L’invisibile lobby
delle faccette nere

Ora che i gruppi neofascisti, a cominciare da Forza Nuova, sono stati macinati e ridotti in polvere dall’imponente manifestazione di Roma; ora che la Cgil e i partiti della sinistra hanno cancellato, con “Bella ciao”, svastiche e saluti al Duce; ora che l’Italia è stata purificata di ogni rigurgito e di ogni tentazione autoritaria, ora bisognerebbe forse concentrarsi su un clan meno conosciuto ma altrettanto pericoloso: quello delle faccette nere. E’ una lobby ingrottata nei palazzi del potere; è una consorteria che non si espone, che non va in piazza, che non insegue i no-vax e non soffia sul fuoco del Green Pass; è una cupoletta che ufficialmente fiancheggia la politica ma che, nei fatti, pensa soprattutto a chiudere affari con colossi editoriali dai quali riceve poi ogni gratificazione. E’..

Il virus dell’imbecillità
aggredisce la politica

Ora che il Covid ha allentato la sua presa funesta, sarebbe opportuno che il Comitato tecnico scientifico si occupasse di un virus che da tempo aggredisce anche le menti più brillanti. E’ il virus dell’imbecillità. Il bollettino dei contagi potrebbe aprirsi con Luigino Di Maio. Il leader dell’antipolitica, portato al governo del Paese dai vaffa di Beppe Grillo, ha scritto un libro con un titolo certamente stupefacente: “Un amore chiamato politica”. Il virus è riuscito a penetrare pure in Sicilia. Due ameni deputati regionali, spinti all’Ars dagli stessi allegrissimi vaffa, hanno montato una inutile manfrina per entrare a Sala d’Ercole senza Green Pass e affermare il principio che – come i porcellini della fattoria di Orwell – i grillini sono più uguali e possono non rispettare le regole. Il virus..

Sembrava una bomba,
era solo un petardo

Credevo di essere l’unico giornalista a sentire puzza di bruciato. Poi ho letto il post di Antonio Fraschilla – cronista di Repubblica, oggi in forza all’Espresso – e mi sono sentito meno solo: “Ma con la tangente chiesta all’assessore al Turismo, come è finita? Non dovevano tremare la Palermo bene, nomi famosi dello spettacolo nazionale, politici importanti…”. Già. A giudicare dallo scoop di Livesicilia, sembrava che la denuncia di Manlio Messina, l’uomo di Fratelli d’Italia dentro la giunta Musumeci, stesse per sfociare in un terremoto dalle dimensioni catastrofiche. Invece, a sei mesi dai fatti, tutto tace: la procura marcia con i piedi di piombo, la presunta intermediaria è tranquilla al suo posto e l’assessore si gode gli effetti di una campagna mediatica che lo ha collocato, si fa per dire,..

La danza del Covid
all’aeroporto di Palermo

Se dopo tanti mesi di astinenza avete voglia di trovare una folla immensa, appiccicosa e sudaticcia, recatevi all’aeroporto di Palermo: quello governato, si fa per dire, da Fabio Giambrone, sovrastante del sindaco Leoluca Orlando. Se avete voglia di provare il brivido arcano di trovarvi immersi in un carnaio umano o in un carro bestiame, scegliete voi, andate tra le 13:00 e le 14:00. Troverete almeno tremila persone scandalosamente ammonticchiate in un mare di Covid e di collera, costretti a file disumane in un’aria ammorbata, tossica, comunque impraticabile. E tutto questo perché il trust di cervelli che affianca Giambrone ha concentrato in un’ora la partenza di dodici voli. E tutto questo alla faccia dell’Enac, l’ente per l’aviazione civile; alla faccia degli improbabili ispettori della sanità; e soprattutto alla faccia del virus..

Il balilla e il coro
delle faccette nere

Ora che la purificazione è avvenuta, ora che l’assessore ha annunciato di avere rifiutato una tangente di 50 mila euro e si è cinto la testa con una aureola di santità, ora che Manlio Messina – ex bullo ed ex balilla – è sugli altari della legalità, sarebbe opportuno andare oltre l’incipriatura e spostare il confine in avanti. Bisognerebbe passare, insomma, dalla santità alla trasparenza e capire come l’assessorato al Turismo ha speso i 75 milioni della Regione destinati alla promozione e alla valorizzazione delle bellezze dell’Isola; con quali criteri sono stati impegnati i fondi; quanti soldi sono andati al gruppo del Corriere della Sera – che ieri non a caso ha esaltato la beatificazione dell’amico siciliano – e quanti al resto del mondo. Per entrare nel piazzale degli eroi..

