I tre mesi diversi
di Giorgia e Renato

Giorgia Meloni ha impiegato i primi tre mesi del suo mandato per dotare lo Stato di un bilancio, per accreditarsi in Europa, per aiutare l’Ucraina nella guerra contro l’invasore, per ridurre il Pd al lumicino, per smontare il gioco dei Cinque stelle sul reddito di cittadinanza, per diventare un premier di buon senso, autorevole, affidabile. Si possono non condividere le sue idee ma bisogna anche prendere atto che chi paventava un rigurgito fascista ha solo urlato alla luna. I primi tre mesi della classe politica venuta fuori in Sicilia dalle elezioni di settembre sono stati utilizzati invece per montare un teatrino di risse, di veleni, di maldicenze. E per coprire le responsabilità di Gaetano Armao, l’assessore di Musumeci che ha combinato tali e tanti disastri da impedire alla Regione di..

La sceneggiatura
di un sondaggio

Prima di incipriare il suo governo e coprire con il fard gli sfregi ricevuti dagli alleati, Nello Musumeci ha aspettato cinque anni. Ha ceduto alle sirene dei sondaggi quando, sulla sua esperienza, stava per calare il sipario. Renato Schifani invece si è avvalso dello stesso trucco quando la sua avventura, dentro Palazzo d’Orleans, è ancora alle prime battute. Non è un buon segno. La squadra di pronto intervento – l’agenzia di stampa Italpress e l’istituto demoscopico di Antonio Noto – ha fatto di tutto per non deludere le aspettative. Ma le percentuali sfavillanti con le quali Noto ha creduto di misurare la fiducia che i siciliani ripongono nel presidente della Regione non gettano alcuna luce sul percorso affannoso del governo né sul destino doloroso di questa terra. Hanno il retrogusto..

Due sguardi diversi
sulla parcella d’oro

Nella Repubblica marinara della Sicilia – con ponti dietro l’angolo, barche piene di soldi e un mare di guai – succede anche che il presidente della Regione apre un cassetto e il presidente dell’Antimafia lo chiude. Al centro di questo singolare confronto tra Renato Schifani e Antonello Cracolici c’è la parcella di 3,5 milioni che l’avvocato Pier Carmelo Russo, ex assessore all’Energia del governo Lombardo, ha presentato a Palazzo d’Orleans dopo avere ottenuto una transazione con le imprese che erano state chiamate in Sicilia per realizzare quattro termovalorizzatori e hanno visto poi sfumare l’affare. Schifani, prima di pagare, chiede gli atti. Ma Cracolici, tanto per far capire al mondo di che erba è fatta la scopa, conferisce negli stessi giorni a Russo un nuovo incarico e lo mobilita per una..

Festa del perdono
a Palazzo d’Orleans

Nella Repubblica marinara di Sicilia – tra ponti che si vedono dietro l’angolo e barche cariche di soldi – divampa l’allegria. Le osservazioni della Corte dei Conti su un rendiconto non “conforme alle scritture”? Cancellate. Le irregolarità segnate con matita blu dai giudici contabili? Dimenticate. E’ la festa del perdono. Ammiragli, nocchieri e ufficiali di coperta sono schierati – pettoruti e ginnasticati – sui ponti di comando per intonare inni di gloria a Santa Giorgia dei Miracoli, al “gioco di squadra” e all’emendamento chiamato “Salva Sicilia”: una norma, infilata nella manovra di fine anno, che salvando i destini dell’Isola, così si spera, salva pure la faccia di Nello Musumeci e di quell’assessore al Bilancio che per cinque anni ha piritolleggiato tra Roma e Palermo impastando bluff e giochi d’azzardo. Scurdammoce..

La Repubblica
marinara di Sicilia

Fino all’altro ieri avevamo una tragica certezza: che la Sicilia, alle prese con i buchi di bilancio creati dal governo Musumeci, fosse con l’acqua alla gola. Oggi invece il panorama si è rovesciato. “Avremo una barca di soldi”, annuncia l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, convinto che il governo di Giorgia Meloni non ci lascerà in mezzo a una strada e che basterà un emendamento alla manovra in discussione al Parlamento nazionale per riparare i danni provocati dal suo predecessore. Miracoli dell’ottimismo. Un sentimento che ha già spinto il presidente Renato Schifani, a vedere “dietro l’angolo” il Ponte sullo Stretto. Falcone va addirittura oltre. E specifica che la barca in arrivo sulle coste siciliane sarà piena di “soldi freschi”, pronti per essere cotti e mangiati. Il ponte, la barca: la Regione..

