La partita del reddito di cittadinanza, che scatterà fra meno di dieci giorni (il 6 marzo) con le richieste ai Caf e alle Poste, è entrata nel vivo. Ma la Sicilia rischia di farsi trovare impreparata. Dei mille navigator di cui Di Maio ha parlato qualche giorno fa intervenendo a Termini Imerese, per dare conforto agli operai di Blutec, non solo non c’è traccia. Non esiste, al momento, neanche un piano di selezione. Il governo regionale rivendica per sé la scelta, ma il premier Conte e tutto l’esecutivo gialloverde la pensano in modo opposto: le assunzioni toccano ad Anpal Servizi, una società controllata dal Ministero del Lavoro. L’assessore all’Economia Gaetano Armao, però, nelle ultime ore ha sposato la vertenza Toscana. Consiste in un ricorso presentato alla Corte Costituzionale per fare in modo che le nuove figure – che faranno da tutor e agevoleranno i percettori del reddito nella ricerca di un lavoro – siano selezionati da una lista di precari storici. Che anche alla Sicilia non manca. A fronte delle 10mila domande che potrebbero arrivare in Regione (e di un migliaio di posti disponibili, Di Maio dixit) ci sono 1800 sportellisti già pronti. Si tratta degli ex addetti alla Formazione che, nonostante la ripartenza dei corsi, sono rimasti tagliati fuori e per i quali, nei prossimi mesi, potrebbero scattare trasferimenti o prepensionamenti. Farli diventare navigator sarebbe un buon modo per non lasciarli a spasso. C’è un pero: solo il 25% di loro è in possesso del titolo di studio richiesto: una laurea in Giurisprudenza, Economia, Sociologia, Psicologia, Scienze Politiche o della Formazione. Non è una questione di poco conto. Un mese fa il leader dei Cinque Stelle in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, ha proposto che l’esperienza negli sportelli multifunzionali potesse fare punteggio in vista di una selezione delegata ad Anpal. Ma nulla di più.