Pd. Nel mondo nuovo di Elly
è scomparsa la classe operaia

Elly Schlein come il palo della Banda dell’Ortica: così la raccontano le malelingue del Pd. In Italia succede la qualunque, questa destra ne combina di ogni colore ma lei, proprio come il personaggio di Enzo Jannacci, è “sempre fissa, lì, a scrutare nella notte”; cioè inconsapevole, perennemente altrove, estranea a quanto si dibatte nel governo, nel Parlamento e, a ricasco, nei talk-show, sui giornali, oppure a cena e al bar. L’assenza o latitanza della Schlein costituisce ormai la sua cifra di leader. Ma questa caricatura che sta prendendo piede - occorre chiarirlo subito - non corrisponde al vero, ovvero vi corrisponde soltanto a metà perché Elly è tutt’altro che sprovveduta, ingenua, inesperta o naïve; semmai è una furbona la quale, diversamente dal palo della banda, vede e sente soltanto ciò..

Meloni, il vocabolario della crisi
Catalogo di parole da non dire

Avviso a naviganti, lettori, curiosi, addetti e non addetti ai lavori. Ci sono delle parole, in politica, che misurano il cambio del clima, in peggio, eternamente uguali a sé stesse, da Mariano Rumor a Giovanni Donzelli, dal barocchismo della Prima Repubblica alla confusione della Seconda o Terza (fate voi), dai partiti ai non partiti. Nemmeno il governo Meloni si sottrae all’implacabile termometro. Rimpasto. L’ha pronunciata il capogruppo della Lega Riccardo Molinari. Un classicone. Quando si facevano bene, servivano a puntellare i governi, tenendo conto degli equilibri dei partiti e delle correnti, del Nord e del Sud, delle ambizioni individuali e del contesto internazionale. E venivano decisi dall’“alto”. Specialità della casa della Balena Bianca: li faceva senza neanche troppe interviste. Quando invece li chiede un alleato riottoso, sono guai. Caso di..

Ma si avvicina la prescrizione

Accusato di concorso esterno e rivelazione di notizie riservate, il governatore a novembre potrà decidere di uscirne

I soldi non ci sono. Manovra
in deficit per 14 miliardi

L’impostazione della seconda manovra economica del governo di Giorgia Meloni sarà “seria e responsabile”, ma l’ombra del ritorno in vigore del Patto di Stabilità europeo, a partire dal prossimo anno, unito allo spread in crescita dopo la fine della luna di miele con i mercati, non impediscono al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di mettere nero su bianco – nella Nadef approvata in serata dal Consiglio dei ministri – quello che fino a qualche mese fa non avrebbe mai immaginato di dover varare: per il 2024, il governo prevede un rapporto deficit/Pil tendenziale al 3,6% e un programmatico al 4,3%. Tradotto in soldoni, il governo intende raccogliere ben 14 miliardi di euro in deficit aggiuntivo rispetto alle previsioni. Del resto i soldi provenienti da spending review dei ministeri e altri interventi..

A Paestum la kermesse per il Cav

Ci saranno Roberta Metsola e Manfred Weber ma anche Katia Ricciarelli e Al Bano, ministri e onorevoli

Sui migranti Salvini e Meloni
giocano a chi la spara più grossa

Un'altra giornata ad alta tensione tra Italia e Germania, sui migranti. La premier, Giorgia Meloni, ha scritto al cancelliere tedesco Olaf Scholz per lamentarsi della scelta di Berlino di aiutare chi soccorre i migranti in mare e chi li accoglie, in terra, in Italia. "Ho appreso - scrive la presidente del Consiglio - con stupore che il tuo Governo, in modo non coordinato con il Governo italiano, avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell'accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi". Lo stupore che fino a poche ore fa trapelava appena dai Palazzi del potere italiano ed era sbandierato solo dalla Lega, viene così esplicitato dalla premier, che in queste ore deve fronteggiare i crescenti..

In morte di un boss. S’apre la danza su complotti e misteri

Ora che la morte ha sigillato per sempre i suoi occhi indemoniati, ora che il cancro gli ha devastato il corpo e gli ha stroncato gli ultimi furori mafiosi, ora che le tre donne chiamate al capezzale dell’agonia – la sorella, la nipote e la figlia ribelle – si preparano ad accompagnarlo al cimitero senza nemmeno la benedizione di un prete, ora che la giustizia chiuderà per sempre un fascicolo di nefandezze rimasto aperto per oltre trent’anni, chi si ricorderà di Matteo Messina Denaro, killer e boss di Cosa nostra, accusato di avere fiancheggiato, nella terribile stagione delle stragi, i sanguinari corleonesi di Totò Riina? Parce sepulto, verrebbe da dire. Ma non sarà facile per nessuno stendere un velo di misericordia sulle sue imprese criminali. Non lo permetteranno i familiari..

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