La metà del mondo
ignorata dal ministro

Antonio Tajani non meritava questo calcio del destino. Da ministro degli Esteri ha fatto molte cose buone in mezzo mondo. Ha affrontato con fermezza i giorni tremendi della guerra in Ucraina, ha esercitato la sua influenza su Bruxelles e ha sbloccato finanziamenti europei che contribuiranno non poco a tenere in piedi l’Italia. Poi, in un giorno di fine luglio, è sbarcato a Palermo per ottemperare ai suoi doveri di segretario di Forza Italia. E da qui, trascinato in una marchetta clientelare da Renato Schifani, ha chiamato al telefono Nico Torrisi, capo in testa di Fontanarossa, per complimentarsi di come è stata gestita l’emergenza all’aeroporto di Catania. Lui non se n’è accorto, ma la sua telefonata ha fatto ridere l’altra metà del mondo. Quella di migliaia di viaggiatori sballottati, da due..

Ma della Consulta
lui se ne infischia

Avete visto con quanta solerzia Renato Schifani ha detto che la sentenza della Corte Costituzionale non ha alcuna conseguenza sul bilancio della Regione? La Consulta ha fatto per l’ennesima volta a pezzi i metodi con i quali Gaetano Armao ha gestito per cinque anni i conti pubblici. Ma Schifani, incurante delle asinerie, ha richiamato l’ex assessore in servizio con uno spreco di 60 mila euro l’anno; e per tenerlo al riparo dalle critiche ha diramato una nota con la quale lo solleva da ogni colpa. Il Governatore, diciamolo, se ne infischia della Corte Costituzionale. Gli fanno da corona i dodici assessori della giunta, sempre muti come pesci. E non aprono bocca neppure quei campioni di moralismo che si sono acquartierati da pochi mesi dentro Forza Italia e che sono ancora..

Un mistero inglorioso
di questo centrodestra

Vi ricordate di Nello Musumeci che per cinque anni ha spadroneggiato in Sicilia con la favoletta appassita dell’onestà-tà-tà? Oggi compiliamo l’elenco di tutte le cose che avrebbe dovuto e non ha fatto per prevenire gli incendi e per attrezzare una difesa del territorio anche in vista della maledetta “tropicalizzazione” del clima. All’un tempo vi diamo la notizia della ventesima – o trentesima? o cinquantesima? – sentenza con la quale la Corte costituzionale certifica che per cinque anni i conti della Regione sono stati nelle mani di un avventuriero della politica, Gaetano Armao, che ne ha combinate di cotte e di crude. Un avventuriero coperto da Musumeci (era il suo braccio destro) e richiamato in servizio da Schifani che lo ha elevato al ruolo di suo consigliere personale con uno stipendio..

Qualcuno gli insegni
il mestiere di governare

Non siamo nati ieri. Nessuno crede che da un giorno all’altro possa scoppiare una crisi di governo; che Renato Schifani, sfiduciato, lasci Palazzo d’Orleans e torni alla sua tranquilla vita di pensionato. O di umarell, per dirla con Rosario Fiorello, innamorato pazzo di quei vecchietti che vanno in giro, con le mani dietro la schiena, a controllare i cantieri. No, nessuno crede all’eventualità di una crisi prossima ventura. Però una cosa è certa: così non si può andare avanti. Da Catania a Palermo, dagli aeroporti alle autostrade, dalla rete elettrica alla protezione civile, qui tutto sembra scivolare verso il baratro. Qualcuno tra gli amici più fidati – Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo, Totò Cardinale: tutta gente di robusta e collaudata esperienza – prenda in carico il Governatore e gli insegni come..

Lì dove l’arroganza
abbraccia l’ignoranza

Anche i bambini dell’asilo sanno che un aeroporto si compone di due elementi: la pista, che consente agli aerei di atterrare e decollare; e il terminal, che garantisce i controlli e l’assistenza ai passeggeri. Ma in Sicilia, dove le sventure non finiscono mai, c’è un presidente della Regione che non conosce i principi basilari dell’aviazione civile. E che, non a caso, da quando è esplosa la crisi di Fontanarossa, non ha fatto altro che balbettare. Fino al punto di spacciare per un risultato positivo la disponibilità del ministero della Difesa ad aprire le porte di Sigonella. Dimenticando che la base militare ha le piste ma non il terminal. Proprio come l’aeroporto di Catania, dove l’incendio ha distrutto il terminal ma non le piste. Prendiamone atto: Palazzo d’Orleans non è la..