Gli annunci, i progetti
e il disastro delle Asp

Da un lato ci sono gli annunci. Come quello del presidente Schifani, che dice all’Ars: io la Finanziaria l’ho già approvata, ora sta a voi decidere se vararla entro il 2022 oppure andare all’esercizio provvisorio. O come quello dell’assessore alla Sanità, Giovanna Volo, che ha aperto il grande libro del Pnrr ed ha tracciato un piano di ospedali intermedi da realizzare nel territorio: una sanità d’avanguardia, non c’è che dire. Poi c’è la realtà. Fatta di Aziende sanitarie governate da politicanti con la vocazione gattopardesca di controllare tutto per non controllare niente. L’esempio più imbarazzante viene da Palermo dove l’Asp, unica in Sicilia, non ha ancora assegnato ai laboratori d’analisi e agli specialisti convenzionati il budget di spesa per l’anno che, manco a dirlo, sta per finire. Un disastro. Che..

Dalla parcella d’oro
fino a Clemenceau

Renato Schifani ha aperto il cassettino dorato dove qualcuno – non si sa chi – ha nascosto la parcella milionaria presentata dall’avvocato Pier Carmelo Russo, l’ex assessore all’Energia incaricato dall’ex presidente Raffaele Lombardo di contrastare le richieste delle imprese che erano state chiamate in Sicilia per realizzare quattro termovalorizzatori e avevano visto sfumare la grande occasione. Ma nell’armadio della Regione ci sono cassetti ben più grandi e più opachi. Perché, ogni volta che si parla di rifiuti, gli inceneritori diventano un sogno proibito? Chi ha interesse a mantenere la Sicilia schiava delle discariche? Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia, nell’intervista a Repubblica ha parlato di tutto. “Sa tutto ma nient’altro”, diceva Clemenceau di Poincaré. A volte, per saperne di più, basta aprire i cassetti. Tutti i cassetti.

Ma la Roll Royce
ha il motore fuso

Il presidente della Regione, Renato Schifani, e il suo assessore all’Economia, Marco Falcone, avrebbero voluto portare in dono alla Sicilia un bilancio finalmente pulito, chiaro, trasparente, approvato nei termini di legge, senza i trucchi e gli inganni delle stagioni precedenti. Ma la loro ambizione da White Christmas si è arenata nella palude dei buoni propositi. Ammettiamolo: Babbo Natale è un’anima bella che viaggia su una slitta agile, veloce, efficiente, sintonizzata con i sogni e le favole dei bambini. I suoi regali, infatti, arrivano sempre a destinazione. Schifani e Falcone sono invece alla guida di una macchina amministrativa sontuosa, spagnolesca, sfarzosa e a tratti persino arabeggiante. Vista dall’esterno sembra una Roll Royce, lucida e roboante. Ma c’è un dettaglio: ha il motore fuso. Non gira, non parte, s’ingolfa e si affossa:..

Quell’invincibile
giustizialismo

Si dice preoccupato per lo scandalo che si è abbattuto sul parlamento europeo e che coinvolge buona parte della sinistra. Condanna l’attività di lobbying del suo amico Massimo D’Alema. Definisce “una distorsione” la gogna inflitta a Giuseppe Lupo quando Caterina Chinnici ha posto un veto sulla candidatura. L’intervista rilasciata a Repubblica da Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale antimafia, sarebbe un buon esempio di garantismo. Ma c’è un dettaglio in cui torna – focoso e grillineggiante – il vecchio giustizialismo. Succede quando Cracolici censura Renato Schifani, eletto presidente della Regione nonostante fosse in attesa di giudizio per la vischiosa vicenda Montante. “E’ un’anatra zoppa”, ha sentenziato. E la presunzione d’innocenza? L’antimafia farà calare un’ombra di sospetto anche sul 42 per cento dei siciliani che lo hanno votato?

La brutta eredità
dell’ex imperatore

Laboratori d’analisi e specialisti privati sono da un anno in attesa di sapere quant’è il loro budget per il 2022. Avete letto bene: 2022. L’anno sta finendo ma lo schema congegnato dall’ex assessore Ruggero Razza ruota attorno a una visione esoterica del tempo: per lui l’anno può anche cominciare a dicembre. Pazienza. Prima o poi l’ex imperatore della sanità consegnerà ai velinari di fiducia un video con il quale spiegherà non solo i misteri gloriosi, ma anche i misteri dolorosi della sua gestione. Tra i misteri gloriosi – come si ricorderà – c’era il Cefpas, un centro di formazione destinatario di molte attenzioni e di tantissimi milioni; mentre tra quelli dolorosi ci sono i professionisti che, non avendo santi in paradiso, devono ancora avere i soldi delle prestazioni fornite in..

Gerenza

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