Spari al Capodanno di Delmastro:
l’arma è di un deputato di FdI

Un uomo di 31 anni è stato ferito da un proiettile, probabilmente sparato per errore, di una pistola – regolarmente detenuta – da un deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo. Il fatto è accaduto la scorsa notte, in provincia di Biella, durante la festa di Capodanno organizzata da Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza e sorella del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, nella sede della Pro Loco locale affittata per l’occasione. La serata stava per concludersi quando un colpo dell'arma di Pozzolo sarebbe partito accidentalmente andando a ferire il 31enne a una gamba. L'uomo - genero di un agente della scorta che accompagna Andrea Delmastro dopo il caso Cospito - è stato trasportato subito in ospedale e non è mai stato in pericolo di vita. Il ricovero sarebbe durato alcune ore,..

Il 2024 di Meloni. La leader deve diventare una premier

L'arrivo al governo di Giorgia Meloni, un anno e un bimestre fa, è stato il culmine di un percorso spettacolare, cominciato al servizio di Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, proseguito con la fondazione di un partito cui non si sarebbe data una lira, caratterizzato da un decennio d’opposizione durissima a qualsiasi presidente del Consiglio, compreso Mario Draghi, spesso feroce, non di rado nutrita da complottismi planetari e mitologie rigeneratrici. Più che un partito, Fratelli d’Italia è stata una tribù, e la sua fortuna è una miscela di identità, costanza, congiunture politiche e pure astrali, e una ottima capacità di muoversi nel mercato liberista del consenso. Il carattere della premier - fumantino, bellicoso, recriminatorio ai limiti dell’incomprensibile, poiché lei e molti dei suoi avevano già ricoperto rilevanti cariche istituzionali, e tutti..

Sergio Mattarella: un inno laico
contro la guerra e la violenza

La pace è l’assillo di Sergio Mattarella, con una guerra nel cuore dell’Europa e una nel vicino Medio Oriente che generano un “odio destinato a durare oltre la fine del conflitto”. Che non vuol dire generica deposizione delle armi, “neutralità” o “indifferenza”, rimuovendo ragioni, torti e anche reazioni sproporzionate rese plastiche dai profughi di Gaza. La pace chiama in causa il “realismo”, le responsabilità degli Stati, la loro capacità di respingere la logica di “competizione permanente” e di costruire una “società fondata sul rispetto delle persone” e sul rifiuto della “violenza” nel “sentimento delle nuove generazioni, nei gesti della vita di ogni giorno, nel linguaggio che si adopera”. Continua su Huffington Post

È l’irrilevanza la cifra di Forza Italia nel governo Meloni

"Noi di Forza Italia siamo molto soddisfatti", ha detto al Corriere della Sera riferendosi al Superbonus. Eppure Antonio Tajani non ha ottenuto praticamente nulla di quanto richiesto: niente proroga del 110 per cento, niente Sal straordinario, solo la garanzia che chi non riesce a finire i lavori non dovrà restituire i soldi. Non è la prima volta che il leader di Forza Italia esulta per una sconfitta. Il 7 agosto, dopo il Cdm che aveva approvato la tassa sugli extraprofitti delle banche, era soddisfatto: “Da mesi diciamo che la Bce sbaglia ad alzare i tassi di interesse e questa è l’inevitabile conseguenza”, disse sempre al Corriere, precisando che non si trattava di una misura contro le banche ma “a protezione delle famiglie”. Pochi giorni dopo qualcuno, probabilmente Marina Berlusconi, gli..

Inchiesta su Verdini, per Meloni è
una “brutta storia”. Salvini si isola

Giorgia Meloni in privato la definisce una “brutta storia” e dà mandato ai suoi fedelissimi di leggere l’ordinanza del gip. Matteo Salvini in pubblico fa spallucce alla richieste di informativa urgente in Aula che arriva, con calma, dalle opposizioni: “Non mi faccio dettare l’agenda da loro”. Ciaone? Antonio Tajani aggiunge che “sarà il leader della Lega a decidere se presentarsi in Aula, ma Denis Verdini non mi è prossimo, né parente”. In questo triangolo della maggioranza, tra mezze frasi e parole di circostanza, c’è l’ultimo caso giudiziario caduto sul groppone del governo. Tensione pura. E’ l’inchiesta sulle commesse dell’Anas che ha coinvolto Denis Verdini (indagato) e il figlio Tommaso (finito agli arresti domiciliari) insieme ad altri esponenti legati a una lobby che si sarebbe spartita gli appalti per il risanamento..

