Si parla di armi e non di tregua
Segnali di un 2023 di guerra

Il giorno in cui entra l'inverno è uno dei più caldi dall’inizio del conflitto. La parola più utilizzata in questo 21 dicembre è "armi", pronunciata da tutti i diretti interessati. Più armi, chiede e ottiene l'Ucraina dagli Stati Uniti. Più armi, promette il Cremlino alle truppe russe. Quasi del tutto scomparsi i riferimenti a una tregua e a una pace. Segnali di un 2023 di guerra ancora più dura, con rischi ulteriori di escalation. Volodymyr Zelensky, che mette il piede fuori dall'Ucraina per la prima volta dallo scoppio della guerra, data 24 febbraio. Lo accoglie Joe Biden a Washington e riceve dal presidente americano un nuovo pacchetto militare da 1,8 miliardi di dollari, con dentro i Patriot, l'avanzato sistema di difesa aerea a lungo richiesti da Kiev per contrastare i raid di Mosca che stanno..

Natale con il Bilancio in bianco e un Ponte dietro l’angolo

Non è bastata ‘The bad guy’, la serie andata in onda su Netflix (per l’indignazione di Matteo Salvini), a far desistere Schifani. Che addirittura lo vede: “Il Ponte? E’ dietro l’angolo”, ha risposto il governatore siciliano, che in queste ore s’imbarcherà per Roma – il caro voli è sempre esagerato – per andare a risolvere alcune questioni inerenti al Bilancio. Tra una bocciatura e l’altra, la Regione trova sempre il tempo per pensare alle cose più appariscenti (e meno urgenti). In cima alla lista, da mesi, c’è il collegamento stabile sullo Stretto. Salvini continua a parlarne manco dovessero intitolarlo a lui. Il Ministro delle Infrastrutture, ispirato dal clima natalizio, ha annunciato altri due “tasselli fondamentali” per giungere alla grande opera: uno è il progetto di fattibilità tecnico-economica dei primi 33..

E sulla scena irrompe Crocetta
“A Catania mi vogliono sindaco”

Bastano poche dichiarazioni, rilasciate a Live Sicilia, per scaldare la vigilia delle Amministrative di Catania. Protagonista l'ex governatore Rosario Crocetta, che dal 2017 ha abbandonato la politica attiva: “So che a Catania c’è tanta gente che mi vuole candidare a sindaco”, ha detto Crocetta. Che però non intende sbilanciarsi più di tanto. “Io non le sto dicendo che sono candidato - è la replica alla collega Roberta Fuschi - ma che tanta gente che proviene dalla società civile mi vuole”. L'ex presidente della Regione, già sindaco di Gela, ha una ricetta anche per il comune etneo: “Bisogna mettere su un progetto per Catania dopo le esperienze che l’hanno messa in ginocchio. Parliamo di una città dalle enormi potenzialità penso al porto, all’area industriale e al turismo”. "Più che candidarmi -..

Il mondo ai piedi di Messi
Argentina campione ai rigori

Baciala e alzala, Lionel, alzala al cielo. Alza la Coppa e mostrala al mondo e agli italiani d’Argentina che siamo sempre stati e che mai, dico mai, avremmo potuto tifare Francia, la pur splendida Francia di Mbappé. Il sogno che ti mancava si è avverato, ora la distanza con Maradona è nulla, Maradona sei tu, la continuità del divino sceso in terra, l’arte nobile di accarezzare la palla con lo stesso piede (ma è davvero un piede quel sinistro magico?), di puntare l’avversario e dribblarlo con lo sguardo, di mettere il compagno davanti alla porta e dirgli: devi solo spingerla dentro, come hai fatto con Alvarez, com’era scritto sul cross di Conti a Rossi nella semifinale contro la Polonia. Doha ha i colori di Baires, gli argentini e gli italiani..

Bergoglio, dimissioni già firmate
“In caso di impedimento medico”

Papa Francesco, che ieri ha compiuto 86 anni, rivela in un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Abc di aver già provveduto da tempo a dare indicazioni su cosa fare in caso di suo "impedimento medico". "Ho già firmato le mie dimissioni - dice Bergoglio -. Era Tarcisio Bertone il Segretario di Stato. Le firmai e gli dissi: 'In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già'. Non so a chi le abbia date il cardinal Bertone, ma gliele ho date io quando era segretario di Stato". Nell'intervista, di cui è stata diffusa stamane la versione integrale, il Papa risponde alla domanda su cosa succede se un pontefice diviene improvvisamente invalido per problemi di salute o per incidente, e se uno standard non..

La leucemia stronca Sinisa
A 53 anni morto l’allenatore

Sinisa Mihajlovic è morto: lo annuncia all'ANSA la famiglia del tecnico serbo. Era il 13 luglio 2019 quando l’allenatore del Bologna aveva annunciato in conferenza stampa di aver contratto una forma di leucemia mieloide acuta, per cui avrebbe dovuto sottoporsi a cure immediate. "Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura. Da martedì andrò in ospedale e non vedo l’ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori che lotterò per vincere come ho insegnato loro a fare sul campo. Questa sfida la vincerò, non ci sono dubbi. La malattia è in fase acuta e aggressiva ma attaccabile, ci vorrà del tempo ma si guarisce”, aveva detto. Continua su Huffington Post

Pasolini, il professore e il fascismo che cresce tra noi

Il fascismo tra noi lo cogli pure di mattina al bar. Sorseggi il caffè e se sei vintage sfogli perfino un quotidiano di carta. Nel frattempo il vicino di tavolo e di quartiere, lo conosci di vista e sai che è professore in pensione, conciona a voce alta per far lezione. “Il caffè al bar si paga col pos”, scandisce. “Altrimenti sei fascista. O leghista”.  Abbassa la voce ma non troppo, si guarda attorno con circospezione e sibila: “Oppure sei mafioso”. Addirittura. E già non sai se è maggiore l’esibizione di pubblico sprezzo del pericolo mafioso oppure del ridicolo tout court. Povero professore. Anche lui vittima del conformismo, di quella omologazione che oggi, a partire dai media e dai social, pervade tutto. Pervade qualsiasi percezione di ciò che ci circonda...

Il fantasma d’Orleans che compra divani e liquida parcelle

Temendo, forse, di diventare oggetto di scherno – la soluzione ‘Schifani & Divani’ era la più quotata – il presidente della Regione ha stoppato il restyling dell’appartamento presidenziale. L’impegno di spesa da 22 mila euro per l’acquisto di una poltrona presidenziale, di due poltrone modello Oxford per gli ospiti e di un divano e altre due poltrone modello Arcadia (tutta roba d’alta classe), è andato a farsi friggere. Anche se nessuno, dentro Palazzo d’Orleans, si spiega chi abbia partorito l’idea. Musumeci? Manco a parlarne. Dalla sua comoda poltrona romana, il ministro del Mare e della Protezione civile ha chiarito che “l’acquisto degli arredi in questione non è mai stato disposto durante il precedente mandato presidenziale”. Anche Schifani si è detto all’oscuro, finendo per stoppare la spesa, ritenuta “inopportuna”. Mentre gli..

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