Viaggio in Polonia.
Arianna
e le foto della memoria

Uno sguardo sulla memoria, un occhio che guarda alla storia della morte dei 2.000 ebrei nella città di Chelm, in Polonia, prima di Auschwitz. Una delle foto della mostra “Universi silenziosi” della fotografa Arianna Di Romano a Palazzo Branciforte visitabile fino a domenica 19 giugno racconta di due uomini in divisa con una corona di fiori tra le mani nel giorno della prima “Marcia della morte” nella cittadina polacca in memoria delle vittime dell’olocausto silenzioso. Era inverno. Dicembre 2019. Pochi mesi prima dell’evento in Polonia che avrebbe riunito i parenti delle 2.000 vittime dello sterminio, la fotografa viene invitata da due amici israeliani di Tel Aviv, organizzatori dell’iniziativa, a recarsi sul posto per documentare il ricordo di quel triste evento di cui non si parla nei libri di storia. Accanto..

In tempo di guerra
la moda si adatta
e sanziona la Russia

Nel 2022, con una pandemia quasi alle spalle, si pensava che ci si fosse trasformati molto velocemente negli ultimi anni, raggiungendo delle tecniche lavorative, di compravendita e di comunicazione che fino a poco tempo fa sembravano futuristiche. Ma a scuotere ulteriormente gli animi è arrivata una guerra, non che non se ne vedessero da un po’, ma stavolta un po’ più vicina all’occidente, e le risposte sono state altrettanto futuristiche, affiancando quelle più pragmatiche militari e diplomatiche. Il mondo occidentale ha sanzionato la Russia, con quello che poteva: dal reparto tessile, alle industrie automobilistiche, dal mondo del lusso fino ai socia¬¬l e alle serie tv. Gucci, Apple, Nike, Ikea, Zara, Dior, H&M, Mango, Bottega Veneta, Samsung, Amazon. I cittadini russi non possono più vedere film o serie su Netflix, o..

Zelensky ci ha detto
che per loro Mariupol
è la nostra Genova

Genova è bellissima, di un fascino meraviglioso e perverso, levantino e ombroso, un po’ Napoli, un po’ Barcellona, un po’ Palermo, un po’ Trieste, un po’ Beirut, molto Marsiglia. Un po’ Mariupol per Zelensky che per farci paura ha paragonato l’agonia del porto sul Mar d’Azov a quello che potrebbe essere l’assedio di Genova. E ha fatto pensare a ciascuno cos’è “Genova per noi” oltre alla bellissima song di Paolo Conte, astigiano che racconta lo stupore di un forestiero per una città intrigante e misteriosa. Genova per noi foresti innamorati di “quell’aria spessa, satura di sale, gonfia di odori”, della “via del Campo” prima che diventasse una meta di pellegrinaggi, di “questi posti davanti al mare”, noi che magari la conosciamo poco ma essendo nati sulle sponde del mediterraneo la..

Putin e l’unico modo
che conosco
per spegnere la guerra

Ho fatto un sogno questa notte. Sarebbe meglio dire che ho avuto un incubo, ma lascio a voi l'interpretazione delle cose. Diciamo che, ancora adesso, al risveglio, non saprei dire quale tra le due sensazioni abbia prevalso. Un uomo era davanti a me, seduto dietro una scrivania. Il tavolo era di quelli imperiali con i rilievi e le incisioni in oro. L'uomo aveva davanti ai suoi occhi un pulsante rosso. La sua mano destra era vicina al pulsante e le dita indice e medio tichettavano nervosamente come battiti di un contasecondi. Solo alzando lo sguardo mi accorgevo di conoscere quel viso e quegli occhi glaciali concentrati sul vuoto del suo stesso ritmare cadenzato. Era lui! Il vecchio Vlad mi era davanti e - incredibilmente - mi aveva convocato, davanti a..

Una guerra folle
e l’importanza
di schierarsi

Io credo che questa guerra, orribile come tutte le guerre, terribile di più per noi perché vicina, in qualche modo “familiare”, non distante per continenti, storia e religioni diverse… credo che questa guerra ridefinirà un po’ la nostra cultura, i nostri abiti politici, le nostre scale di valori. Perché io devo ammettere che ho difficoltà a comprendere e accettare le posizioni ben riassunte dal murales di Roma: “Né con la loro guerra, né con la loro pace”. Ho difficoltà a capire l’equidistanza fra l’aggressore e l’aggredito, fra chi lancia le bombe e chi ne è il bersaglio. Mi pare come se un marito geloso uccide la moglie perché lo tradiva e noi diciamo che non stiamo né con l’adultera né con l’assassino, mettendo di fatto adulterio e omicidio sullo stesso..

Zeta, una sigla infame
L’orgia del potere
di Putin e i suoi complici

Chissà se il vecchio VLAD conosce questa storia. Qualcosa mi dice che mai gli pervenne all'orecchio, altrimenti non avrebbe agito così come abbiamo visto in questi giorni. Magari si sarebbe goduto, in santa pace, il suo yacht da quasi un miliardo di dollari e quella squadra di calcio londinese (come si chiama? Ah! Chelsea) intestata ad uno dei suoi tanti oligarchi prestanome. Ecco, avrebbe potuto continuare a vivere nell'apoteosi inumana della ricchezza più sfrenata senza distruggere nulla e senza uccidere neppure un bambino. Invece, no. Mettendo a rischio tutti questi suoi averi ("lecitamente" guadagnati nel corso di pochi anni...) - e supponiamo per puro patriottismo - ha preferito imbastire una invasione genocida e indossare la divisa del torturatore sanguinario. Dobbiamo ammettere che, se vi può essere metodo nella follia, vi..

Questo gran silenzio
somiglia al preludio
di una tempesta vicina

In una vecchia e struggente canzone degli anni settanta era scritto: "Quando si alza il vento... no... più fermare non si può..." Venti di guerra si avvicinano. E il silenzio tutto intorno è quello che precede la tempesta. Sembrava impossibile solo qualche mese fa. Guardando i conflitti che si susseguivano nel Medio Oriente, in Siria, in Libia, ci dicevamo che tutto questo non ci riguardava. Eravamo spettatori di contese belliche a noi estranee e che mai avrebbero interessato il nostro quotidiano. Allo stesso modo guardavamo le notizie che ci arrivavano dalla lontanissima Wuhan. Virologi e scienziati si avvicendavano in televisione per rassicurarci che mai quel virus ci avrebbe raggiunto. Sappiamo, adesso, che così non era e che questo mondo è più piccolo di quanto possa ritenersi. La tosse cinese è..

Musica e guerra:
il cocktail micidiale
che turba l’anima

Ho visto alcuni servizi televisivi in cui le strazianti immagini della guerra in Ucraina, sono accompagnate da sottofondi musicali con canzoni come “Imagine” di John Lennon, o “Generale” di Francesco De Gregori. Per me rappresentano un cocktail micidiale, per le incontestabili capacità della musica di provocare ed esaltare emozioni. Più volte mi sono sorpreso a pensare che sarebbe ora di fargliela pagare a quel bastardo di Putin, e di entrare in guerra, bombardarlo con i nostri missili, la Nato, anche a costo di innescare quei terrificanti scenari che riporterebbero l’Umanità all’età della pietra. Che poi, a dirla tutta, sarebbe anche una scelta coerente. Se Zelensky e l’Ucraina rappresentano l’emblema dei nostri valori, i valori fondanti della democrazia, della libertà. Fallita la diplomazia, non ci resta che difenderli, anche a costo..

Da Capaci all’Ucraina:
non sprecate
il tempo della giustizia

Poco ancora e ricorrerà il trentesimo anniversario della strage di Capaci. Si assume che a nulla serva il trascorrere del tempo se non a farne memoria.  Ebbene, mi chiedo quale memoria di quel passato abbia permesso di costruire un futuro migliore. Mi domando se la speranza di Paolo Borsellino - secondo cui l'idea di Giustizia si muoverà grazie all'azione della nuove generazioni - abbia avuto esito di Verità. Vedo attorno a me - viceversa - ancora tanta ignoranza di quel passato che, per alcuni, è più lontano di una terra straniera. E se il futuro può pure essere radioso, è il passato che manifesta la sua imprevedibilità. Dopo trenta lunghi anni da quei tragici fatti nessuna delle apparenti verità storiche o processuali mi si manifesta come tale. Né penso che..

Solo la bellezza
può fermare
la follia di un uomo

Sembra che il mondo intero non riesca a fermare la follia di un solo uomo. Il motivo è semplice: la follia è la più contagiosa tra le pandemie e nessun vaccino è mai stato creato per contrastarla. Spesso chiedevo ai tedeschi di vecchia generazione il perché di Hitler e del Nazismo che avevano distrutto il destino di una intera umanità. Ne ricevevo quasi sempre la stessa risposta. Alla follia dell'uomo che esalta il delirio di onnipotenza di un popolo, risponde quest'ultimo con la sua cecità. La cieca e silenziosa obbedienza - unita alla colpevole indifferenza di coloro che ciechi non sono - crea le stragi della Storia e quelle cui assistiamo in questi dolorosi giorni. La saggezza degli antichi aveva pure coniato un pensiero che sembra scolpito sulla bandiera dell'esercito..

Gerenza

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