Almasri, Meloni archiviata
ma non Piantedosi e Nordio

Su Almasri scagionata la premier, non i suoi ministri. È direttamente Giorgia Meloni, a sera, a svelare la decisione del tribunale dei ministri sul caso del generale libico ricercato dalla Corte penale internazionali per crimini contro l'umanità. Almasri, lo ricordiamo, era stato arrestato in Italia ma poi liberato nel giro di un giorno e rispedito, con tanto di volo di Stato, in patria. Il governo, nel voler giustificare la decisione - che aveva fatto infuriare la Corte de l’Aja - si è difeso in Parlamento dando più versioni. Incolpando del pasticcio i giudici e non assumendosi, né rivendicando, se non in qualche inciso, alcuna responsabilità politica. Continua su Huffington Post

Scandali. A Milano i grattacieli, a Palermo kebab in auto blu

Se della bufera giudiziaria a Milano restano i grattacieli, la hybris dello skyline, quella in Sicilia – terremotando la politica – lascia le briciole unte del kebab. Sul sedile di un’auto blu presidenziale, manco a dirlo. I reati, sulla carta, si assomigliano: corruzione impropria, peculato d’uso e truffa. E’ l’ambizione che cambia. Non è infatti una questione penale. E nemmeno politica. Qui il problema è antropologico. A Milano i magistrati indagano su assessori, immobiliaristi, planimetrie, metri cubi e skyline. La corruzione, se c’è stata, era finalizzata a costruire. A fare qualcosa. L’indagine siciliana invece coinvolge sette persone, tra cui il presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno, con accuse che vanno dal peculato alla corruzione impropria. Il cuore del caso sono eventi come “Un Magico Natale”, “La Sicilia per le donne” e..

Un milione di giovani col Papa
Altro trionfo per il Giubileo

A Tor Vergata, periferia a sud-est di Roma, è tutto pronto per l'atteso Giubileo dei Giovani. La veglia serale con Papa Leone XIV, poi domenica la celebrazione della messa. L’enorme spianata si riempie progressivamente di giovani provenienti da ogni angolo del mondo, armati di zaini, cappellini e ombrelli, pronti ad affrontare il caldo estivo. Sono trascorsi 25 anni da quando lo stesso spazio fu teatro di una delle pagine memorabili del pontificato di Giovanni Paolo II, era la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 con due milioni di ragazzi accorsi nella capitale. Nel 2025, in un mondo profondamente cambiato, Tor Vergata ritorna teatro di uno degli eventi clou dell'anno giubilare 2025. Continua su Huffington Post

Stop alla Meloni d’Albania

Corte di giustizia Ue: "I giudici valutino i paesi sicuri". La rabbia di Palazzo Chigi: "Rivendica spazi che non le competono"

Calabria, la svolta di Occhiuto
“Mi dimetto e poi mi ricandido”

"Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi e di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere, non altri". Il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto indagato per corruzione in un video sui social annuncia a sorpresa la sua ricandidatura. "In un Paese civile nessuno deve dimettersi per un avviso di garanzia. Però sta succedendo che nessuno si assume la responsabilità di firmare niente". Lui il messaggio lo manda dai cantieri della metropolitana di Catanzaro, solo una delle opere che si vanta di avere firmato. Leggi Huffington Post

“Cara Adriana”. Da Giuliano un requiem soave e struggente

Cara Adriana, era difficile dirti “ti voglio bene”, che consideravi una frase stucchevole, non eri tipo da smancerie verbali, avevi due occhi unici al mondo che parlavano per te, un sorriso di un’amabilità maliziosa, mai invadente, un caratteraccio temperato dall’affettazione artistica del buonumore, una voce di stoffa pregiata mai invecchiata anche tra i Novanta e i Cento anni, non ti si poteva nemmeno consolare per la morte, la malattia e la vecchiaia, non ti lamentavi mai, consideravi lamentevole il lamentarsi, a Natale con Selma ti chiedemmo perché non ti sfogavi e andavi sempre come un treno anche nel dolore, nel fastidio, nelle inconvenienze, ci dicesti semplicemente: non mi viene, e passammo oltre, eri uno splendido esempio di cattiva ragazza, bad girl, avevi divorato il tuo immenso talento che ti ha..

Ah, se la Sicilia avesse Occhiuto

In Calabria l'atto di coraggio del governatore: è indagato e si dimette. Mentre Schifani e Galvagno, entrambi impallinati, ci condannano all'agonia

Mattarella nella “lista nera”
Le folli accuse del Cremlino

Il sito del ministero degli Esteri russo pubblica una nuova sezione intitolata “Esempi di manifestazioni di russofobia”, in cui sono messe all’indice le dichiarazioni di politici e funzionari occidentali accusati di incitare all’odio contro la Russia. Le frasi incriminate sono suddivise in quattro elenchi: due riferiti ai “rappresentanti del regime di Kiev” e due ai “rappresentanti delle élite occidentali”, distinti per gli anni 2024 e 2025. Tra i nomi segnalati figurano quelli dei ministri italiani degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, ma soprattutto quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Continua su Huffington Post

Farwest. “La violenza mi è arrivata vestita da normalità”

Io penso che lo stupro che ho subito si possa equiparare all'omicidio perché lui aveva premeditato tutto da almeno 10 giorni. Aveva pensato di uccidermi. L’ho capito rileggendo tutti i messaggi che mi aveva inviato. «A che ora arrivi sabato?» Mi aveva mandato gli orari del treno, i minuti che avrei impiegato dalla stazione ferroviaria fino a via Bertodano; per due volte mi aveva chiesto se fossi andata da sola col bambino oppure ci sarebbe stata anche mia madre. Aveva premeditato tutto. Io di solito mi fermavo massimo 15 minuti a vedere i lavori di quella maledetta casa. Quando sono entrata, è successo tutto in un attimo: ha sbarrato la porta, mi ha preso per la gola, mi ha scaraventata a terra, mi ha abbassato i pantaloni e ha iniziato..

Più che il ventaglio all’Ars servirebbe forse una ramazza

Si trova sommerso dal fango di un’inchiesta che lo vede indagato per corruzione e peculato, ma Gaetano Galvagno, il golden boy di Fratelli d’Italia non si preoccupa più di tanto. E, col piglio di uno scavezzacollo della politica continua a fare finta che non è successo nulla né a lui né alla sua portavoce, Sabrina De Capitani, coinvolta fino al collo in un giro di affari, di intrighi, di azzardi e di mazzette. Ieri mattina il presidente dell’Ars ha dato vita alla consueta cerimonia del ventaglio: un appuntamento fisso con la stampa parlamentare per uno scambio di auguri in vista delle vacanze. Ma anche stavolta ha sbagliato il momento. Il 19 luglio scorso, giorno della commemorazione di Paolo Borsellino, il giudice assassinato dalla mafia, aveva preferito – come si ricorderà..

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