Era un balilla,
ora è un santo

"Nunc bibendum", avrebbe scritto Orazio, che era un poeta romano e anche un uomo di mondo. E noi brindiamo di cuore all’aureola di santità che da ieri si è posata sul capo di Manlio Messina, l’assessore regionale al Turismo che, fino al giorno prima, credevamo fosse un po’ bullo e un po’ balilla a causa di certe volgarità scritte su Facebook a proposito di vaccini e green pass. No, signori: Manlio Messina è un santo. Da uno scoop di Livesicilia abbiamo appreso che l’assessore ha rifiutato una tangente di 50 mila euro offerta, con imperdonabile disinvoltura, da una gang dello spettacolo in cerca di finanziamenti. Da oggi, dunque, non solleveremo più dubbi sulle scelte politiche dell’assessore. Né diremo una sola parola sulla gestione dei 5 milioni per la pubblicità affidati..

Ilda e il silenzio
delle anime belle

Le anime belle di Sicilia – quelle che non perdono mai l’occasione di schierarsi con i santi e i santoni dell’antimafia – vivono giorni di grande imbarazzo. Da un lato vorrebbero indignarsi per il volgare sfregio che Ilda Boccassini ha assestato non solo alla memoria di Giovanni Falcone ma anche e soprattutto a quella di Francesca Morvillo, la moglie stritolata con lui nella strage di Capaci. All’un tempo però questi campioni dell’impegno civile non trovano il coraggio di pronunciare una parola contro la magistrata dai capelli rossi, autrice del libro dove si ritrovano le piccanti rivelazioni su una sua love story con l’eroe palermitano ucciso dalla mafia. In fondo anche Ilda è un’eroina: perseguitò Previti e Berlusconi. E se ora ha fatto un passo falso, quasi indecente, chi se ne..

La comicità, ultima
risorsa dei 5 Stelle

Se oggi darete uno sguardo al Fatto, non soffermatevi sul modo con il quale Marco Travaglio cerca di nascondere la sonora e irreversibile sconfitta di Giuseppe Conte, avvocato di popolo & pochette. Passate subito al paginone centrale dove troverete parole e fraseggi di non trascurabile amenità. Quello zuzzerellone di Alessandro Di Battista dichiara: “Ho detto un anno e mezzo fa che un’alleanza strutturale con il Pd sarebbe stata nefasta. Oggi l’alleanza con i dem non è una scelta, è una necessità per qualcuno e per la sua poltrona: erano francescani, oggi sono Franceschini”. E poi c’è la Lucia Azzolina, per la quale “c’è la necessità di proseguire velocemente sulla strada del nuovo corso rimboccandosi le mani”. Non le maniche, ma le mani: ha detto proprio così. Questi grillini ci sorprendono..

Le ambizioni senili
del sindaco Orlando

E’ un pugile suonato, è un cavallo bolso e senza fiato, è un viaggiatore stanco, è un attore fuori gioco che dimentica le battute e non riconosce più il palcoscenico sul quale si trova a recitare. Sono le cose che si possono dire oggi di Leoluca Orlando, il sindaco che dopo trent’anni di incontrastato dominio ha trascinato Palermo sotto la soglia della decenza. Ma lui, purtroppo, non se ne rende conto. Fa finta di non vedere il degrado della città, nasconde i cumuli della monnezza sotto il tappeto, stende un cinico velo d’indifferenza sugli insepolti dei Rotoli, e torna a contrabbandare – a sé e agli altri – l’illusione di nuove e più avvincenti ambizioni politiche. “Voglio le primarie e poi la Regione”, ha dichiarato a Repubblica. Ormai gli resta..

Quel gerarca grillino
è già una macchietta

Ricordate Franco Di Mare, il burocrate grillino che avrebbe dovuto purificare il terzo canale televisivo dalle incrostazioni della cosiddetta cultura di sinistra? Lo abbiamo visto impegnato come non mai in uno scontro frontale prima con Mauro Corona, il fricchettone che chiamò “gallina” Bianca Berlinguer, e poi con il cantante Fedez, che lo accusò di avere tentato una censura sul concerto del primo maggio. Il direttore di Rai Tre non sopportò le offese: mise il petto in fuori e dichiarò che quei due screanzati non avrebbero mai più calpestato i ricchi pascoli del suo regno. Ma la scomunica è durata lo spazio di un mattino: Corona è ricomparso a “Cartabianca” martedì scorso, mentre Fedez sarà da Fazio domenica prossima. E così Di Mare, che voleva essere un gerarca, passerà alla storia..

Gerenza

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