Totò Rizzo per Il Foglio

Quelle gite in filobus
e la sfoglia con le mele
Il ricordo dei miei nonni

Di mio nonno Totò ricordo i pomeriggi in cui prendevamo il filobus numero 9 che saliva a Monreale, con quello che strimpellava la chitarra e poi passava col piattino di metallo per i soldi e il bigliettaio che sui tornanti della vecchia strada quasi sempre scendeva dal filobus per riattaccare le aste che si staccavano dai fili elettrici per via delle curve a gomito. Poi mi portava al belvedere, il nonno, ci sedevamo su una panchina e mi dava l’uovo alla coque che si faceva cuocere al bar Salamone e dopo merenda riscendevamo verso Palermo sempre col filobus. Di mia nonna Angelina ricordo le camicie da notte di flanella in inverno e di cotone d’estate e quel lavarsi i denti la sera con spazzolino e bicarbonato e quell’odore del borotalco..

Barbara e la domenica
del villaggio trash

Non potendo rifugiarsi sotto l’ombrellone del Papeete (il meteo su Milano Marittima annunciava una domenica di pioggia con rare schiarite), non potendo più sorseggiare la solita lattina di Fanta sui mogani intarsiati del Palazzo del Viminale, Salvini è andato a passare la serata dalla D’Urso («Senti Matteo…», «Ti dirò, Barbara…» perché la tv è come una grande famiglia, ci si dà tutti del tu) negli studi di Cologno, provincia di Pontida. E Barbarella, che scema non è, gli ha fatto trovare una selezione delle mirabolanti attrazioni del gran circo degli ospiti un tanto al pollice, gente che passa in automobile o sull’alta velocità Milano-Roma e ritorno, solo il tempo che serve a trasmigrare da uno studio televisivo all’altro e a cambiare d’abito e acconciatura: Zanicchi, D’Eusanio, Parietti, Argento figlia, perfino..

Fra Thatcher e Fallaci
E’ la Pontida di Salvini

E insomma, i testi della Fallaci materia obbligatoria nelle scuole e la politica finanziaria della Thatcher nei corsi degli atenei d’economia. Il resto è «di tutto, di più»: tutto fa brodo, Berlinguer e Wojtyla, Livatino e la Rackete, miti operaisti e Papi-Santi, martiri della mafia e nuove icone della disobbedienza a scopi umanitari, siamo a un soffio dalle Gemelle Kessler. Con la promessa di scendere in piazza «col sorriso» e trenta secondi dopo immolarsi nel sangue «passeranno sui nostri cadaveri». Con un frasario fascista ("traditori" è il tormentone), con una simb​ologia da chincaglieria mistico-religiosa-familista (alberi della vita, segnarsi con la Croce, raccoglimenti in preghiera, canti celtici, bambini in braccio che manco quando c'era Lui a Villa Torlonia) che la Meloni a confronto sembra abbia fatto la Rivoluzione d’Ottobre. Mentre accanto..

Ora mettetevi scomodi
Maresco arriva in sala

Dopo aver vinto il Premio speciale della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia, «La mafia non è più quella di una volta» al giudizio del pubblico: pronto a dividerlo. Nella foto, Letizia Battaglia

Gerenza

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