L’apocalisse che noi
non avevamo visto

No, non è l’apocalisse. Non si vedono nel cielo biancastro gli angeli vendicatori; il calice dell’ira non è stato ancora versato e non è scritto da nessuna parte che “le isole fuggirono e le montagne non si ritrovarono mai più”. C’è una emergenza, una gravissima emergenza. Che flagella Catania, diventata ormai una città da terzo mondo: senza aeroporto, senza acqua, senza energia elettrica. E che spaventa anche Palermo, soffocata da un caldo asfissiante e accerchiata da incendi che si estendono da Monreale a Bellolampo, da Capo Gallo fino alle montagne di Punta Raisi. No, non siamo alla fine del mondo. Ma se pensiamo che non c’è un governo in grado di fronteggiare gli inferni provocati in Sicilia da un’estate rovente e devastante, allora sì: possiamo dire che l’apocalisse ce l’avevamo..

Prima o poi finirà
per abbaiare alla luna

Finora i vincitori delle elezioni lo hanno tenuto al guinzaglio. Lui si è dimenato, ha cercato di liberarsi e alla fine ha sempre ubbidito. Ma ieri qualcosa è cambiato. Di fronte a una emergenza che sta dilaniando la Sicilia, lo stato maggiore di Fratelli d’Italia ha preso formalmente atto che Renato Schifani non è in grado di governare la Regione. Sa solo amministrare i suoi rancori, le sue permalosità, i suoi livori. L’oltraggiosa risposta al ministro Adolfo Urso, intervenuto per invocare interventi coordinati e urgenti sull’aeroporto di Catania, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Schifani è ormai una scheggia impazzita. Sbraita senza motivo contro Vito Riggio, impeccabile amministratore delegato dell’aeroporto di Palermo, e lo costringe alle dimissioni. E sbraita pure contro Urso. Presto si ritroverà..

La Sicilia brucia
(ma allegramente)

Ma chi se ne frega se la Sicilia brucia, se gli aeroporti scoppiano, se i turisti annegano nel caos, se Catania è senza voli, senza acqua e con l’elettricità che va e viene. In compenso l’Isola è un gorgoglio di festival: di jazz, di lirica, di libri, di canzoni, di cinema e di moda. Da Palermo a Taormina, da Morgantina a Siracusa è un trionfo – a volte persino esagerato – di cultura e teatro antico. E chi se ne frega se gli alluvionati di Trapani e dintorni aspettano ancora i ristori per rimettere in piedi le strade, le case e le campagne devastate dal fango e dalle frane. I deputati della maggioranza, accovacciati al fresco dell’Ars, hanno scardinato la voce di bilancio destinata ai danni del maltempo; hanno prelevato..

C’è Don Chisciotte
a Palazzo d’Orleans

Il fatto è che non sa governare. Non conosce gli abissi nei quali è precipitata la Sicilia e non ha alcuna idea di quali strumenti andrebbero programmati per fronteggiare una crisi come quella che soffoca la nostra società e la nostra economia. Renato Schifani vive alla giornata: un ricevimento, un rancore, una nomina, una nota ai giornali. Poi, quando i problemi gli crollano addosso, come l’incendio di Fontanarossa, comincia a strillare: alza la voce, inveisce, travolge. Cerca insomma un povero cristo sul quale scaricare le colpe della sua inconsistenza. E la gente scappa. E’ fuggito il suo portavoce, Roberto Ginex; ha girato i tacchi anche Vito Riggio, un amministratore di grande saggezza che stava per risollevare le sorti dell’aeroporto di Palermo. Finirà che resterà solo con Marcello Caruso, il suo..

C’è chi guarda
e chi amministra

Renato Schifani, il presidente della Regione addetto al controllo dei cantieri, ha già verificato gli stati di avanzamento di Castello Utveggio e, forse, avrà anche stilato un primo bilancio dei lavori appaltati dall’Anas per rimettere in sesto l’autostrada che – molto teoricamente – collega Palermo con Catania. I portavoce di Palazzo d’Orleans dicono che si starebbe pure attrezzando per monitorare gli interventi previsti per ripristinare la funzionalità dell’aeroporto di Catania, messo fuori uso da un incendio. C’è da sperare che il governatore umarell – al Nord chiamano così i pensionati che, con le mani dietro la schiena, vanno in giro a guardare la gente che lavora – si ricordi di fare un salto al cimitero di Palermo dove il sindaco Roberto Lagalla ha appena demolito 72 sepolture abusive. Dimostrando che..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED