Scende in campo
l’uomo del miracolo

Segnatevi la data: lunedì prossimo, 4 settembre, sarà il giorno della rivoluzione. La politica cambierà improvvisamente rotta e per la Sicilia si apriranno di colpo gli orizzonti della prosperità economica, della pace sociale, dei diritti civili. Il sol dell’avvenire bacerà finalmente questa terra flagellata dalle liti e dalle faide tra i partiti della maggioranza. Nulla sarà più come prima. I balilla non traccheggeranno più con il turismo e i bulli non garantiranno più coperture agli avventurieri che vorranno stringere affari con la Regione. Renato Schifani chiuderà la lunga stagione dei rancori e per il centrodestra sarà tutta una nuova vita. Signori, preparatevi al miracolo: lunedì scenderà in campo, con la forza della propria storia e delle proprie idee, Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia. Un leader carismatico. Metterà tutti..

Le voci bianche
della competenza

Ma non vi appassionano questi partiti della maggioranza che in coro – un coro di voci bianche – si strappano le vesti per invocare competenza? Non vi eccita Marianna Caronia che, dopo mille cambi di casacca, si è convertita al rigore della politica e ora predica il principio secondo il quale non può esserci nomina di sottogoverno senza una robusta professionalità del cliente designato? E non vi manda in delirio la svolta furbesca di Renato Schifani che, dopo avere fatto strame di ogni merito e di ogni decenza, si è travestito da benpensante per declamare, senza rossore, il valore aggiunto di un professore universitario rispetto a un galoppino elettorale? Dimenticando, va da sé, che in otto mesi di governo lui ha piazzato solo amici, confratelli e anche un pagnottista censurato..

L’ossessione
di un presidente

Se la Sicilia affoga in un mare di escrementi a Renato Schifani non frega proprio nulla. Se la Regione è costretta a pagare 2,5 milioni al mese di multe per i ritardi e le inadempienze nella realizzazione dei depuratori al presidente della Regione non importa un fico secco. Perché a lui – a quest’uomo divenuto governatore per grazia ricevuta – importa solo delle nomine. Diciamolo: è ammalato di sottogoverno. Si esalta quando alle porte di Palazzo d’Orleans bussa un cliente, un lecchino o un questuante. E si inebria quando, sullo scacchiere degli incarichi, intravede la possibilità di inserire un suo fraternissimo amico, anche se chiacchierato o inseguito dalle magistrature di mezzo mondo. Ma guai se, come nel caso dei depuratori, le nomine vengono fatte dal governo nazionale. Perché va fuori..

Tra gli scandali
e lo scaricabarile

Le staffilate di oggi non arrivano da questo giornaluzzo d’opposizione. No. Oggi il dito puntato contro il governo di Renato Schifani è quello di Repubblica e del Giornale di Sicilia. I quali sollevano due scandali che gridano vendetta. Repubblica apre con un titolo – “Il mare sporco della politica” – che dovrebbe suscitare un po’ di rossore non solo sul viso del governatore ma anche sulla faccia dei suoi assessori. “La Regione – si legge – paga 2,5 milioni al mese di multe per i depuratori non fatti. Eppure il centrodestra diviso non riesce da maggio a nominare il commissario per le opere”. Il Giornale di Sicilia alza invece la pietra della sanità e scopre l’insostenibile pesantezza delle liste d’attesa. Schifani, manco a dirlo, convoca i commissari delle Asp. Teste..

Ode a Marcello
il re Travicello

Evviva. Anche Marcello Caruso – che, sulla carta, è il coordinatore regionale di Forza Italia – ha detto la sua sull’apertura del partito alle altre forze moderate, in vista delle elezioni europee. Caruso, si sa, ha licenza di parlare, ma in seconda battuta. La prima battuta spetta sempre e comunque a Renato Schifani che, in quanto presidente della Regione, è il suo datore di lavoro. Caruso è l’eterno secondo: può anche avere un pensiero, ma prima di esternarlo deve chiedere il nulla osta al “principale”. Caruso è una finzione: può anche scrivere una lettera a un alleato ma dopo avere concordato il testo con Schifani. Caruso è un prestanome: può anche nominare un coordinatore a Trapani o nel più piccolo comune della Sicilia, ma deve semplicemente ratificare il nome scelto..

