) di Viale Mazzini. Ora, a parte le sciocche ironie sul fatto che il 7 febbraio inizia Sanremo e dunque il palazzo Rai di Viale Mazzini sarà all’incirca vuoto, a parte questo dettaglio insignificante, la questione della protesta è seria. Per capire infatti l’amarezza e la contrarietà contenuta in queste parole della segretaria del Pd bisogna ricordare che durante tutti questi anni di lottizzazione generalizzata, l’onorevole Schlein e i dirigenti del Pd, da Paolo Gentiloni a..

Un’idea per il dopo Schlein
La sinistra riparta da Cortellesi

Abbiamo capito che Elly Schlein sarebbe diventata segretaria del Pd il giorno in cui abbiamo sentito una nostra collega che ama tutte le cose di sinistra al superlativo (o le giudica per epigrafi) definire l’allora candidata alle primarie “bravissima” e “irraggiungibile”. Ecco. A quel tempo la nostra poco enfatica collega rincorreva ella, cioè Elly, nei corridoi della Camera: Elly! Elly! Ebbene, adesso non se la fila quasi più. Ormai la nostra collega, detta anche cartina di tornasole, insomma una che va seguita per capire dove sorgerà domani il sol dell’avvenire, “adora” sopra ogni cosa l’attrice e regista Paola Cortellesi. Ha occhi soltanto per lei. E non è l’unica. Il suo film femminista era infatti “immenso”. E la battuta sulla povera Biancaneve che faceva da colf ai sette nani del patriarcato..

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