Superbonus, mini soddisfazione
per Tajani e per Forza Italia

Alla fine non è saltata  solo la conferenza stampa della premier (rinviata, salvo ulteriori bollettini medici, al 4 gennaio), ma anche quella canonica post Consiglio dei ministri, nonostante la carne al fuoco. Segno di quanto l’ultima riunione del 2023 a Palazzo Chigi sia stata abbastanza frizzante e non priva di scontri, in una corsa affannata a piantare bandierine. “Franco dibattito in Cdm”, è la formula che racchiude il dentro e fuori dei provvedimenti. La notizia è che Giancarlo Giorgetti sul Superbonus ha retto. O meglio: non ha contraddetto se stesso. Sicché il ministro dell’Economia ha concesso a Forza Italia il minimo sindacale per poter dettare alle agenzie fiumi di giubilo. Nel merito la faccenda è andata così: il Superbonus al 110 per cento resta per le famiglie con Isee basso (15 mila..

Mediaset manda via Minzolini perché era poco invasato

Chiamano Augusto Minzolini per alzare il livello, ma dopo tre mesi lo cacciano perché lo ha alzato troppo. Se Aristotele, il padre della logica, avesse conosciuto i vertici di Mediaset, sarebbe oggi un filosofo nichilista. La trasmissione è “Stasera Italia weekend” e va in onda, sabato e domenica, su Rete 4, la Los Alamos di Pier Silvio Berlusconi. La notizia dell’uscita di Minzolini l’ha data lo stesso Minzolini. Il 24 dicembre, l’ex direttore del Giornale annuncia che “è terminato il nostro tempo a disposizione così come il mio ciclo alla conduzione di ‘Stasera Italia’”. In studio, ad ascoltarlo, ci sono Giampiero Mughini, il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari e l’ex corrispondente Rai da Londra, Antonio Caprarica. Da tre mesi, Minzolini ospita le “firme” politiche del Corriere della Sera, come Francesco..

La conferenza stampa di Meloni
di nuovo rinviata. Poi si vedrà

In principio fu il boicottaggio, un invito a disertare uno dei pochissimi momenti in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non può sottrarsi alle domande dei giornalisti. Alla fine, è diventato poco più di un gesto simbolico contro quella che viene definita "legge bavaglio". Non saranno tutti i giornalisti invitati a disertare l'evento. Semplicemente, gli unici a non presentarsi saranno i vertici della Fnsi. Che sia un flop, una precisazione o un'inversione di rotta, fatto sta che la protesta - annunciata da una settimana - contro la norma che vieterà la pubblicazione di testi o degli estratti delle ordinanze di custodia cautelare - non del contenuto, di cui si potrà ancora, e giustamente, dare notizia - sembra essersi fortemente ridimensionata. Almeno per il momento. Anche perché sul punto la..

Diagnosi (funesta) sullo stato di salute del giornalismo

Uno sciopero dei giornalisti contro il giornalismo è la proposta, certo paradossale, con cui il direttore Mattia Feltri ha chiuso il suo editoriale di sacrosanta critica alla Federazione nazionale della stampa, che a sua volta minaccia di scioperare contro un emendamento, quello firmato da Enrico Costa e recepito dalla maggioranza, che a dire del sindacato della categoria impedirebbe ai cronisti giudiziari di svolgere il proprio mestiere. Accusa falsa, come ha ben argomentato Feltri. Accusa propizia per abbozzare un sommario bilancio sullo stato di salute del giornalismo. Salute pessima, a quanto pare. Forse irrimediabilmente compromessa. Nei primi Anni Novanta Carl Bernstein, coautore dello scoop sullo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente americano Richard Nixon, la mise così: “Siamo l’istituzione più potente della società attuale, ma abbiamo abdicato alle nostre..

Cambiamento o declino?
L’anno zero di Papa Francesco

“Viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse”. Dalla loggia centrale della basilica, come prua di una barca in tempesta, sospesa oltre che protesa tra l’anno nel quale la guerra, invece di cessare, ha raddoppiato e l’anno in cui potrebbe allargarsi ulteriormente, sfuggendo di mano ai suoi strateghi, l’erede dell’apostolo Pietro, raggiunto dalla conta dell’ennesimo eccidio, prima di affacciarsi e parlare al mondo deve avere rivolto al Signore, nascosto a poppa, una domanda: se questo sia il segnale del naufragio e l’umanità si prepari ad affondare. Anche perché al suo sguardo il fondo è ormai toccato, che più giù non si può, nel giorno insanguinato di un Natale-non-Natale: il più lontano dalle aspettative, ma pure il più vicino, crudamente, alle narrative. Rinnovando la strage d’innocenti e riempiendo di tombe..

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