La Palermo infelicissima
che nessuno aveva visto

Leggo da Repubblica: “Basta il primo passo dentro piazza Caracciolo per chiedersi quale sia il motivo per cui alla Vucciria tutto è consentito. Alcolici venduti a ragazzini da ambulanti abusivi, spaccio di droga nella stradina buia che porta in piazza Garraffello e musica sparata a tutto volume fino alle 3 di notte senza che ci sia una sola auto delle forze dell’ordine in zona”. Già. Ma, a parte la latitanza di polizia e carabinieri, dove sono stati in quest’ultimo anno i responsabili del Comune? Dov’è stato Maurizio Carta, assessore ai vigili urbani e alla “rigenerazione” del centro storico? Lo ricorderete certamente: nei giorni del Festino, assegnato con una gara farlocca ai comparucci della parrocchietta, piritolleggiava dal Cassaro alla Marina mostrando l’immagine di una Palermo felice. Era la Palermo infelicissima che..

La beata Carolina
che vede la Madonna

So di urtare la sensibilità di Carolina Varchi, vice sindaco di Palermo e punta di diamante di Fratelli d’Italia. So di turbare la sua mistica meloniana e di intaccare, all’un tempo, le sue certezze sul potere salvifico e taumaturgico di quella Giorgia che ogni giorno le appare, come la Madonnina di Lourdes, per essere adorata e immortalata in un selfie. Ma quel mascalzoncello di Matteo Renzi ha espresso un giudizio sulla Santissima e Veneratissima Presidente del Consiglio che, per gli uomini di questo mondo, è difficile non condividere: “Ha vinto le elezioni con la coerenza ma governa con l’incoerenza. Ha detto “basta accise” e le ha aumentate. Ha detto “blocco navale” e gli sbarchi sono raddoppiati. Ha detto “cambierò l’Europa” e l’Europa ha cambiato lei. La Giorgia dei video di..

Il garantismo fluido
di Renato Schifani

Pur di conquistare un titolino di due colonne in cronaca il presidente della Regione si è lasciato andare a una scemenza che fa a pugni con il garantismo professato da Forza Italia soprattutto al tempo in cui Silvio Berlusconi aveva non poche gatte da pelare con la giustizia. La scemenza gli è venuta fuori a commento dell’orrendo stupro su una ragazza di 19 anni, per il quale sono stati arrestati sette giovani palermitani. Secondo Renato Schifani – che si è guardato bene di invocare lo stesso rimedio forcaiolo quando l’accusa di stupro ha toccato il figlio di Ignazio La Russa, suo padrino politico – “occorrerebbe allungare o raddoppiare i termini della carcerazione preventiva”. E la presunzione di innocenza sancita dalla Costituzione? Per la vanità di un francobollino in cronaca l’ex..

I predicati molesti
di Schifani su Lagalla

Roberto Lagalla sta facendo di tutto per tirare Palermo dalla voragine nella quale era precipitata negli anni di Leoluca Orlando. Ha messo ordine nei conti ed ha eliminato la vergogna dei morti senza sepoltura al cimitero dei Rotoli. E’ un sindaco con la testa sulle spalle e con una esperienza amministrativa che lo mette al riparo da ogni tentazione populista. La sua opera di risanamento risulterebbe più facile se non venisse assediato dai predicati molesti di Renato Schifani. Che, da presidente della Regione, insiste nel sollecitare non una azione comune per il rilancio della città; ma un rimpasto della giunta. Allo scopo di sostituire gli assessori scelti a suo tempo da Gianfranco Miccichè con due suoi amici e clienti. C’è da augurarsi che Lagalla opponga, alle miserie e ai rancori..

La corrente turistica
ha perso la spocchia

Da vincitori, spocchiosi e inarrestabili, erano convinti di sfiorare l’onnipotenza. Ed erano pure certi che non sarebbe mai arrivato il giorno del giudizio. Invece qualcosa si è inceppato. Prendete “la corrente turistica” di Fratelli d’Italia. La ministra Santanché si è impantanata in un groviglio politico-giudiziario e con lei si è spiaggiata anche “Open to Meraviglia”, una campagna costata nove milioni. Stessa sorte per SeeSicily, l’azzardo da settanta milioni costruito attorno a sé da Manlio Messina, l’ex assessore regionale promosso vice capogruppo alla Camera. La “corrente” ovviamente resiste e cerca di inventarsi nuovi canali di spesa. Ma intanto è entrata in gioco la procura di Palermo e l’aria, soprattutto a Roma, è cambiata. Dove c’era spregiudicatezza c’è una insolita cautela. Accompagnata dal timore che l’eccesso di turismo alla fine porti sfiga.

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED